"Parlare di Musica è come ballare di architettura" Frank Zappa

27 nov 2020

THE BEGINNING OF THE END: "JUGULATOR" (JUDAS PRIEST)

 


Sempre un passo avanti rispetto a tutti. Sempre i più duri nell’alveo del Metal Classico. I Judas. I “Gods of Metal” non hanno (quasi) mai tradito i propri fan. Erano già avanti prima dell’esplosione della N.W.O.B.H.M., quando seppero sfornare album immortali come “Sad wings of tragedy”, “Stained class” e “Killing machine/Hell bent for leather”; lo rimasero, nel sound, nell’attitudine e nell'iconico look all’alba della New Wave quando, assieme agli Iron, misero tutti in riga con “British steel” e “Screaming for vengeance”. E anche quando la spinta propulsiva di quel movimento si stava consumando, i JP non persero un briciolo di intensità e pesantezza, sfornando, anzi, uno dei loro dischi più apprezzati: il programmatico “Defenders of the faith”.

23 nov 2020

PINK FLOYD: GUIDA PRATICA PER METALLARI


Ha senso spendere ulteriori parole sui Pink Floyd nell’anno di grazia 2020, quando oceani di inchiostro sono già stati versati? Ripercorrere la discografia dei Pink Floyd potrebbe sembrare oggi cosa oziosa e ridondante, tuttavia viviamo nell’era di Spotify e delle playlist, dove gli artisti vengono conosciuti attraverso i loro brani e non tramite gli album, cosa che non si confà ad una band che ha scritto album prima ancora che brani. 

Come già fatto con altri grandi nomi del rock, Metal Mirror intende ripercorrere a volo d’uccello l’epopea pinkfloydiana soffermandosi sui quei passaggi della discografia che possono essere più consistenti per chi ascolta heavy metal. Il concetto di “espansione del suono”, tradotto nella suite monumentale che ha rapito il cuore di molti artisti metal dalle sconfinate ambizioni; il delirio watersiano come ispiratore primo del concept album esistenzialista (nel metal); l’infinito assolo gilmouriano che ritroveremo in una miriade di brani (metal): ai legami fra il nostro genere preferito e Pink Floyd, del resto, abbiamo dedicato una rassegna intera, a cui questo articolo intende fare da lettura propedeutica. 

19 nov 2020

DIECI ALBUM (PIU' UNO) DI METAL "PINKFLOYDIANO"

 


Mai nessuna band nel rock come i Pink Floyd ha saputo conquistare estimatori provenienti da ogni ambito musicale: un pubblico trasversale che va dal sincero appassionato di musica all’ascoltatore generalista attratto dalla hit del momento. Fra album memorabili, show spettacolari, copertine iconiche, nelle sue cinque decadi di storia la band inglese ha saputo mettere d’accordo veramente tutti, belli e brutti, compresi i metallari. 

Il fatto strano è che i Pink Floyd non hanno mai suonato mezza nota di rock duro, ma evidentemente, a scapito degli aspetti strettamente stilistici, la musica dei Nostri è portatrice di una grandiosità, di un grado di complessità concettuale, di una carica visionaria, di un fascino narrativo, e – perché no – di una pomposità tali da sedurre musicisti dalle grandi ambizioni come ve ne possono essere anche nell’universo metal. 

14 nov 2020

SULL'ATTEGGIAMENTO DEL METALLARO MEDIO VERSO I FILM CHE PARLANO DI METAL - ovvero la (NON) RECENSIONE DI "THE DIRT"

 


E’ inutile: a noi metallari basta sapere che si sono accese le luci dei riflettori extra-musicali sul nostro Genere Preferito, e ci si rizzano le antenne.  La curiosità ci consuma. Ci buttiamo a capofitto su qualsivoglia film, libro o documentario esca sul mercato, a livello più o meno mainstream. Non foss’altro per vedere, con un po' di pregiudizio e/o puzza sotto al naso, come si è trattato un qualcosa che noi pensiamo di conoscere approfonditamente e che, come tale, consideriamo di nostra ristretta competenza.

E se è addirittura Netflix, piattaforma mainstream per eccellenza, a prendersi la briga di distribuire un film su una metal band (ma è meglio usare la più tranquillizzante locuzione “rock band”) allora non possiamo proprio resistere. E il censore che è dentro ognuno di noi è pronto per calare la scure su un prodotto che, pensiamo già con una certa sicumera, "non metterà certamente in risalto, come solo un adepto del verbo metal saprebbe fare, le caratteristiche musicali che a noi premono, gli aspetti tecnici dei musicisti, le sfumature del sound, ecc". 

Diciamolo…sotto sotto, con una buona dose di pre-giudizio, siamo pronti a scommettere che i temi succitati rimarranno in superficie, abbozzati in modo pacchiano, incompetente e mettendo in luce gli aspetti pruriginosi e “commerciali” dei protagonisti dell’operazione.

Ecco, bene: è andata esattamente così per “The Dirt: Mötley Crüe”. O addirittura peggio.

10 nov 2020

RECENSIONE: "PHANEROZOIC I & II" (THE OCEAN COLLECTIVE)

 


Per pigrizia. Per superficialità. E per una sottile, e stolta, sensazione di sfiducia.

Per questi ingiustificabili motivi non ho ascoltato “Phanerozoic” degli immensi The Ocean. Cioè, mi sono accontentato di ascoltare, supinamente, i due singoli usciti nel 2018 (e sui quali avevamo puntualmente relazionato).

E poi? Cosa mi ha spinto a non procurarmi l’album completo? Forse il fatto che fosse una Parte I? O che, appunto, non ritenessi che il Collettivo capitanato da Robin Staps e Paul Seidel potesse in ogni caso superare, o quantomeno bissare, i fasti di “Pelagial”?

In ogni caso, non ho scuse.

6 nov 2020

RECENSIONE: "TRANSITUS" (AYREON)

 


E’ la recensione che non avrei mai voluto scrivere. Ma mi tocca scriverla. A malincuore, ma mi tocca…

Testa e pancia. Raziocinio e sentimento.

Come mi succede solo per pochi altri artisti metal, mi trovo davvero in ambasce a parlare con serena obiettività delle release degli Ayreon. Ma non possiamo di certo far finta di nulla adesso che è da poco uscito il nuovo, doppio, “Transitus”, che cade peraltro nel 25ennale di vita di questa Splendida Creatura, unica nel panorama metal mondiale.

3 nov 2020

500 ALBUM X 50 ANNI DI METAL - (Parte X)




50ENNALE DEL METAL - I MIGLIORI 500 ALBUM  - 10a parte

Giungiamo dunque al termine del nostro viaggio attraverso quelle che sono state secondo noi le cinquecento (500!) opere più significative per descrivere gli sviluppi del metal nella sua storia cinquantennale.

Gli ultimi cinquanta album da noi trattati copriranno niente meno che quindici lunghi anni: un dato che cozza visibilmente con i numeri delle puntate precedenti, che hanno visto lo stesso numero di titoli rappresentare lassi di tempo ben inferiori, a dimostrazione di una "densità" creativa che ha conosciuto il suo acme durante gli anni ottanta e parte dei novanta.

Dovremmo dunque concludere che quello degli ultimi tre lustri sia stato un metal meno brillante che in passato? No, affatto: il metal è ancora fra di noi, vivo e vegeto, e capace tutt'ora di sfornare eccelsi capolavori, oggi come ieri...