"Parlare di Musica è come ballare di architettura" Frank Zappa

31 gen 2016

GENERAZIONE DI FENOMENI: IDOLI E METEORE DEGLI ANNI OTTANTA - JON MIKL THOR



Al vecchio negozio specializzato in metal di Pisa, Gasoline, una specie di autorimessa adibita a negozio, c'erano alcuni dischi che stazionavano perennemente in fondo agli scaffali (all'epoca solo di vinili). Nessuno osava comprarli e i bordi di cartone si logoravano negli anni.

In parte questo si poteva spiegare col fatto che all'epoca i negozi di dischi acquistavano dalle etichette le ultime uscite, senza che ci fosse qualcuno esperto del settore a seguirle e a prevedere il gradimento di pubblico. Si faceva un'infornata di nuove uscite metal sperando di piazzarle sul mercato pisano, anche perché negli anni '80 si tendeva a comprare quel che si trovava, al di là dei gruppi più famosi. Qualcuno di questi esemplari invecchiava negli scaffali, e tutti lo guardavano con sospetto, chiedendosi cosa ci potesse essere di così improponibile.

Uno che ricordo bene era un vinile dei Thor, dai colori accesi dentro i bordi di cartone logorato.

30 gen 2016

RECENSIONE: TRANS-SIBERIAN ORCHESTRA "BEETHOVEN'S LAST NIGHT"


Quanto ci mancano i Savatage! Non solo dalla morte di Criss Oliva, ma anche dopo la miriade di progetti a cui danno vita gli ex componenti. Ogni volta che esplode una stella si creano mille frammenti luminosi, ma nessuno brilla come l'origine ed è così anche per la Trans-Siberian Orchestra

29 gen 2016

VICIOUS RUMORS, GUITAR HEROES ALLA RIBALTA



I 10 MIGLIORI ALBUM DELLE CULT BAND (ANNI ’80)

1985: “SOLDIERS OF THE NIGHT”

Se c’è un anno che mi ha messo in crisi nella scelta del full-lenght da inserire nella nostra Rassegna sui dieci migliori album delle cult band, ebbene, questo è stato senza dubbio il 1985.

Non perché non ve ne siano stati di importanti o addirittura memorabili. Tutt’altro. Ma perché questi sono stati licenziati da band che non rispondono ai criteri di selezione che ci eravamo imposti metodologicamente nell’Anteprima.

Qualche esempio? In ambito Thrash venivano sfornati capolavori del calibro di “Spreading the Disease” degli Anthrax, “Hell Awaits” degli Slayer e “Bonded by Blood” degli Exodus; il metal classico non era da meno con “On a Storyteller’s Night” dei Magnum, “Noble Savage” dei Virgin Steele e “Walls of Jericho” degli Helloween (senza tralasciare il "Live After Death" degli Iron...); e sul versante estremo trovavamo dischi che avrebbero influenzato enormemente i filoni più duri del Metallo degli anni novanta, come “To Mega Therion” dei Celtic Frost, “Seven Churches” dei Possessed e “Infernal Overkill” dei Destruction. 

28 gen 2016

IN THE WOODS...: "YEARNING THE SEEDS OF A NEW DIMENSION"




I MIGLIORI DIECI BRANI “LUNGHI” DEL METAL ESTREMO

5° CLASSIFICATO: “YEARNING THE SEEDS OF A NEW DIMENSION” (IN THE WOODS...)

Dei Venom abbiamo apprezzato l'irriverenza, la spregiudicatezza: la capacità, nonostante l'incompetenza, di saper mettere in fila venti minuti di metal rozzaccio ed efficace senza annoiare un istante. Dei Cathedral, invece, abbiamo elogiato il gusto da intenditori nella creazione di una suite che sapesse far convivere doom, progressive e psichedelia, tutto in salsa squisitamemente vintage. Se i Cradle of Filth ci hanno entusiasmato con le loro kitscherie e i conterranei My Dying Bride commosso con la loro vicenda di solitudine, ai Void of Silence abbiamo riconosciuto la grandezza nel concepire e realizzare un monumento sonoro come "Human Antithesis", forse l'operazione più ambiziosa mai partorita in campo estremo.

Ma tutti questi mirabili tentativi non sono stati altro che una messinscena. E così i Venom, come i Cradle, imbandiscono la sagra dell’eccesso, inscenando i primi lo scontro tremendo fra Inferno e Paradiso, descrivendo i secondi orge popolate da avvenenti e demoniache sacerdotesse assetate di sangue e sperma. Se i Cathedral si sono affidati alle sostanze stupefacenti per il loro viaggio allucinante, i My Dying Bride hanno preferito guardare ai classici della letteratura romantica inglese, con quel tocco un po’ artificioso che contraddistingue chiunque voglia esasperare la sfera degli umani affanni. Un tocco che troviamo anche nei Void of Silence, autori di un sontuoso spettacolo a sfondo bellico volto ad evocare le brutture della Guerra. Proseguiamo oltre ed accediamo invece alla galassia delle emozioni, quelle vere: entriamo nella dimensione in cui l'arte si mette al servizio dell'interiorità, quella dei musicisti. Addentriamoci dunque nella top-five della nostra classifica dei migliori brani lunghi del metal estremo.

Quinto posto: In the Woods..., "Yearning the Seeds of a New Dimension" (dodici minuti e ventitre secondi come mai si erano sentiti nel 1995!).

27 gen 2016

IO NON C'ERO: LIVE DEI DREAM THEATER - WACKEN OPEN AIR 2015


La vecchiaia non mi porta più a girare per concerti, spaccarmi la schiena in attesa dei beniamini o mangiare un panino pressato tra migliaia di energumeni sotto la pioggia, ma l'interesse per la resa live dei gruppi è sempre alta e perciò Metal Mirror inaugura la rubrica "Io NON c'ero" e decide di condividere impressioni sulle performance on stage di alcuni grandi personaggi della musica estrema, pur avendo visto i concerti solo sul divano di casa in dvd o sul computer.

26 gen 2016

RECENSIONE: ENSLAVED "RIITIIR"


C'erano una volta gli Enslaved nati nei fiordi ghiacciati dell'album "Frost", poi gli anni passano ed il gruppo invecchia bene tanto da diventare una delle band più interessanti nel panorama estremo. Nel 2012 esce una delle migliori espressioni di questa nuove veste dei vichinghi: "Riitiir".

25 gen 2016

INTERVISTE IMPOSSIBILI: CRISS OLIVA



Il 17 ottobre 1993, a soli trent'anni, ci lascia uno dei più grandi chitarristi metal di tutti i tempi: Criss Oliva. Ancora con il magone in gola, senza esserci mai rassegnati alla sua scomparsa, cerchiamo di farci strada tra le rose e andiamo a trovarlo nel Paradiso dei Guitar Heroes dove dimora adesso.

24 gen 2016

ALBUM CHE DUELLANO CON LA MORTE (parte II): ANCHE IL METAL HA GUARDATO NELL'ABISSO...




“…E quando guardi giù, nel profondo dell’abisso, anche l’abisso guarda dentro di te.” (F. Nietzsche)

Abbiamo parlato di David Bowie, abbiamo sfiorato Freddy Mercury e Johnny Cash: degni rappresentanti della categoria “artisti alle prese con la propria morte. Abbiamo dato uno sguardo, seppur fugace, a quelli che nell'empireo del rock potremmo definire album che duellano con la Morte: opere concepite e realizzate da artisti che oramai hanno la Signora con la Falce che li aspetta fuori dallo studio di registrazione.

E nel metal? Abbiamo album che hanno duellato con  la morte?

23 gen 2016

ALBUM CHE DUELLANO CON LA MORTE (parte I): BOWIE, LA "STELLANERA" E ALTRE STORIE




Il 2015 si è concluso con la morte di Lemmy e il 2016 si è aperto con una morte altrettanto illustre, quella di David Bowie. Sebbene l'arte di quest'ultimo abbia avuto pochi punti di contatto con il mondo del metal, non ci sembrava giusto tacere su questo lutto tremendo che ha colpito l'universo del rock.

Ma non sarà il nostro un tributo alla carriera del Duca Bianco, che grazie alla sue doti camaleontiche ha saputo innovare e dettare tendenze, e non solo a livello musicale: una carriera strepitosa che sarebbe un insulto riassumere nello spazio di un breve scritto come il nostro. Ci concentreremo invece sull'ultima fase della sua carriera artistica, ed in particolare sul suo ultimissimo lavoro “Blackstar”, uscito lo scorso 8 gennaio, appena due giorni prima del suo decesso. Solo uno spunto, in verità, per affrontare un tema che vorremmo ribaltare sul fronte metal: quello degli album che hanno duellato con la Morte.

22 gen 2016

"BARBA&CAPELLI" DELLO SLUDGE: KIRK WINDSTEIN & BUZZ OSBORNE




Sludge Metal. Il metal delle “acque di scarico”, “della melma”. “Del fango”. 
Si dice che esso sia stato inventato dai Melvins.

La cosa mi lascia alquanto perplesso. Se penso a questo sottogenere così particolare, così bastardo, non mi viene da pensare a Roger “King Buzzo” Osborne e alla sua banda di svitati. Eppure gli altri gruppi che più propriamente potremmo collocare nell'alveo dello Sludge (Crowbar, Eyehategod, Crisis, ecc.) indicano loro come propri padrini. Come principale influenza. 
O se non sono loro a citarli, ci pensa la critica musicale ad accostarli ai Melvins. 
Cosa di cui peraltro lo stesso Osborne si stupisce: non ne capisce il motivo, visto che, a sua detta, il suo stile è più influenzato dall’hardcore punk, piuttosto che dal metal. Dai Black Flag piuttosto che dai Black Sabbath. Mentre i gruppi succitati che li prendono come punto di riferimento sono senza dubbio metal fino al midollo.

21 gen 2016

L'ICONOGRAFIA DEGLI IMMORTAL


La presentazione visiva degli Immortal è un tema abusato lo so, anche perché prima o poi ci siamo domandati tutti se fosse necessario creare copertine con le loro facce in pose improponibili, ma noi amiamo l'estremo e perciò amiamo Abbath & soci! 

20 gen 2016

VOID OF SILENCE: "HUMAN ANTITHESIS"




I MIGLIORI DIECI BRANI “LUNGHI” DEL METAL ESTREMO

6° CLASSIFICATO: “HUMAN ANTITHESIS” (VOID OF SILENCE)

Fa un po' strano vedere i maestri My Dying Bride scavalcati da coloro che potrebbero essere considerati loro discepoli, ma vogliamo ricordare che qua la classifica è dei brani, non dei gruppi, né tantomeno delle carriere. E “Human Antithesis” (una suite-spettacolo di venti minuti e sedici secondi) è una concorrente che avrebbe meritato di presenziare ben più in alto in classifica, dato che la sua magnificenza ne fa uno dei più mirabili casi di “brano lungo” partorito dal metal estremo.

Chi sono del resto i Void of Silence innanzi ai My Dying Bride? Gli inglesi il genere lo hanno praticamente inventato, sviluppato, portato a perfezione. Album come “Turn Loose the Swans” e “The Angel and the Dark River”, come già visto, sono pietre miliari che hanno indicato la strada ad un intero movimento: opere ispirate che hanno delineato degli standard ed al tempo stesso hanno gettato le premesse per il loro superamento. Chi sono dunque i Void of Silence?

19 gen 2016

LA "FELICITÀ CONDIVISA" E L'INSEGNAMENTO DI CHRISTOPHER McCANDLESS




20 anni esatti. Era infatti il gennaio 1996 quando venne pubblicato il libro "Into the Wild" del giornalista e alpinista americano Jon Krakauer. Era una rielaborazione ampliata del lungo articolo "Death of an Innocent", scritto dallo stesso Krakauer per la rivista "Outside" tre anni prima, nel 1993.

18 gen 2016

RECENSIONE: FATES WARNING "FWX"


Pochi amano come me i Fates Warning, eppure proprio io devo criticarli? Le parole negative meglio che arrivino da chi ti ama veramente, rispetto a coloro che non ti conoscono. Il decimo capitolo "FWX" è un mezzo passo falso nella loro stupenda carriera, sempre al di sopra della media, ma c'è qualcosa che non quadra. 

16 gen 2016

INTERVISTE IMPOSSIBILI: JEFF HANNEMAN




Il 2 maggio del 2013 si spegneva nel suo letto di ospedale Jeff Hanneman. Aveva attraversato un lungo periodo di malattia e già da due anni non era più in grado di lavorare con gli Slayer, i quali decisero infine di continuare ad esistere, prima rimpiazzandolo con Gary Holt degli Exodus e poi rilasciando “Repentless”, il primo album senza il suo apporto.

Hanneman è stato uno dei musicisti più influenti del metal ed andarlo ad incontrare a sud del Paradiso è stato per noi un grandissimo onore, nonché una preziosa occasione per capire come se la passa il biondo chitarrista.

15 gen 2016

CHUCK&STANLEY, A MOMENT OF CLARITY - PARTE II



Ed eccoci alla seconda e ultima parte della nostra fantasiosa elucubrazione metallica.

Ci eravamo lasciati al termine della prima parte con la domanda se i due artisti presi in esame, Chuck Schuldiner e Stanley Kubrick, sul tema comune del controllo negato, avessero dato segnali e/o messaggi circa la possibilità di contrastare questo tipo di condizione connaturata alla vita dell'uomo.

14 gen 2016

CHUCK&STANLEY E IL "CONTROLLO NEGATO" - PARTE I



Fantasia metallica: una navicella spaziale verrà inviata su un pianeta lontano, dove si è scoperto che vi dimora una civiltà aliena. Sulla navetta verranno caricati i manufatti artistici e scientifici più rappresentativi nei diversi ambiti dell’agire e del pensare umano, in modo tale che fungano da biglietto da visita della nostra Specie; in modo tale cioè da farci conoscere indicando il grado di Civiltà attualmente raggiunto dall’Uomo.

Se per assurdo dovessero chiedere a me (eeehh...le imperscrutabili decisioni del Governo della Terra!) di scegliere un disco, un solo album da imbarcare in questa missione; un dischetto ottico a lettura laser che dovrà rappresentare tutto il Reame del Metallo dalle sue origini ad oggi; un’unica opera per far capire cos’è il Metal a chi non lo ha mai conosciuto...ebbene non avrei dubbi: indicherei “The Sound of Perseverance” dei Death.

13 gen 2016

MY DYING BRIDE: "THE LIGHT AT THE END OF THE WORLD"




I MIGLIORI DIECI BRANI “LUNGHI” DEL METAL ESTREMO

7° CLASSIFICATO: “THE LIGHT AT THE END OF THE WORLD” (MY DYING BRIDE)

Non potevano certo mancare loro nella nostra classifica dei migliori brani lunghi: i My Dying Bride si affacciarono agli albori degli anni novanta con una proposta intrigante (votata poi al successo) che vedeva flirtare doom e death metal, il tutto inzuppato in atmosfere gotiche che vedevano il violino come centro catalizzatore dell’attenzione generale. 

Suoni d’altri tempi, dimensioni atemporali che ci riportavano ad una concezione romantica tipica di certa letteratura inglese. Saggi dolenti ed estenuanti di un’interiorità straziata o tormentata: questo ci offrivano i My Dying Bride, che non ponevano limiti alla loro ricerca, indugiando, non temendo di prolungare il discorso oltre il dovuto, imponendosi dunque come dei veri maestri in materia di brani ad alto minutaggio!

11 gen 2016

IL METAL È VIVO!


Ogni gennaio arrivano puntuali gli oroscopi, i propositi per il nuovo anno e i disfattisti del Metal. Qualcuno tra l'altro c'è anche nella nostra redazione, ecco che lo sentiamo mugugnare dalla scrivania: si stava meglio quando si stava peggio, canzoni come "Hell Awaits" non le scrive più nessuno, i gruppi di un tempo erano migliori e così via.
È un problema atavico del Metal: sentirsi in fin di vita. Meno male che ci aiuta Metal Mirror a capire cosa si nasconde dietro lo specchio che deforma la nostra visione. 

10 gen 2016

"STAR WARS" E LA MORTE DEL METAL (opinabile continuazione de "IL METAL E' MORTO!")




Il metal è morto, si diceva. Ce ne siamo accorti quasi per caso, apprendendo della scomparsa di Lemmy, facendo un bilancio dell’anno appena trascorso ed andando, pochi giorni dopo, a vedere l’ultimo episodio della saga “Star Wars”: “Il Risveglio della Forza”.

Questa non è una recensione del film, ma vi saranno degli SPOILER, pertanto chi non l’ha visto per oggi è dispensato dalla lettura di Metal Mirror (andate in pace ed ascoltatevi pure la discografia intera di Gigi D’Alessio).

9 gen 2016

IL METAL È MORTO!




Il metal è morto. E non spettatevi alla fine di questo articolo le solite frasi del tipo “Evviva il metal!”.

La visione dello stato in cui versa oggi il nostro genere musicale preferito oscilla paurosamente fra posizioni estremamente ottimiste ed altre estremamente pessimiste: dipende dal punto di vista che si assume per analizzare la faccenda. Sarà perché oggi ho un mal di denti che mi fa bestemmiare in turco, ma mi sento di propendere per le frasi lapidarie: il metal è morto.

8 gen 2016

METAL CHURCH, DI TUTTO UN PO'


I 10 MIGLIORI ALBUM DELLE CULT BAND (ANNI ’80)

1984: “METAL CHURCH”

E siamo così giunti a metà del viaggio tra le cult band anni ottanta, essendo infatti questo il 5° capitolo del nostro percorso in dieci tappe.

Dal 1980 al 1983 siamo rimasti nella terra d’Albione, fucina fondamentale per la storia della Musica Heavy, così come lo era stata per il Rock negli anni ’60 e ‘70.
Faccio fatica a lasciarla, come i nostri lettori più assidui avranno capito. Tanto da indugiarvi anche con l’intermezzo dedicato ai Raven.
Ma, come già accennato, la spinta propulsiva della New Wave dal 1983 circa era scemata, e la scena britannica sarebbe entrata per tutta la decade in una sorta di sonnolenza, dalla quale si riprenderà solo agli inizi dei '90, grazie soprattutto al movimento death-doom capitanato dalla triade Paradise Lost/My Dying Bride/Anathema.

6 gen 2016

CRADLE OF FILTH: "QUEEN OF WINTER, THRONED"


I MIGLIORI DIECI BRANI “LUNGHI” DEL METAL ESTREMO

8° CLASSIFICATO: “QUEEN OF WINTER, THRONED” (CRADLE OF FILTH)

Nel 1994 la mia vita musicale veniva sconvolta dall’uscita di “The Principle of Evil Made Flesh”. Oggi, se confrontato con i lavori appena successivi, il debutto dei Cradle of Filth può sembrare a tratti acerbo, ma da un punto di vista di scrittura e realizzazione, i brani in esso contenuti erano già eccellenti saggi di quella suprema arte vampirica, fatta di metal estremo e seducenti atmosfere gotiche, di cui gli inglesi furono gli ideatori primi e i migliori interpreti, almeno nell’arco delle prime quattro uscite discografiche.

5 gen 2016

NUCLEAR BLAST: UN'ETICHETTA AL CENTRO DEL MONDO METAL



Vi ricordate la famosa scena di Fantozzi quando, temendo di essere tradito, inizia ad aprire tutti i cassetti di casa trovando solo pane e viene improvvisamente colto da un "leggerissimo dubbio"?
Allo stesso modo stilando la classifica di fine anno, vedo ovunque cd prodotti dalla Nuclear Blast, sarà una casualità o l'etichetta tedesca sta dominando un certo tipo di mercato? 

4 gen 2016

INTERVISTE IMPOSSIBILI: JESSE PINTADO




Il 27 agosto del 2006 ci ha lasciati un grande del grindcore, Jesse Pintado, prima fondatore dei Terrorizer e poi in forza nelle fila dei Napalm Death. Come molti, nel metal, se ne va senza clamori, per problemi di salute, magari dovuti a qualche “vizietto” di troppo concessosi in vita. Insufficienza epatica e coma diabetico è stato il verdetto medico.

Forse non ci darà risposte illuminanti come è successo con Cliff Burton, ma Pintado è una presenza simpatica nel metal che ricordiamo tutti con grande affetto. E poterci scambiare ancora una volta due parole è stato per noi un grande onore.  

3 gen 2016

LEMMY - A BRISCOLA CON DIO


La visione della vita di Lemmy innanzitutto non era una visione della vita, ma una pratica. Vivere era coprire degli spazi, che si trattasse di macinare accordi o chilometri su asfalto. Una moto che si mangia una linea di mezzeria su un'autostrada senza fine, nel senso che non ne vedrai la fine. Morirai prima tu della strada.

2 gen 2016

CATHEDRAL: "THE VOYAGE OF THE HOMELESS SAPIEN"




I MIGLIORI DIECI BRANI “LUNGHI” DEL METAL ESTREMO

9° CLASSIFICATO: “THE VOYAGE OF THE HOMELESS SAPIEN” (CATHEDRAL)

Doom Metal: esiste forse un genere che più di esso faccia uso del brano di estesa durata? Riff di chitarra prolungati e ritmiche lente richiedono tempi lunghi per spiegarsi adeguatamente.

Il doom è genere antico, possiamo dire che risale all’età della pietra del metal. Perché se il metal ufficialmente vedeva la luce il 13 febbraio 1970 con l’irrompere del leggendario riff che apriva l’omonimo album di debutto dei Black Sabbath, anche il doom, proprio in quel momento, emetteva i primi vagiti. Heavy metal e doom presero poi strade diverse, da un lato i protagonisti della New Wave of British Heavy Metal, dall’altro sempre i Black Sabbath a fare da oscuri cerimonieri. Ma se vi è stata una band capace di riscrivere le regole del doom, quella è stata la band di Lee Dorrian e Garry Gennings: i Cathedral.

1 gen 2016

LEMMY: BORN TO LOSE, LIVE TO WIN, DIE TO BE IMMORTAL!




Ancora due parole su mister Ian Fraser Kilmister.

Il 29 dicembre 2015 è stato un giorno di lutto mondiale. Perché allora aprire il nuovo anno evocando un triste evento? Perché il decesso di Lemmy, almeno dal punto di vista del diretto interessato, non deve essere necessariamente visto come un triste evento: lui stesso lo gridava in “Ace of Spades”: “I don’t wanna live forever”! Scherzo del destino: Lemmy diverrà immortale!

Quanto a me, rimango fatalista sui temi della vita e della morte. Personalmente parlando, ci farei la firma a vivere e a morire come è vissuto e morto il grande leader dei Motorhead. Settant'anni e qualche giorno vissuti intensamente, giorno per giorno, tutti al massimo, fino al quart’ultimo. Con tre giorni di “passione” in fondo, che ci potevano e dovevano stare: un miserrimo conto da pagare che vale sicuramente il prezzo di un’inutile vecchiaia fatta di terapie e limitazioni, che sicuramente il Nostro non avrebbe gradito.