"Parlare di Musica è come ballare di architettura" Frank Zappa

29 dic 2023

VIAGGIO NEL DEPRESSIVE BLACK METAL: WIGRID


Quattordicesima puntata: Wigrid - "Hodffnungstod" (2002) 

Se nelle puntate precedenti con Abyssic Hate, Shining e Silencer abbiamo visto come ha iniziato a prendere forma il depressive suicidal black metal, oggi ci discostiamo un attimo da questo specifico filone per dedicarci all'ascolto e all'analisi di questa perlaccia nera che potremmo semplicemente definire depressive senza molti altri aggettivi. 

In verità, più che depressive, quello professato dal progetto Wigrid è black metal burzumiano allo stato puro: palese infatti è la venerazione riservata al maestro norvegese da parte del polistrumentista tedesco Hulfhednir, sia a livello formale che concettuale. Ma più che una riproposizione di un approccio, di stilemi e di uno specifico messaggio artistico, quella di Wigrid è una continuazione, o meglio, uno sviluppo di quel linguaggio nella direzione depressive. Un'evoluzione non affatto banale, aggiungerei io. 

24 dic 2023

IL METAL NON RIDE - X. FAITH NO MORE, METEORE DEL "NONSOLOMETAL"

 


Nell'epoca della consacrazione del metal ad un rango mediatico più elevato (cioè passare in rotazione su MTV), il pegno fu pagato in termini di apertura ai generi “metal ma non troppo”, “anche metal”, “non solo metal”.... Ecco, “non solo metal” era il perfetto slogan che esprimeva il senso di imbarazzo per il metal, la foglia di fico del metallaro quando si trovava a dover difendere in piazza le sue posizioni.

20 dic 2023

BRUTUS: VIVA LA GIOVENTU'! - LIVE IN LONDON (07/12/2023)


Probabilmente non ve ne fregherà niente, ma volevo farvi sapere che l'anno scorso il mio disco dell'anno è stato "Unison Life" dei Brutus: incontrati quasi per caso, è stato amore a prima vista. Un vero colpo di fulmine, ma non mi sento unico né privilegiato in questa storia d'amore, credo che a molti sia andata esattamente alla stessa maniera: digiti "brutus band" nella stringa di ricerca di YouTube e ti imbatti in "War", probabilmente fra i venti brani più belli realizzati nel terzo millennio. Incuriosito, anzi folgorato, decidi di approfondire e scopri un gruppo capace di realizzare brani sempre emozionanti, a volte orecchiabili, a volte meno, ma mai banali. 

Descrivere la musica del trio belga non è semplice. Se in genere i Nostri vengono ricondotti nel vasto bacino del post-hardcore (che oggi è come dire tutto e niente), il loro universo sonoro rimane indubbiamente di difficile catalogazione, contemplando elementi da galassie musicali diverse: dal punk e l'hardcore al post-rock passando dal metal e dall’alternative rock, il tutto trainato dalla roboante voce della batterista Stefanie Mannaerts!

Eccomi dunque all'Islington Assembly Hall per saggiarne le qualità sul palco. E lo dico fin da subito: questa sarà una spudorata promozione della band! 

15 dic 2023

2023: LA CLASSIFICA DI FINE ANNO DI METAL MIRROR

 


Il gioco dei "migliori dischi" è pura follia.

Se 10 sono troppo pochi, 100 sono troppi. E a quel punto svanirebbe il gioco della scelta perché quello in cui il suddetto gioco consiste non solo le inclusioni, ma le esclusioni.

10 dic 2023

VIAGGIO NEL DEPRESSIVE BLACK METAL: SILENCER


Tredicesima puntata: Silencer - "Death - Pierce Me" (2001) 

A molti non piaceranno i Silencer, taluni ad ascoltarli rimarranno scioccati, altri non li prenderanno nemmeno sul serio, ma “Death – Pierce Me” è incontestabilmente un album-simbolo del filone depressive del black metal ed in particolare della sua variante suicidal: una di quelle opere che piaccia o meno hanno marcato un confine fra black metal e depressive black metal.

Attivi dal 1996 al 2001, i Silencer sono stati fondati dal polistrumentista Andreas Casado, in arte Leere. Solo in un secondo momento si sarebbe aggiunto Nattramn alla voce, con il quale sarebbero stati rilasciati una demo dal titolo “Death – Pierce Me” nel 1998 e tre anni dopo un album dal medesimo titolo. Il batterista Steve Wolz avrebbe figurato come un session-man, cosa che di fatto ha reso i Silencer un duo. E proprio nello scontro-incontro delle diverse visioni artistiche dei due membri principali si sarebbe forgiata l’unicità del suono dei Silencer. 

5 dic 2023

A NIGHT (AND A LIFETIME) WITH KIRLIAN CAMERA (LONDON, 17/11/2023)





Devo fare due premesse. La prima è che sono stato in passato un gran fan dei Kirlian Camera, la seconda è che li ho persi di vista da un po’ di tempo, più o meno da “Nightglory”, nel 2011. La fiamma dell’interesse, tuttavia, si è riaccesa all'improvviso con la notizia di una loro data londinese insieme ai tedeschi In Strict Confidence (seconda tappa, dopo quella di Lipsia dello scorso settembre, del nuovo Black Pyramid Tour). 

Questo mi ha portato a scoprirne la recente discografia, con gran piacere - devo aggiungere - visto che i Nostri non hanno mollato la presa continuando a muoversi ad ottimi livelli. Kirlian Camera, del resto, è il classico nome di nicchia che continua ad operare nell’underground con grande professionalità e dedizione alla causa, per questo voglio bene ad Angelo Bergamini ed Elena Alice Fossi, responsabili peraltro di incendiarie esibizioni dal vivo. 

30 nov 2023

VIAGGIO NEL DEPRESSIVE BLACK METAL: SHINING

 


Dodicesima puntata: Shining - “Livets ändhållplats” (2001) 

Non starà simpatico a molti Niklas Olsson detto Kvarforth, ma non possiamo negare che sia stato un talento precoce. Anzi, quasi un bambino prodigio. Considerate che questo Mozart del depressive è nato nel dicembre del 1983 e già nel 1996, alla tenera età di dodici anni, dava vita agli Shining. A quattordici, nel 1998, pubblicava il seminale primo EP “Submit to Selfdestruction”, e già dal titolo capiamo che il Nostro aveva fin dall'inizio le idee ben chiare riguardo alla sua missione artistica. 

Non starà simpatico a molti Niklas Olsson detto Kvarforth, ma è indubbio che egli costituisca uno dei pesi massimi del depressive black metal e in special modo della variante suicidal

25 nov 2023

SINFONIA DOOM - IL CASO DEI GEVAUDAN


 

Bello, bello, bello…[…] il doom in effetti…ma perché deve avere dei brani?!? È un genere che non vuole comunicare un c…o a nessuno; quindi è molto più coerente questa monoliticità, una mappazza che in realtà viene sviluppata secondo il modello della sinfonia, del concerto per piano e orchestra…questa è una cosa che va recuperata…”

Questo è stato l’acuto commento del nostro Dottore al primo ascolto di “Umbra”, secondo full lenght, uscito lo scorso ottobre, del four-piece inglese Gévaudan (in rete potete conoscere la storia cui si riferisce questo termine francese, anche se, dalla copertina del disco, si intuisce già...)

20 nov 2023

VIAGGIO NEL DEPRESSIVE BLACK METAL: ABYSSIC HATE



Undicesima puntata: Abyssic Hate - "Suicidal Emotions" (2000) 

A chi spetta il primato di aver inventato il depressive black metal? Nelle dieci puntate precedenti abbiamo provato a tracciare una direttrice che, partendo dalle prime intuizioni di Burzum, Forgotten Woods e Strid, avrebbe poi condotto al DBM così come lo conosciamo oggi. 
 
Se il genere ha attecchito e guadagnato autonomia, tuttavia, questo è accaduto grazie a gruppi che sono venuti dopo, che hanno saputo forgiare determinati stilemi sonori consolidandoli in un tutt'uno organico ed associandoli a tematiche ben precise. Se i Bethlehem, a sentire loro, suonavano "dark metal", il primato di aver incarnato il verbo del depressive spetterebbe dunque o agli Abyssic Hate o agli Shining, che entrambi esordivano discograficamente nel 2000. 

15 nov 2023

LUNGO I CONFINI DEL METAL ED OLTRE: BEYOND THE REDSHIFT

 


Prosegue il nostro viaggio attraverso le "sonorità promiscue": un'acrobazia che ci vede in bilico, come equilibristi, sul filo sottile che separa metal e non metal. Dopo aver assistito alla splendida esibizione di Lingua Ignota nella cornice del suo Perpetual Flame, a pochi giorni di distanza (il 20 ottobre per l'esattezza) ci siamo immersi nel vibrante mondo del Beyond the Redshift, festival ideato e curato dai Cult of Luna e che anch'esso giunge alla sua seconda edizione. Ad attirarmi, oltre ai padroni di casa, un cartellone di nomi di diversa estrazione, molti a me ignoti, fra cui spiccano gli storici Napalm Death e la cantautrice Emma Ruth Rundle: un luogo, il Beyond the Redshift, dove possono coesistere post-metal, grindcore, cantautorato, hardcore, noise, elettronica, shoegaze e post/rock. 

The cosmological redshift is caused by the expansion of space. The wavelength of light increases as it traverses the expanding universe. Unable to assume that we have a special place within this universe, the redshift suggests to us that everything is moving away from everything else…

We may not be able to go beyond the redshift, but we can certainly think beyond it. We are bringing together artists who expand within their space - artists who create something special within this space. 

10 nov 2023

LUNGO I CONFINI DEL METAL ED OLTRE: PERPETUAL FLAME


Mi ricollego al trittico di articoli sul nuovo "nuovo metal" appena pubblicati sul nostro blog e lo faccio con un paio di live-report di happening musicali che secondo me ben esprimono lo spirito dei nostri tempi: parlo del Perpetual Flame, evento ideato da Lingua Ignota, e del Beyond the Redshift, festival curato dai Cult of Luna. Ci siamo infatti molto interrogati in passato su quale fosse il futuro del metal, abbiamo cercato di individuare delle traiettorie in divenire, ma forse sbagliando il punto di partenza, ossia circoscrivere la nostra indagine all'interno del metal, quando in realtà è proprio al confine, o poco al di là dello stesso, che si possono rintracciare tendenze che veramente sanno guardare al futuro e che riguardano il nostro genere preferito più di quanto ci si possa aspettare.

Il Perpetual Flame, giunto quest'anno alla seconda edizione, è un evento musicale ideato da Kristin Hayter, artisticamente nota come Lingua Ignota, e KW Campol dei Vile Creature (sludge/doom metal dall'Ontario). Non è un festival vero e proprio, considerato il numero esiguo di gruppi, ma una due-giorni che vede protagonista la Hayter entrambe le serate come headliner con diversi artisti e gruppi a farle da spalla: la violoncellista londinese Jo Quail e il duo electro-dark HIDE il primo giorno, gli avant-extreme metaller Ashenspire e i post-hardcore noise-rocker KEN Mode il secondo. Insomma, una “festa” in musica fondata sulla libertà di espressione e sul crossover fra generi e che sa mettere insieme metal estremo e cantautorato, hardcore, noise, elettronica ed altro ancora. Quanto a noi, abbiamo avuto il piacere di partecipare alla seconda giornata dell'evento, tenutasi il 14 ottobre scorso

5 nov 2023

25 CANZONI (+1) PER ORIENTARSI NEL NUOVO 'NUOVO METAL' (3/3)

 




Chiudiamo la nostra riflessione sul nuovo 'nuovo metal' con la terza e ultima puntata della nostra rassegna, dove andremo a estrarre altre 10 canzoni rappresentative, dando spazio anche, in calce, alle consuete conclusioni.

Riprendiamo da dove meglio non si potrebbe con...

2 nov 2023

25 CANZONI (+1) PER ORIENTARSI NEL NUOVO 'NUOVO METAL' (2/3)



Proseguiamo la nostra Rassegna sul nuovo 'Nuovo Metal' con altre 10 songs che ci possono guidare nel definire le tendenze in divenire del nostro Genere Preferito.

E partiamo con...

30 ott 2023

25 CANZONI (+1) PER ORIENTARSI NEL NUOVO 'NUOVO METAL' (1/3)

 



Chi siamo? Da dove veniamo? Dove andiamo? E, soprattutto, come cambiamo?

Le ataviche domande che assillano l’uomo sin dagli albori della speculazione filosofica, su se stesso e sulla sua esistenza nel mondo, nel nostro piccolo ce le siamo poste per il Metallo sin da quando Metal Mirror esiste (quasi 9 anni, ormai).

E cioè: cos’è il Metal oggi? Dove sta andando? Quali vie sta battendo?

27 ott 2023

IL METAL NON RIDE - IX. HELLOWEEN E "HAPPY METAL", CI E' ANDATA BENE!

 


Al di fuori del vero metal parodistico stanno altre realtà, che non vogliono parodiare, irridere, o compiacersi con autoironia di quello che siamo. Semplicemente scherzare, perché il lato ridicolo della bellezza non ne guasta il valore e l'impatto, e anzi dà a volte un tocco di colore.

Insomma, un metal “pride”, se – come accade nei vari pridesi carica e si ostenta la parte più risibile del fenomeno. Da notare come questo accada appunto quando a quel fenomeno si vuole rivendicare con orgoglio l'appartenza (pride). Lo spirito di un pride sarebbe quello di dire: noi rivendichiamo gioiosamente, in maniera plateale e visibilissima, il nostro diritto ad esserci e contemporaneamente vi poniamo la nostra esistenza in maniera circense, non ingenua ma innocua

L'opposto, insomma, di una parata militare, nella quale anche i più scalcinati eserciti fanno i seri su trabiccoli di cartapesta.

22 ott 2023

MARDUK - LA RELIGIONE DEL SANGUE E DELLA FORMA CONTRO LA PROMESSA DIVINA



La vita, dopo il trauma della nascita, è una fame; una fame di vita. E la vita che l'uomo avrà per sfamarsi coincide con un processo di morte. La vita è la celebrazione del proprio funerale.

La liturgia del funerale è l'allegoria della vita, e non della sua conclusione. Il funerale inizia quando il cuore inizia a battere.

In questo caso i Marduk si allineano con la tradizione del pensiero sulla morte, il topos del memento-mori, ovvero quelle forme di espressione pittorica, grafica e poetica che esaltano la consapevolezza della morte come antidoto all'attaccamento alla caducità della vita. A differenza del retroterra cristiano che solitamente sta dietro il monito del “ricorda che devi morire”, i Marduk invece propongono un credo nichilista, a-teistico: il nostro Dio è la morte, la nostra fede il funerale.

17 ott 2023

DEPECHE MODE, MARDUK: RICORDATI CHE DEVI MORIRE!




E' quantomeno curioso constatare che sia i Depeche Mode - veterani del pop più sofisticato - che i Marduk - paladini del black più bellicoso - se ne siano usciti nel 2023 con un album intitolato alla stessa maniera, "Memento Mori" per l'esattezza. Cosa potrebbe aver spinto due realtà così distanti a scegliere il medesimo titolo per le loro ultime release, peraltro pubblicate a pochi mesi di distanza l'una dall'altra?

Probabilmente non sono l'unico ad aver notato la cosa, ma il fatto che il mio pseudonimo sia per l'appunto mementomori mi costringe a riversare sulla tastiera del PC una riflessione o due al riguardo. 

12 ott 2023

VIAGGIO NEL DEPRESSIVE BLACK METAL: SORTSIND

 


Decima puntata: Sortsind - "Sår" (1999) 

Questa misconosciuta band danese non è solita comparire nelle "Cronache ufficiali sulle origini del depressive black metal", tuttavia l'ascolto del debutto (nonché unico album rilasciato dalla band) può costituire una esperienza molto interessante per chi fosse appassionato a tali sonorità. 

Una semplice constatazione cronologica (l'anno di pubblicazione di "Sår" è il 1999, quando ancora non si parlava diffusamente di DBM e il DBM non era ancora un sotto-genere comunemente riconosciuto) non fa di questi musicisti necessariamente dei precursori, ma è inquietante notare come in tempi non sospetti i Nostri si avvicinassero molto a certe estrinsecazioni oltranziste di "black metal suicida" che sarebbero andate per la maggiore solo successivamente. Al di là di ogni riflessione sul loro ruolo nella storia del depressive, posso sostenere con sgomento che raramente mi è capitato di imbattermi in qualcosa di così malato e brutalmente autodistruttivo.

7 ott 2023

UN'ALTRA MEMORABILE SERATA CON I SISTERS OF MERCY...



Ci sono dei concerti che vanno oltre la musica e che diventano delle questioni personali: conti in sospeso con te stesso. Non starò a spiegare tutte le vicissitudini intercorse fra me e i Sisters of Mercy nel corso degli ultimi anni, si sappia solo che la band fa tappa a scadenza regolare a Londra, più o meno ogni anno, ed ogni dannata volta c'è stato un cazzo di contrattempo ad impedirmi di andare: un destino avverso che si è materializzato con imprevisti di ogni tipo (inclusa la pandemia). 

Proprio sul finire della pandemia (era l'11 settembre 2021 - ricordo ancora la data!), si verificò l'ennesima rinuncia da parte mia, dettata dalla preoccupazione di ributtarmi nella mischia dopo un anno e mezzo di isolamento. Fu quella la volta che bruciò più di tutte le altre e che mi spinse a giurare che, fosse cascato il mondo, niente mi avrebbe impedito di andare a vedere dal vivo i Sisters of Mercy alla prima occasione utile. Ed eccoci dunque all'attesissimo venerdì 22 settembre 2023, data in cui il mio proposito è stato finalmente coronato (sebbene - ci sarebbe da dire - anche a questo giro non siano mancati eventi nefasti che fino all'ultimo hanno messo in forte discussione la mia presenza...). 

2 ott 2023

VIAGGIO NEL DEPRESSIVE BLACK METAL: I SHALT BECOME

 



Nona puntata: I Shalt Become - "Wanderings" (1998) 

V'è chi considera "Wanderings" degli I Shalt Become il primo full-lenght di depressive black metal della storia. All'opinione pubblica piacciono queste definizioni trancianti, peccato solo che gli I Shalt Become manco ne fossero consapevoli di essere gli iniziatori di un nuovo genere. E chissà, manco adesso lo sanno. Del resto siamo ancora nel 1998, la dicitura depressive non era ancora di diffuso utilizzo, anzi neppure esisteva, e negli Stati Uniti il black metal stentava ad affermarsi. E' lecito credere che all'epoca l'album sia stato ignorato dai più in quanto prodotto underground di una scena minore, salvo poi essere celebrato successivamente fra formaggi stagionati e pregiate marmellate dai Grandi Intenditori dell'Internet

27 set 2023

IL METAL NON RIDE - VIII. L'EPICA DEL RIDICOLO NEI NANOWAR OF STEEL

 


Ci avviciniamo alla fine della Rassegna. Non faremo considerazioni scontate sulla bravura dei Nanowar, crescente e che se mai merita di essere provata direttamente sugli orecchi. Ma dobbiamo, tramite loro, concludere il discorso sul metal parodistico. Se neanche con loro esiste, se neanche i Nanowar facessero metal parodistico...allora il cerchio si chiuderebbe sulla tesi iniziale che “Il metal non ride”. Perché i Nanowar come punto di raccordo circolare? Perché sono decisamente ai vertici del genere, e perché sono italiani, quindi fruibili fino in fondo a livello sia musicale che testuale.

22 set 2023

VIAGGIO NEL DEPRESSIVE BLACK METAL: JUDAS ISCARIOT


Ottava puntata: Judas Iscariot - "Thy Dying Light" (1996)

Si riparte dalla Norvegia, ma con un gruppo.... americano! Questo perché l'influenza di Darkthrone e Burzum è evidentissima nella musica dei Judas Iscariot, dei veri antesignani dell'US Black Metal, operanti in anni in cui tutti i riflettori erano rivolti sull'Europa. 

È interessante notare come le prime manifestazioni del depressive black metal, anche in forma non ancora compiuta, siano germogliate in aree decentrate rispetto alle scene principali dove il black metal si è affermato e ha vissuto i suoi fasti. Ribadiamo dunque l'idea, già espressa, per cui un sotto-genere si forma nel momento in cui si compie una deviazione della strada maestra. Ed evidentemente affinché potesse attecchire un genere così morboso e degradato come il DBM, c'era bisogno di stare isolati, lontani dalle interferenze altrui, distanti dalle "luci della ribalta". Questo probabilmente è anche il caso di Akhenaten, faraonico nome d'arte di Andrew Jay Harris, che dall'Illinois ha portato avanti la sua crociata solitaria, divenendo un precursore per il movimento del DBM ed in particolare dell'ondata americana di cui I Shalt BecomeXasthur e Leviathan sono i nomi più rappresentativi. 

17 set 2023

ANCORA E PER SEMPRE LEE DORRIAN: "DAI MORTI CON AMORE"

 



Chi ci ha seguiti in questi 8 anni di vita, sa bene che tutta la redazione di Metal Mirror è irrimediabilmente doom addicted. Passano gli anni, cambiano le mode ma il doom non riusciamo proprio a farcelo venire a noia.

Detto ciò, non poteva quindi mancare una retrospettiva relativa ad una delle tante incarnazioni di chi del doom ha fatto una vera e propria ragione di vita: sir Lee Dorrian.

12 set 2023

VIAGGIO NEL DEPRESSIVE BLACK METAL: BETHLEHEM


Settima puntata: Bethlehem - "Dictius Te Necare" (1996) 

La nascita del depressive black metal, come quella di ogni altro genere, è un discorso fluido, procede per scossoni attraverso esemplari ibridi, per tentativi: due passi avanti, uno indietro, come i bambini. Anche i Bethlehem non possono essere definiti depressive black metal tout court. Loro si definirebbero "dark metal", come il titolo del loro primo album, uscito in tempi in cui si sperava ancora di lanciare nuovi generi appioppando un aggettivo qualsiasi alla parola metal

Certo quell'aggettivo, dark, si presta molto bene a descrivere la musica dei Bethlehem, da indicare fra coloro che hanno contribuito a forgiare le modalità espressive del DBM e fra i primi, se non i primi, ad introdurre gli stilemi della variante suicidal

7 set 2023

PENSIERI A CAZZO SUI CHAT PILE ED ALTRO (SEDICENTE LIVE REPORT)


- Amore, io vado...

- Dove vai? 

- Ad un concerto dei Chat Pile... 

- Ah, e chi sono? Cosa suonano? 

- Ehm, non so, fanno casino...

Queste le mie parole di congedo quando lunedì 14 agosto sono uscito di casa per recarmi al (The) Dome. E così, mentre magari voi ve ne stavate ancora in spiaggia a sorseggiare del mojito, io me ne andavo a vedere i Chat Pile, non proprio la stessa cosa.... 

Questo è anche stato l'unico appuntamento live di questa mia eretica estate concertistica. Eretica perché in una estate in cui si ha avuto il "Ritorno degli Dei", voglio dire, Pantera ed Iron Maiden a calcare nuovamente i palchi di mezzo mondo, la mia dimensione concertistica è iniziata e si è conclusa in un piccolo locale al cospetto di una band poco più che emergente e nemmeno metal in senso stretto. Ma del resto, più che eretica, questa non è stata manco un'estate, tenendo conto del tempo di merda che si è abbattuto su Londra quest'anno. Ecco dunque il resoconto di una serata musicalmente "strana" che, volendo, potremmo ancora definire metal, visto che ad aprire le danze abbiamo trovato un gruppo black, gli inglesi Dawn Ray'd, e niente meno che il mitico Iggor Cavalera con il suo nuovo progetto electro-noise Petbrick

2 set 2023

VIAGGIO NEL DEPRESSIVE BLACK METAL: STRID


Sesta puntata: Strid - "Strid" (1994)

Per noi il full-lenght è un modulo essenziale della narrazione artistico-musicale: è un traguardo importante per una band, la quale si accredita presso una casa discografica per meriti che le vengono riconosciuti, ed una esposizione compiuta di un messaggio artistico. Abbiamo fatto una eccezione per i Manes, trattandone le demo, perché, se sono stati seminali per il depressive black metal, lo sono stati proprio per quelle demo, e non per il debutto discografico, uscito sulla lunga distanza nel 1999 e portatore di caratteristiche già diverse (la band virerà poi verso altri lidi stilistici).  

Al di là di questo, l'idea era di non aprirsi facilmente alla trattazione di demo, EP o split perché sarebbe stato come scoperchiare un vaso di pandora. Il rischio concreto è che la nostra indagine potesse divenire troppo dispersiva, in special modo per un genere di nicchia e sotterraneo quale è il DBM. Ma per gli Strid l'eccezione si può fare. 

27 ago 2023

IL METAL NON RIDE - VII. L'AUTO RUBATA DEI GWAR

 


I Gwar sono stati il mio primo impatto con il metal parodistico. Esaltati a priori dalle testate giornalistiche di allora come geniacci soltanto perché parodiavano il metal. Il motivo: uno dei grandi complessi del metal, ossia quello di dover ironizzare su di sé per sentirsi a posto con la coscienza. Corollario di questo complesso: è geniale chiunque la butti sul comico e parodistico, deplorevole chi si prende sul serio o addirittura parla di spiritualità all'interno del metal. Già all'epoca non mi era chiaro il confine tra il parossismo serio, tipo gli australiani Sadistik Exekution, i quali buttano a volte sul caricaturale qualcosa di fondamentalmente serio, e i gruppi-parodia, che costruiscono con serietà qualcosa di fondamentalmente scherzoso.

Comunque sia, questi Gwar erano presentati come il massimo dello shock-rock a livello di allestimenti scenici, mentre sul piano musicale non si riusciva a capire esattamente a cosa questo potesse corrispondere: grindcore, hardcore-punk di (s)pregevole fattura o magari invece metal-pop di grana grossa?

22 ago 2023

VIAGGIO NEL DEPRESSIVE BLACK METAL: LES LEGIONS NOIRES

Quinta puntata: Le Légions Noires (1993 - 1997)

Siamo ancora in compagnia di quei nomi che - chi in un modo, chi in un altro - hanno indirizzato il black metal verso i lidi del depressive. In tal contesto ci sembra opportuno menzionare anche la strana storia de Le Légions Noires

Non si tratta di una band nello specifico, ma di una congrega di musicisti che ha operato in Francia nel corso degli anni novanta in condizioni assolutamente originali: una gestazione artistica che per molto tempo è rimasta ignota ai più - e vedremo perché - per poi essere scoperta e rivalutata nell'era di internet. Quelle produzioni così rozze ed autoreferenziali, così sorde innanzi alle esigenze dell'ascoltatore, nondimeno, forniranno più di uno spunto a chi, anni dopo, deciderà di incamminarsi sulla via del depressive black metal....

18 ago 2023

BLACKIE LAWLESS E PIRANDELLO: LA RICERCA DELL'IDENTITA' OLTRE L'IDOLO CREMISI E IL DIO AL NEON

 




Blackie Lawless è da sempre ossessionato dal tema dell'identità. In una fase iniziale dissimula o, meglio, ci si avvicina per gradi, tramite il tema collaterale della maschera. I personaggi di Lawless coniugano la figura del rocker motociclista d'assalto a quella dell'erotomane sado-maso

Di necessità virtù: il profilo di Lawless non fa pensare né a quello di un motociclista legnoso e misantropo, né a quello di un sex symbol; e allora ci butta sopra un bel po' di salsa grottesca, circense. Il suo personaggio è un motociclista con il pisello di fuori che passa attraverso un tunnel degli orrori. Quale messaggio potrebbe veicolare un simile teatrino? Nessuno, nella comune percezione. 

Ma l'inquietudine concettuale di Lawless già ribolle in questo calderone anni '80, fin dall'opener dell'esordio omonimo (1984): "I Wanna Be Somebody". Prima ancora di decidere come presentarsi, la maschera carnevalesca di Lawless pone la sua istanza, sotto l'apparenza del classico inno “wanna-be” delle giovani generazioni ribelli e inquiete. Il sospetto poteva venire perché, subito dopo questa dichiarazione di intenti, si susseguono una teoria di personaggi un po' tutti uguali che in realtà sembrano non voler divenire proprio nessuno, nel nulla di una consumazione di una fuga continua da ogni vincolo e placcaggio da parte della società. Le maschere di Lawless sono innanzitutto travestimenti della natura fondamentale: un uomo ossessionato da un'identità definitiva.

15 ago 2023

FERRAGOSTO CON KING DUDE

 





Cosa possono avere in comune Johnny Cash, Elvis Presley, Ian Curtis, Douglas P. e...gli Entombed?

Si lascino un attimo da parte questi ultimi e ci si focalizzi sui nomi che li precedono: questi sono i riferimenti stilistici per inquadrare King Dude, creatura personale di Thomas Jefferson Cowgill (TG Cowgill per gli amici), con trascorsi nel metal estremo, ma autore di una proposta intrigante che mette insieme americana, folk apocalittico e post-punk. Ecco come ama descriversi lui stesso sulle pagine del suo sito ufficiale:


King Dude is a blue-eyed Mephistopheles with an acoustic guitar; he dresses like Johnny Cash and sings like he cut in line in front of Robert Johnson at the crossroads. His voice can shift from haunting and vulnerable to thunderous near-Biblical fury in the space of a breath, marrying the sacred to the profane with pomp, circumstance, and a curled lip. He sings about death the way he sings about fucking. With inspiration torn from country, blues, Americana, and British folk (and a background in heavy metal), King Dude’s raw, hypnotic hymns channel the past while staring straight ahead into a revelatory future.

Benissimo: una volta tanto, schiacciati fra il sole rovente del deserto e le fiamme dell'Inferno, possiamo celebrare come si deve un soleggiato Ferragosto! 

12 ago 2023

VIAGGIO NEL DEPRESSIVE BLACK METAL: MANES





Quarta puntata: Manes - Demos (1993 - 1995)

Insieme ai Forgotten Woods, i Manes hanno rappresentato una entità anomala per la Norvegia della prima metà degli anni novanta. Siamo a Tromsø, lontani dai riflettori che proiettavano la loro luce accecante su Oslo e Bergen, le città-natale dei due maggiori esponenti del famigerato Inner Circle: il guru Euronymous e il suo alter-ego (o antitesi) Count Grishnackh (alias Varg Vikernes). 

Contrariamente ai Forgotten Woods, tuttavia, i Manes non hanno un "As the Wolves Gather" (1994) o un "The Curse of Mankind" (1996) da esibire con orgoglio: nel loro caso ci dobbiamo fidare sulla parola ed accettare come atto di fede che le loro tre storiche demo ("Maanens Natt", "Ned i Stillheten" e "Til Kongens Grav de Døde Vandrer"), uscite fra il '93 e il '95, siano effettivamente circolate e, soprattutto, siano state significative per qualcuno... 

8 ago 2023

COVEN: OCCULT ROCK, FALSA PARTENZA!




Doom al femminile. Non che la cosa sia una novità, per carità, sono molti anni oramai che il sottobosco psycho/doom metallico è infestato da oscure signore, ma è un dato di fatto che il trend si sia rinvigorito in tempi recenti: ce ne eravamo accorti con Ruby the Hatchet, The Oath, Lucifer, King Witch, e poi ne abbiamo avuto conferma con splendide realtà come Blood Ceremony e Messa. Chissà, forse questa riscossa del gentil sesso è stata incoraggiata dall'interesse crescente che si è generato negli ultimi anni intorno a nomi di brillanti interpreti femminili come Chelsea Wolfe, Anna Von Hausswolff ed Emma Ruth Rundle, ma in molti casi i modelli di riferimento sono ancora da rinvenire nel calderone degli anni sessanta e settanta. Un discorso che non si ferma ai Black Sabbath, come dimostrano proprio gli ultimi lavori dei sopra citati Blood Ceremony e Messa, sempre più convintamente lontani da sonorità metal e maggiormente interessati ad esplorare scenari progressivi e psichedelici. 

Proprio a cavallo fra gli anni sessanta e settanta, in un crocevia che vedeva incontrarsi psichedelia, progressive rock, hard sounds di vario tipo ed oscuro folclore, prendevano corpo diverse pulsioni difficilmente classificabili che poi, in un momento successivo, sarebbero confluite in quello che avremmo definito metal. Fra le tendenze del periodo c'era anche una branca di artisti particolarmente interessati ai temi dell'occultismo, poi messi sotto l'ombrello omnicomprensivo dell'occult rock (termine vago che raccoglieva un gruppo assai eterogeneo di nomi accomunati più da intenti concettuali che stilistici). Fra questi c'erano gli americani Coven, capitanati dalla fatale Jinx Dawson, destinata a divenire un punto di riferimento imprescindibile per tutte le dark-lady che sarebbero venute dopo.