"Parlare di Musica è come ballare di architettura" Frank Zappa

29 dic 2020

GUIDE PRATICHE PER METALLARI: PER MANO AL DI FUORI DEL REAME DEL METALLO


Chi ci legge lo sa: Metal Mirror, al metal consacrato, è un luogo di riflessione in cui il metal viene raccontato da una molteplicità di punti di vista, restituendone una visione complessa e per niente univoca. 

Il metal, si è detto molte volte, è un mondo vasto in cui tutto può convivere, tutto e il contrario di tutto, e ci dispiace per gli ultimi irriducibili che pensano ancora al metal accostandolo ad un concetto di purezza stilistica. Il metal è bastardo!

25 dic 2020

LE MIGLIORI DIECI BALLAD DEL METAL


Nonostante tutto oggi è Natale e ci sentiamo stranamente buoni, pertanto andiamo a parlare di cose buone, di buoni sentimenti, delle buone ballad nel metal: il famigerato “pezzo lento” che si apre il varco fra le batoste sonore offerte, per missione e predisposizione, dal nostro genere prediletto. 

21 dic 2020

THE BEGINNING OF THE END: APPENDICE


 


E siamo così giunti al termine della nostra Rassegna “The Beginning of the End”. Come avevamo anticipato nella nostra Anteprima, nei dieci capitoli che ci hanno accompagnato da febbraio a novembre, le band prese in considerazione sono state tutte dei Mostri Sacri del nostro Genere Preferito. Nate, cresciute e affermatesi tra la fine degli anni settanta e la decade ottantiana, si sono ritrovate, dopo la spiazzante svolta stilistica dei Metallica, l’avvento del grunge e la crisi dei generi classici, a confrontarsi col grande tema del potenziale cambiamento e/o della necessaria (?) evoluzione del sound che li aveva contraddistinti fino a quel momento. Un dilemma reso ancor più complicato dal fatto che le Nuove Leve nate nei nineties stavano facendo della “contaminazione” una bandiera, della promiscuità tra i generi e della spinta sperimentale la loro “normalità”.

17 dic 2020

I MIGLIORI DIECI ALBUM METAL DEL 2020 - LA CLASSIFICA DI METAL MIRROR

 


Non ho paura di ammalarmi ma di tutto quello che il contagio può cambiare, compresa la consueta classifica dei migliori dischi di fine anno.  

Il mondo in fondo è ancora un luogo selvaggio come la nostra musica, dove pipistrelli, uomini e gorilla vivono a stretto contatto generando patologie; la nostra aggressività verso l'ambiente rende probabile il contatto con elementi nuovi che se ne stavano tranquilli fino a poco tempo fa nelle loro nicchie naturali. 

I virus sono come profughi della distruzione ambientale, accanto a batteri, funghi o protozoi; e i dischi che la pandemia ha prodotto in questo 2020 sono figli di questa società. 

13 dic 2020

I MIGLIORI BRANI DEL METAL ESTREMO


Le classifiche, le top-ten fanno schifo, sono una orribile semplificazione delle realtà. Ci va bene tutto, siamo capaci di tutto, vi abbiamo detti quali sono i dieci migliori ALBUM metal di sempre, quali i dieci migliori BRANI metal di sempre, ma con l’Estremo non si scherza.

Abbiamo provato a mettere dieci titoli in fila, ma non ce l’abbiamo fatta: ogni volta che pensavamo di aver raggiungo un equilibrio, qualche importante “pezzo di estremo” rimaneva tagliato fuori. Per questo motivo, questa volta - solo per questa volta - abbiamo deciso di fare un’eccezione… 

9 dic 2020

I MIGLIORI DIECI BRANI DI METAL "MODERNO"


Ci avete coperto di sputi ed insulti perché nella nostra selezione dei migliori dieci brani metal di sempre abbiamo contemplato solo band di impostazione classica, ed allora eccoci qua a farci perdonare con una top-ten nuova di zecca. 

Lo spirito di questa operazione è analogo a quello che ci spinse a scrivere la rassegna de “I dieci album che sconvolsero il Metal”, in risposta a quella su “I dieci migliori album metal di sempre”. Come accadde allora, questa top-ten sarà parimenti dedicata alle specifiche forme di metal che, a partire dalla decade novantiana e il proliferare delle sonorità alternative, avrebbero in qualche modo cambiato per sempre il volto di quel metal "tradizionale" che, coerentemente e senza strappi, si era evoluto dagli anni settanta agli ottanta. 

5 dic 2020

I MIGLIORI DIECI BRANI METAL DI SEMPRE


Le top-ten comportano sempre un processo di semplificazione della realtà, ma in questa perdita di complessità o di importanti pezzi di significato, guadagniamo in termini di sintesi e visione d’insieme. Sono operazioni faticose, a volte dolorose, e spesso conducono ad esiti opinabili, irrimediabilmente affetti da gusti o percezioni personali (ma quale umana speculazione, del resto, non lo è?). 

I migliori dieci brani di sempre del metal. Non è la prima volta che Metal Mirror si cimenta in una prova di estrema semplificazione metallica: ricordate “I migliori dieci album metal di sempre”? Bene, oggi alziamo ulteriormente l’asticella delle nostre ambizioni e ci poniamo l’obiettivo di selezionare i dieci brani che secondo noi sono i più “belli” dell’heavy metal, quelli che faremmo ascoltare ad un neofita per fargli capire, al primo colpo, la grandezza del nostro genere preferito. Ma se individuare dieci album fu una strage, fermarsi a dieci brani è un vero genocidio, considerata la ricchezza e la varietà di espressioni che il metal ha saputo offrire nel corso delle sue cinque decadi di esistenza. 

1 dic 2020

500 ALBUM X 50 ANNI DI METAL - Conclusioni

 


50ENNALE DEL METAL - I MIGLIORI 500 ALBUM  - Lista completa

Eccoci nuovamente alle prese con la storia cinquantennale del metal. Negli scorsi dieci mesi, a botte di cinquanta titoli per volta, vi abbiamo svelato quelli che secondo noi sono stati i cinquecento album più significativi del nostro genere preferito nei suoi cinquantant'anni di esistenza: dal temporale che apriva il primo mitico album dei Black Sabbath, ai colpi di tamburo che chiudono "Legacy of the Dark Lands" dei Blind Guardianopera (in tutti i sensi!) che abbiamo eletto quale degna conclusione del nostro viaggio, ma che di certo non costituisce l'atto finale della saga immortale (ce lo auguriamo!) dell'heavy metal.  

27 nov 2020

THE BEGINNING OF THE END: "JUGULATOR" (JUDAS PRIEST)

 


Sempre un passo avanti rispetto a tutti. Sempre i più duri nell’alveo del Metal Classico. I Judas. I “Gods of Metal” non hanno (quasi) mai tradito i propri fan. Erano già avanti prima dell’esplosione della N.W.O.B.H.M., quando seppero sfornare album immortali come “Sad wings of tragedy”, “Stained class” e “Killing machine/Hell bent for leather”; lo rimasero, nel sound, nell’attitudine e nell'iconico look all’alba della New Wave quando, assieme agli Iron, misero tutti in riga con “British steel” e “Screaming for vengeance”. E anche quando la spinta propulsiva di quel movimento si stava consumando, i JP non persero un briciolo di intensità e pesantezza, sfornando, anzi, uno dei loro dischi più apprezzati: il programmatico “Defenders of the faith”.

23 nov 2020

PINK FLOYD: GUIDA PRATICA PER METALLARI


Ha senso spendere ulteriori parole sui Pink Floyd nell’anno di grazia 2020, quando oceani di inchiostro sono già stati versati? Ripercorrere la discografia dei Pink Floyd potrebbe sembrare oggi cosa oziosa e ridondante, tuttavia viviamo nell’era di Spotify e delle playlist, dove gli artisti vengono conosciuti attraverso i loro brani e non tramite gli album, cosa che non si confà ad una band che ha scritto album prima ancora che brani. 

Come già fatto con altri grandi nomi del rock, Metal Mirror intende ripercorrere a volo d’uccello l’epopea pinkfloydiana soffermandosi sui quei passaggi della discografia che possono essere più consistenti per chi ascolta heavy metal. Il concetto di “espansione del suono”, tradotto nella suite monumentale che ha rapito il cuore di molti artisti metal dalle sconfinate ambizioni; il delirio watersiano come ispiratore primo del concept album esistenzialista (nel metal); l’infinito assolo gilmouriano che ritroveremo in una miriade di brani (metal): ai legami fra il nostro genere preferito e Pink Floyd, del resto, abbiamo dedicato una rassegna intera, a cui questo articolo intende fare da lettura propedeutica. 

19 nov 2020

DIECI ALBUM (PIU' UNO) DI METAL "PINKFLOYDIANO"

 


Mai nessuna band nel rock come i Pink Floyd ha saputo conquistare estimatori provenienti da ogni ambito musicale: un pubblico trasversale che va dal sincero appassionato di musica all’ascoltatore generalista attratto dalla hit del momento. Fra album memorabili, show spettacolari, copertine iconiche, nelle sue cinque decadi di storia la band inglese ha saputo mettere d’accordo veramente tutti, belli e brutti, compresi i metallari. 

Il fatto strano è che i Pink Floyd non hanno mai suonato mezza nota di rock duro, ma evidentemente, a scapito degli aspetti strettamente stilistici, la musica dei Nostri è portatrice di una grandiosità, di un grado di complessità concettuale, di una carica visionaria, di un fascino narrativo, e – perché no – di una pomposità tali da sedurre musicisti dalle grandi ambizioni come ve ne possono essere anche nell’universo metal. 

14 nov 2020

SULL'ATTEGGIAMENTO DEL METALLARO MEDIO VERSO I FILM CHE PARLANO DI METAL - ovvero la (NON) RECENSIONE DI "THE DIRT"

 


E’ inutile: a noi metallari basta sapere che si sono accese le luci dei riflettori extra-musicali sul nostro Genere Preferito, e ci si rizzano le antenne.  La curiosità ci consuma. Ci buttiamo a capofitto su qualsivoglia film, libro o documentario esca sul mercato, a livello più o meno mainstream. Non foss’altro per vedere, con un po' di pregiudizio e/o puzza sotto al naso, come si è trattato un qualcosa che noi pensiamo di conoscere approfonditamente e che, come tale, consideriamo di nostra ristretta competenza.

E se è addirittura Netflix, piattaforma mainstream per eccellenza, a prendersi la briga di distribuire un film su una metal band (ma è meglio usare la più tranquillizzante locuzione “rock band”) allora non possiamo proprio resistere. E il censore che è dentro ognuno di noi è pronto per calare la scure su un prodotto che, pensiamo già con una certa sicumera, "non metterà certamente in risalto, come solo un adepto del verbo metal saprebbe fare, le caratteristiche musicali che a noi premono, gli aspetti tecnici dei musicisti, le sfumature del sound, ecc". 

Diciamolo…sotto sotto, con una buona dose di pre-giudizio, siamo pronti a scommettere che i temi succitati rimarranno in superficie, abbozzati in modo pacchiano, incompetente e mettendo in luce gli aspetti pruriginosi e “commerciali” dei protagonisti dell’operazione.

Ecco, bene: è andata esattamente così per “The Dirt: Mötley Crüe”. O addirittura peggio.

10 nov 2020

RECENSIONE: "PHANEROZOIC I & II" (THE OCEAN COLLECTIVE)

 


Per pigrizia. Per superficialità. E per una sottile, e stolta, sensazione di sfiducia.

Per questi ingiustificabili motivi non ho ascoltato “Phanerozoic” degli immensi The Ocean. Cioè, mi sono accontentato di ascoltare, supinamente, i due singoli usciti nel 2018 (e sui quali avevamo puntualmente relazionato).

E poi? Cosa mi ha spinto a non procurarmi l’album completo? Forse il fatto che fosse una Parte I? O che, appunto, non ritenessi che il Collettivo capitanato da Robin Staps e Paul Seidel potesse in ogni caso superare, o quantomeno bissare, i fasti di “Pelagial”?

In ogni caso, non ho scuse.

6 nov 2020

RECENSIONE: "TRANSITUS" (AYREON)

 


E’ la recensione che non avrei mai voluto scrivere. Ma mi tocca scriverla. A malincuore, ma mi tocca…

Testa e pancia. Raziocinio e sentimento.

Come mi succede solo per pochi altri artisti metal, mi trovo davvero in ambasce a parlare con serena obiettività delle release degli Ayreon. Ma non possiamo di certo far finta di nulla adesso che è da poco uscito il nuovo, doppio, “Transitus”, che cade peraltro nel 25ennale di vita di questa Splendida Creatura, unica nel panorama metal mondiale.

3 nov 2020

500 ALBUM X 50 ANNI DI METAL - (Parte X)




50ENNALE DEL METAL - I MIGLIORI 500 ALBUM  - 10a parte

Giungiamo dunque al termine del nostro viaggio attraverso quelle che sono state secondo noi le cinquecento (500!) opere più significative per descrivere gli sviluppi del metal nella sua storia cinquantennale.

Gli ultimi cinquanta album da noi trattati copriranno niente meno che quindici lunghi anni: un dato che cozza visibilmente con i numeri delle puntate precedenti, che hanno visto lo stesso numero di titoli rappresentare lassi di tempo ben inferiori, a dimostrazione di una "densità" creativa che ha conosciuto il suo acme durante gli anni ottanta e parte dei novanta.

Dovremmo dunque concludere che quello degli ultimi tre lustri sia stato un metal meno brillante che in passato? No, affatto: il metal è ancora fra di noi, vivo e vegeto, e capace tutt'ora di sfornare eccelsi capolavori, oggi come ieri...

29 ott 2020

THE BEGINNING OF THE END: "HEAR IN THE NOW FRONTIER" (QUEENSRYCHE)



Lo diciamo subito a scanso di equivoci: “Hear in the Now Frontier”, nella nostra Rassegna, rappresenta un’eccezione. Nel senso che, a differenza di tutti gli altri dischi fin qui trattati, questo non è solo l’inizio della fine per la band americana. E non è neppure uno di quegli album che, nella nostra Anteprima, avevamo preannunciato essersi “rivelati ancora validi da un punto di vista artistico e a volte persino baciati dal successo di pubblico”.

Proprio no. HitNF fa proprio schifo. Non solo in relazione alla storia e alla carriera dei Queensrÿche, ma proprio come album in sé.

25 ott 2020

F. DE ANDRE' E IL METAL - 20 ESSENTIALS (Parte 3/3)

 

Ed eccoci alla terza e ultima parte della nostra Retrospettiva sul lato oscuro/metal della musica di Fabrizio De Andrè.

Nella seconda parte eravamo arrivati al 1975 e al suo ottavo disco di inediti in studio. In quest'ultima sezione affronteremo gli ultimi 20 anni della sua carriera artistica. 20 anni in cui il Nostro pubblicò "appena" 5 dischi. Ma che dischi...

21 ott 2020

F. DE ANDRE' E IL METAL - 20 ESSENTIALS (Parte 2/3)

 



Riprendiamo la nostra Retrospettiva sul De Andrè oscuro, dopo la conclusione della sua prima parte di attività (comprendente idealmente i primi 3 full lenght + le due importanti raccolte antologiche "Tutto Fabrizio De Andrè", del 1966, e "Nuvole barocche" del 1969), con quella che possiamo considerare la seconda parte della Carriera del Nostro. Che comprende tre concept albums in fila. Altre tre pietre miliari della canzone d'autore italiana.

17 ott 2020

F. DE ANDRE' E IL METAL - 20 ESSENTIALS (Parte 1/3)

 



Vi ricordate il varietà “RockPolitick”, condotto e ideato da Adriano Celentano nel 2005? La RAI lo presentò come un evento epocale, con teaser mandati in onda mesi prima, tali da creare un clima di attesa spasmodica come mai ricordo ancor oggi per una trasmissione televisiva. Il fulcro del Varietà erano, manco a dirlo, i monologhi del Molleggiato, punteggiati da pause chilometriche, nei quali il Nostro si dilettava a distinguere, non solo a livello musicale, ma anche politico, cosa fosse rock e cosa fosse invece lento.

Nel vasto e articolato mondo metallico, i più non identificano come "metal" solo la musica che ascoltano. Ma vi comprendono tutta una serie di manifestazioni artistiche che hanno una sensibilità, una struttura e un concepimento che sono affini al nostro Genere Preferito. Quanti film, libri, mostre d’arte, opere pittoriche, fumetti abbiamo sentiti definire “metal”?

13 ott 2020

LEZIONI DI SATANISMO A FASCICOLI - IL NON RITO DELLA VITA CHE NASCE IN "SATAN'S FALL" DEI MERCYFUL FATE



Alla fine parliamo un po' in positivo di Mercyful Fate, che abbiamo ingiustamente bistrattato solo per le ultime produzioni e per alcuni brani indisponenti di una infelice raccolta di inediti minori.

E invece i Mercyful hanno anche il pregio di proporre un metal "satanico" secondo uno stile opposto sia a quello dei Venom, sia a quello “allusivo” di tutto il pre-metal settantiano e delle sue propaggini. 

9 ott 2020

"FLOWERS OF EVIL": L'ALBUM NON-DEFINITIVO DEGLI ULVER CHE NON BALLEREMO



“Per ascoltare "The Assassination of Julius Caesar" ho fatto una cosa che non facevo da molto tempo: ho scelto un momento propizio in cui sapevo che nessuno mi avrebbe rotto i coglioni, mi sono sdraiato sul letto, ho spento il cellulare, ho inforcato le cuffie ed aperto il booklet con i testi. Un lusso di questi tempi, ma questo lo dovevo agli Ulver, che seguo dagli inizi: se questa vita frenetica ci sequestra il tempo, cerchiamo allora di lavorare sulla qualità di quel poco che ci rimane. Gli Ulver se lo meritano.” 

Questo scrivevo nel 2017, e rileggendo oggi queste mie parole, mi stupisco di quanto ancora fossi romantico, appena tre anni fa. Molta acqua evidentemente è passata sotto i ponti: i tempi cambiano, la vita cambia, il mondo cambia, tanto che questo “Flowers of Evil” l’ho ascoltato distrattamente su YouTube un sabato mattina mentre facevo colazione. Poi l'ho riascoltato, e ho pure comprato il cd, perchè gli Ulver sono gli Ulver, ma le impressioni, devo dire, sono rimaste più o meno quelle del primo ascolto...

6 ott 2020

500 ALBUM X 50 ANNI DI METAL - (Parte IX)




50ENNALE DEL METAL - I MIGLIORI 500 ALBUM  - 9a parte

Se la decade degli anni settanta ha significato per il metal genesi e sviluppo, e quella degli ottanta piena affermazione e splendore, con gli anni novanta se ne son viste di cotte e di crude: un laboratorio formidabile, gli anni novanta, che, fra crisi di identità, forti scossoni e il proliferare di una miriade di sotto-generi più o meno "bastardi", ha testimoniato la straordinaria capacità di reazione di un Metal capace di saper sopravvivere, e alla grande, all'eclissi delle sue forme tradizionali.

Con l'avvento del nuovo millennio, la parola d'ordine è stata indubbiamente "post": un approccio, in verità, già anticipato nel quinquennio precedente dalle brillanti intuizioni di interpreti quali Tool e  soprattutto Neurosis.

2 ott 2020

IN DIFESA DI "THE X FACTOR" A 25 ANNI DALLA SUA USCITA



Reietti. Trattati come appestati. O, nel migliore dei casi, ignorati. Come se non fossero mai esistiti. “The X Factor” e “Virtual XI”. Per colpa sua: Blaze Bailey. Il terzo cantante della storia dei Maiden non è mai stato benvoluto e/o apprezzato. Di conseguenza, men che meno “rimpianto”. Sarà perché la dipartita di Bruce fu davvero traumatica, sarà stato per il suo timbro, lontano da certi acuti strappatonsille del canonico heavy metal singer; sarà perché il suo commiato è avvenuto dopo “Virtual XI”, uno dei peggiori dischi (il peggiore?) dei Maiden. Insomma, nessuna pietà nel trattare quella fase storica della Vergine di Ferro.

28 set 2020

THE BEGINNING OF THE END: "BLACKACIDEVIL" (DANZIG)



Glenn Danzig infilava dischi in stato di grazia nei primi anni '90. Un mito con i Misfits, un culto con i Samhain.

Poi il terzo Samhain, i cui brani presero lentamente una forma dark-blues-metal, rinunciando all'approccio punk. Probabilmente molti lo hanno abbandonato lì, perché troppo pulitino e impostato. Per modo di dire, naturalmente. Il suo tema è il sesso, a impronta bdsm, ma anche la religione, con un nesso non difficile da ricostruire tra padronanza di sé e dei propri istinti e rifiuto di sistemi che subordinano per privare, e non per dare. Vi è quindi una tematica traversale in cui il diavolo, il dominatore sessuale e il predicatore indipendente si allineano. Questo liricamente.

24 set 2020

KING CRIMSON: GUIDA PRATICA PER METALLARI


Chi ci legge abitualmente sa che amiamo spesso camminare lungo e oltre i confini del Reame del Metallo: a noi le nette separazioni non piacciono, per noi il metal, certamente, è un macro-mondo dotato dei suoi innegabili tratti distintivi, ma anche un organismo che in modo fluido si integra con altri sistemi in un quadro più ampio. Da qui, senz’altro, passa anche la nostra passione per artisti che non sono certo da reclutare nelle Armate del Metallo, ma che per tutta una serie di ragioni possono andare incontro a certe esigenze del metallaro: quel metallaro che ovviamente non vede la propria passione per il suo genere preferito come un atto di fede incondizionato, bensì come un percorso di conoscenza, piacere ed arricchimento che può toccare tappe anche non preventivate. 

Non definirei i King Crimson una mappa così fuori dal tracciato, non solo per la popolarità della band che, considerata fra gli esponenti più importanti del progressive rock, ha sicuramente incrociato il cammino dell’appassionato di prog-metal, ma anche per la pubblicità fatta da parte di artisti “nostrani” (e di tutto rispetto) come Voivod e Tool. Con oggi vogliamo offrire una guida pratica ai metal-head che non hanno ancora avuto modo di addentrarsi nella discografia dei King Crimson ed approfondirla. Benvenuti quindi nella Corte del Re Cremisi! 

20 set 2020

NEPTUNIAN MAXIMALISM, "EONS"


Il 2020, per il sottoscritto, è stato indubbiamente l’anno degli album titanici, dove con titanico intendo riferirmi ad opere di estesa durata e dalle ambizioni smisurate. Saranno stati il lockdown, le restrizioni imposte successivamente, quel clima di asfissia che una epidemia/pandemia inevitabilmente induce, cosicché la mente mia ha avuto bisogno più che mai di spaziare, e quale migliore medium se non la musica? 

Avrei potuto, per qualità dell’impatto metafisico/trascendentale, addentrarmi nel mondo della musica classica, ma per predisposizioni personali ho preferito ripiegare sull’atmospheric black metal che, lungi dall’avermi avvolto in una coltre di malsana estraneazione, mi ha permesso di squarciare il velo della realtà materiale per accedere a "mondi altri" in cui io, almeno virtualmente, potessi muovermi liberamente. Ma non si può vivere solo di atmospheric black metal, ecco dunque che mi è venuto in soccorso questo altro colossale lavoro (quasi due ore ed un quarto la sua durata) partorito dai belgi Neptunian Maximalism, che già dal monicker suonano splendidi alle mie orecchie... 

16 set 2020

IL RESPIRO "ANTI-ESTABLISHMENT" DI GRAVE DIGGER E RUNNING WILD


Esiste una musica più fraintesa e derisa del power-heavy Metal?

Citando Elvis Costello, che nel suo album di debutto “Almost blue” (1981) pretese uno sticker incollato sulla copertina che recitava Attenzione! Questo disco contiene musica country & western e potrebbe produrre drastiche reazioni in persone dalla mentalità ristretta, così molti vorrebbero metterne oggi uno su ogni album degli HammerFall con scritto: Attenzione questo disco potrebbe produrre drastiche reazioni in persone dalla mentalità aperta.

12 set 2020

IL METAL FUORI DAL METAL: IL CASO DI A.A. WILLIAMS


Si diceva tempo fa della mia incapacità di resistere al fascino femminile. Questa volta la “sirena” che ha attirato la mia attenzione si chiama A.A. Williams e il metal, con lei, è un fatto solo marginale, ma in qualche modo presente: non a caso ad un certo punto nel suo album di debutto "Forever Blue" spunta inaspettatamente fuori il growl di Johannes Persson dei Cult of Luna, e questo non è qualcosa che accade in tutti gli album di cantautorato femminile...

A.A. Williams assomiglia un poco a Chelsea Wolfe, di cui già abbiamo avuto modo di parlare sul nostro blog: in lavori come l’eccelso “Abyss” e il buono “Hiss Spun”, infatti, l'oscura chanteur americana si era corazzata di sferzante doom per inasprire la sua vocazione dark-cantautoriale, avviando di fatto un nuovo filone che sembra aver preso piede negli ultimi anni e contagiato con suggestioni "metal" molte interpreti femminili. 

8 set 2020

CHISSA' QUANTO HA COMPOSTO JOHN PETRUCCI DURANTE LA PANDEMIA


Corona virus e industria musicale. Chi campa di musica si è certamente visto stravolgere i piani in questo 2020. E per chi aveva progettato di intraprendere un tour, di sicuro il passaggio del virus non è stata una questione irrilevante, considerato che oggigiorno gli introiti del musicista provengono più dall’attività dal vivo che dalla vendita dei dischi. E per piacere non venitemi a parlare di live in streaming a pagamento o video casalinghi registrati da musicisti in astinenza di attenzioni...

Premesso che è stato un duro colpo per tutti, forse per i musicisti dotati di fama e solidità economica il colpo è stato meno duro. Come per molti altri lavoratori che hanno superato (quasi) indenni il dramma del lockdown dribblandolo con l’home-working, forse anche per gli artisti affermati affrontare questo periodo ha significato semplicemente pazientare e trovare un modo per ammazzare il tempo in modo costruttivo. Il mio pensiero è andato, non so perché, a John Petrucci...

4 set 2020

500 ALBUM X 50 ANNI DI METAL - (Parte VIII)



50ENNALE DEL METAL - I MIGLIORI 500 ALBUM  - 8a parte

Si è detto mille volte "il metal è morto", eppure il metal ha dimostrato nel corso dei decenni una formidabile resilienza (tanto per utilizzare un termine oggi in voga) che gli ha permesso di sopravvivere alle mode ed alle novità di volta in volta introdotte nel più vasto mondo della musica. Anche a seguito dello tzunami del grunge e delle sonorità alternative, che in effetti comportarono la scomparsa di certi filoni in forza nel decennio degli '80, il metal ha continuato a marciare inesorabilmente, rigenerandosi attraverso nuovi suoni e altrettanto nuove modalità produttive, contaminandosi ove necessario, codificando nuovi stilemi, rinfrescando quelli vecchi.

Ma se proprio bisogna parlare di crisi, sarebbe appropriato tirare in ballo lo scorcio finale degli anni novanta, dove il panorama si faceva ancora più confuso che in precedenza, ma dove a predominare era indubbiamente il nu-metal, visto da molti come un atto di tradimento nei confronti di quello che era comunemente considerato l'autentico spirito dell'heavy metal.

31 ago 2020

THE BEGINNING OF THE END: "LOW" (TESTAMENT)




Ho un ricordo netto, ma non so se è vero. Qualcuno di voi avrà visto il film “Memento” di C. Nolan (2000). Ve lo riassumo (attenzione, è uno spoiler!): un tizio diventa incapace di fissare le memorie, e per sbaglio pratica un'iniezione di insulina alla moglie due volte, uccidendola. Per evitare di vivere nel rimorso, crea una falsa pista prima di perdere nuovamente la memoria. Quando si risveglia, si troverà falsi indizi che lo spingeranno a seguire sulla falsa pista gli inesistenti assassini della moglie, in realtà le persone che conoscono la verità, e che in questo modo lui eliminerà.

28 ago 2020

REMINISCENZE ULVERIANE: ELOGIO AL MADRIGALE DELLA NOTTE


Oggi, 28 agosto, dovrebbe uscire l’ultimo album degli Ulver. Stando ai tre brani condivisi in rete, parrebbe che i Nostri abbiano deciso di proseguire il loro cammino sulla scia del precedente (e molto valido) “The Assassination of Julius Caesar”, accentuandone ulteriormente i toni pop. Cosa che non è un male in sé, ma al momento devo dire che quello che ho ascoltato non mi ha entusiasmato (esprimerò un giudizio più avanti, quando avrò ascoltato l’album per intero). Il vero problema, semmai, è che il 2020 (l'anno del corona virus), per come si è configurato fino ad oggi, non si presta molto al pop degli Ulver, che per il sottoscritto significa aperitivi, cene, incontri, scenari urbani (un'urbanità oggi preclusa in molte delle sue modalità e che era già stata suggerita dalla location del video di “Russian Doll”, singolo di lancio diffuso in tempi non sospetti). 

Il 2020, come già rimarcato più volte, è semmai, per il sottoscritto, l’anno degli ascolti “profondi”, quegli ascolti da consumare in solitudine, nel silenzio, capaci di estraniare dalla realtà circostante e condurre in luoghi dove, almeno con la mente, uno possa vagare liberamente. Questa estate, in particolare, mi è tornata una voglia prepotente di ascoltare “Nattens Madrigal”, ed è questo il motivo per cui mi sento di parlarne oggi. 

23 ago 2020

BRUNO LAUZI E LE ALTEZZE DEL DOOM



L'altra faccia del Doom, potremmo dire, è quella che si propone di capirci qualcosa di più se si rallenta. Potremmo anche dire che all'origine del doom, negli anni della “psichedelia”, forse era proprio questa l'idea, cioè una musica che riflettesse quella dimensione sospesa e d'approfondimento indotta dalle droghe che “aprivano la mente” (i mind expander). La aprivano e non la richiudevano spesso, lasciando poi dietro di sé le cosiddette “teste acide”, cioè gente che andava in trip spontaneo, senza più bisogno di droghe. 

Il doom è quindi poi divenuto “stoned”, ovvero qualcosa che visto da fuori sembrava più rallentato in maniera futile e ridondante, che non aperto e caleidoscopico come visto dal dentro. Un capirci di meno, quindi - con tutto il mistero e il fascino che il capirci di meno e l'esser lenti e duri può avere.

19 ago 2020

"EVIL UNITED" - ovvero il "senso di comunità" espresso dai DEATH ANGEL


Quella notte non c’era nessuno in casa e sentivo odore di polvere nell’aria, camminando in soggiorno senza idee e senza sapere dove sbattere la testa, ho deciso di fare una cosa che non avrei dovuto neanche pensare: ascoltare un disco dei Death Angel.