"Parlare di Musica è come ballare di architettura" Frank Zappa

29 mag 2020

THE BEGINNING OF THE END: "RENEWAL" (KREATOR)


Lo dico subito a scanso di equivoci: adoro “Renewal”. E adoro anche “Outcast” ed “Endorama”, che con "Renewal" compongono un controverso trittico di opere che ha svelato, nel corso degli anni novanta, le qualità autoriali di Mille Petrozza e le propensioni al cambiamento, fino ad allora insospettabili, di una band della vecchia scuola come i Kreator

Cambiamento: era questo il tema di cui volevamo dibattere. Qui il problema non è l’album in sé (quel “Renewal” tanto bistrattato all’uscita e poi rivalutato successivamente), perché il senso di questa rassegna non è trattare gli album più brutti del metal, ma quegli album che hanno costituito un punto di “rottura” nel percorso di talune band. In questo caso, più che di una fase di definizione identitaria specifica per i Kreator stessi, sarebbe più lecito parlare delle crisi di un genere intero: il thrash metal agli inizi degli anni novanta

25 mag 2020

IL DEATH METAL DI MICHEL PICCOLI - L'EVACUAZIONE DELLA VITA


"E'morto Michel Piccoli", mi dice un mio conoscente. "Noooo!" E immediatamente fa riferimento ad una sua ultima celebre interpretazione, in "Habemus Papam". Io annuisco ma dentro di me contrattacco: “Ma nooo! Michel Piccoli non è quello che faceva il Papa in crisi di identità, Michel Piccoli è quello che muore scorreggiando ne “La grande abbuffata” di Ferreri.

Una figura che non può che evocarmi un parallelismo automatico e naturale con il death metal più amante delle metafore alimentari-fecali della vita, i Cattle Decapitation.

21 mag 2020

I MIGLIORI DIECI ALBUM (PIU' UNO) DEL METAL ITALIANO



Nella nostra rassegna sul Metal Italiano abbiamo espresso la tesi secondo cui, in Italia, non si sarebbe sviluppato un metal propriamente nazionale, ossia una aggregazione di tratti stilistici che possano essere identificati inequivocabilmente come “Metal Italiano”.

Si è visto che vari fattori (storici, culturali e sociali) ed una industria musicale sostanzialmente assente o addirittura avversa, hanno concorso affinché si instaurasse questo stato di cose, facendo sì che si creasse un panorama frastagliato, disomogeneo e, più in generale, caratterizzato da una tendenza ad inseguire modelli esteri piuttosto che coniarne di autoctoni.

17 mag 2020

IL METAL ITALIANO NON ESISTE (parte seconda)



Gli anni novanta. Come accennato nella prima parte della nostra rassegna sul metal italiano, le cose, almeno a livello di popolarità, principiarono a migliorare, sull'onda del successo planetario di Metallica, Guns 'n' Roses e del fenomeno grunge, che risvegliava un sentimento rock dopo i sintetici e laccati anni ottanta.

Videoclip di band rock/metal italiane approdavano in TV, trasmessi da parte delle emittenti musicali, e grazie alla maggiore esposizione mediatica certi nomi iniziavano ad emergere dall’underground, favorendo l’ascesa del metal italiano a livello nazionale: conditio sine qua non per compiere il vero salto di qualità a livello internazionale. 

13 mag 2020

IL METAL ITALIANO NON ESISTE (parte prima)


Mi sono sempre chiesto come, fuori dai patri confini, il metal italiano sia visto e giudicato. Ovviamente, da italiani, abbiamo una visione distorta, certamente più ampia ed approfondita, che tuttavia può complicare le cose. L’auto-giudicarsi è sempre stato il processo più difficile, tanto più che nel corso dei decenni la considerazione degli stessi italiani del “loro” metal è radicalmente cambiata: all’inizio ignorato o snobbato per una inflessibile vocazione esterofila (tanto che i musicisti cercavano di nascondere la propria origine dietro a pseudonimi inglesi ed abbracciando in toto sonorità anglosassoni), il metal tricolore è stato progressivamente scoperto, riconosciuto, apprezzato, rivalutato e in certi casi sopravvalutato, passando straordinariamente dalla vergogna all’orgoglio.

9 mag 2020

IMMORTAL: L'ERA ABBATH


Ancora Immortal. Se ne è parlato abbastanza sul nostro blog, ma l’esibizione di Abbath di qualche tempo fa (per l'esattezza l'ultimo concerto prima dell'avvento del coronavirus) ci esorta ad approfondire quella fase della storia della band che ha visto  proprio Mr. Olve Eikemo detenere, da solo, le redini della band.

L’Era Abbath consta di quattro album rilasciati nell’arco di circa dieci anni, dal 1999 al 2009. In questa fase le coordinate stilistiche degli Immortal, che negli anni precedenti si erano imposti come nome di punta dell’emergente movimento black metal in Norvegia, si sono spostate in modo significativo: dalle sonorità estreme dei primi quattro album, dove la band si era distinta per un suono cruento e il più delle volte velocissimo, si passò ad un approccio più melodico e dai tratti marcatamente epici (chi ha detto Bathory?). Forse un boccone amaro da inghiottire per i fan oltranzisti della prima ora, ma certamente una via, quella intrapresa, che ha dato alla band una maggiore visibilità, con positivi riscontri in termini di popolarità.

5 mag 2020

500 ALBUM X 50 ANNI DI METAL - (Parte IV)



50ENNALE DEL METAL - I MIGLIORI 500 ALBUM  - 4a parte


Se negli scorsi cinquanta album abbiamo assistito all'affermarsi del thrash metal, la puntata di oggi (altri cinquanta titoli, questa volta spalmati fra la seconda metà del 1988 e la fine del 1990) è sicuramente dominata dall'avvento del death metal.

Si è visto infatti come la seconda metà degli anni ottanta fosse stata caratterizzata dal fenomeno del thrash metal: genere che, dopo pochi anni di rodaggio, era stato in grado di raggiungere lo stadio della piena maturità, elevandosi ad un livello di qualità e successo persino pari a quello dei classici dell'heavy metal tradizionale. Da un punto di vista evolutivo, il metal si trovò dunque innanzi ad un bivio: raffinarsi oppure proseguire lungo la via dell'Estremo...

1 mag 2020

RECENSIONE: "ELECTRIC CASTLE and other tales" (AYREON)



12.000 fan da 68 paesi diversi (sic!) per 4 serate di sold-out. Arjen ci deve aver preso gusto. Ai live. E i fan con lui. Dal nulla assoluto (se si esclude la buonissima esperienza di “Live on Earth” del 2003 targata Star One) siamo passati a 3 uscite dal vivo in 4 anni targate Ayreon, per altrettanti CD/DVD.

Dopo le riuscite clamorose di “The Theatre Equation” (2016) e l’opera omnia/definitiva di “Ayreon Universe” (2018), Lucassen decide (guidato dalle sapienti mani manageriali della sua consorte Lori Linstruth) di celebrare una dei suoi tanti capolavori, “Into the Electric Castle” attraverso la sua riproposizione musical-e, una vera e propria rappresentazione in rock-opera style.