"Parlare di Musica è come ballare di architettura" Frank Zappa

29 ott 2019

I MIGLIORI EP DEL METAL: "RESTORATION" (HAKEN)



Che gli Haken fossero degli ambiziosi fuoriclasse, sia da un punto di vista tecnico che compositivo, lo si poteva supporre già dal loro demo del 2008, “Enter the 5th dimension”: quasi un’ora di musica in appena 6 canzoni, con un paio di queste a sforare abbondantemente i 10’ di durata.

Dopo aver fatto il botto con “The Mountain” (2013) e prima di pubblicare quell’albumone pauroso che risponde al titolo di “Affinity”, i Nostri decisero di recuperare quella positiva esperienza della demo riprendendo come base di partenza per un nuovo lavoro, tre brani ivi contenuti: “Blind”, “Black seed” e “Snow”. Le “ristrutturarono” e ne fecero tre canzoni nuove di zecca. Cioè le tre canzoni contenute in “Restoration”.

26 ott 2019

I BRANI PIU' INDISPONENTI DEL METAL - N.9: MANTRONIC (WASP) E PSYCHOTRON (MEGADETH)



Il mondo del metal da sempre recepisce di seconda mano e cucina in varia salsa personaggi e storie della fantasia, dalle saghe epiche classiche a quelle fantascientifiche. Uno dei personaggi ricorrenti in questo ultimo tipo di storie è il cyborg, creatura fabbricata da altri uomini, che però non è costituito soltanto da parti meccaniche, ma anche da parti organiche. Il cervello del cyborg è impostato in maniera che non sia consapevole del suo ruolo, o meglio che lo trovi “naturale”, non umiliante. Ma se il cervello è anche umano, ad un certo punto svilupperà una consapevolezza critica che lo condurrà a volere una propria identità, e quindi a non tollerare più di essere subordinato alla volontà degli uomini.

23 ott 2019

COSA E' METAL E COSA NON LO E': I KING GIZZARD & THE LIZARD WIZARD NON LO SONO - LIVE AT ALEXANDRA PALACE, LONDON (05/10/2019)


Ci si è spesso chiesti in redazione se il suonare/essere metal sia una questione meramente stilistica oppure culturale: ossia se il metal sia semplicemente un insieme di stilemi musicali oppure vi debba anche essere un senso di appartenenza per potersi definire heavy metal a tutti gli effetti. Sinceramente mi sono sempre schierato a favore della prima scuola di pensiero, sostenendo a spada tratta che il metal nasceva nell'anno 1970 con i Black Sabbath e con il riffing pesantissimo di Tony Iommi. Eppure, assistendo tempo fa al concerto dei King Gizzard & the Lizard Wizard, che con il metal hanno a che fare solo in maniera tangenziale, ho avuto qualche ripensamento al riguardo. 

Se dalla pesantezza sabbathiana, infatti, rimuoviamo l’oscurità o la carica epica di certi passaggi, quanto rimarrebbe di metal e quanto invece di rock progressivo o psichedelico? E se addirittura prendessimo del crudo e veloce thrash metal e lo trasformassimo in una farsa goliardica per nerd, potremmo continuare a considerarlo heavy metal? 

20 ott 2019

RETROSPETTIVA: GLI EP DEGLI AGALLOCH



Li abbiamo celebrati, addirittura inventandone la "fintografia". 
Li siamo andati a vedere in concerto per riferirvene le sensazioni live. 
Li abbiamo inseriti nelle nostre classifiche

Insomma, ve ne sarete accorti: tutti in redazione amiamo gli Agalloch. E ora che si sono sciolti, ne sentiamo fottutamente la mancanza.

17 ott 2019

METAL AMBIENTALISTA E GRETA THUNBERG



Noi di MM non ci siamo stupiti più di tanto innanzi al discorso tenuto all'ONU dall'attivista del momento Greta Thunberg, in quanto siamo abituati a scandinavi che gridano la loro rabbia di fronte al mondo. E' semmai il tema ecologico che suona bizzarro, espresso così visceralmente come nelle campagne ambientaliste degli anni ottanta rivolte soprattutto alle nuove generazioni. 

Ad allora era curioso l'isterismo di fondo su questi temi. Da un lato subivamo l'assalto subdolo di una campagna ambientalista ed ecologista a scuola, nelle pubblicità, timidamente anche negli esempi di qualche compagno di scuola che magari usava la carta riciclata, puntualmente sommerso dalle prese per il culo di mezza classe. Dall'altro c'era il filone exploitation della catastrofe ambientale e nucleare, in cui la tensione ambientalistica era vissuta con morboso compiacimento, nella migliore delle ipotesi con l'interesse per la lettura sociologica e evoluzionistica del percorso che aveva portato il mondo ad autodistruggersi. 

14 ott 2019

I MIGLIORI EP DEL METAL: "I" (MESHUGGAH)


Un artista che basa la propria visione artistica sull’evoluzione, e non semplicemente sul perfezionamento di un sound collaudato, deve fare necessariamente i conti con quel particolare momento della propria vita artistica in cui la sua spinta creativa inizierà fisiologicamente a declinare. Probabilmente la cosa più saggia da fare in questi momenti sarebbe fermarsi ed ascoltare se stessi, capire quello che si può e si vuole fare. Ma comprendiamo anche che non è facile ascoltarsi quando si ha il proprio ego da sfamare e il fiato del pubblico sul collo: piuttosto che ripetere se stessi e deludere, accade così che l’evoluzione venga portata avanti forzatamente, in modo artificiale. In ogni parabola artistica di questo tipo esiste dunque una “zona un po’ fumosa” in cui non si capisce bene se ci si trovi al top dell’ispirazione o all’inizio delle seghe mentali.

11 ott 2019

SCAMPOLI D'ASIA CENTRALE - TURKMENISTAN E AFGHANISTAN




Turkmenistan. Ormai abbiamo fatto l'abitudine ai gruppi fantasma, o irreperibili. Che siano scatole vuote, operazioni di intelligence, o gruppi che giocano la carta del mistero totale, la cosa ci affascina sempre.

I Dagor Bragollach (omonimi di un gruppo russo) risultano autori 1 singolo e 2 EP (due lunghi brani). Per fortuna i nostri conoscono le potenzialità della rete, e aprono un canale Youtube. Vuoto.

8 ott 2019

I BRANI PIU' INDISPONENTI DEL METAL - N.8: "DEVIL'S RAGE" (DEATH SS)



Nel 1989 tutti attendevamo il nuovo Death SS, e la copertina fu azzeccata, il Cristo Posseduto. Il disco era un falso doppio, apribile per ammirare, in tutta la sua sfocatura, una foto di una messa nera con un topone adagiato su un altare, se ben ricordo. Già lì rimasi un po' deluso. Insomma, dei Death SS mi piaceva molto quell'atmosfera horror paesana, nel senso buono, e l'idea di proporre un teatro delle paure e delle fiabe orrorifiche, un horror corale che prendeva sul serio la propria narrazione. Il satanismo, bah...mi pareva un inutile restringimento di campo, e un terreno minato di luoghi comuni ma inevitabili, come appunto la messa nera. Invece, proprio quello il titolone: “Black mass”.

5 ott 2019

LINGUA IGNOTA, NOSTRA SIGNORA DEL DOLORE: LIVE AT OSLO HACKNEY, LONDON (30/09/2019)


Dietro all’enigmatica sigla Lingua Ignota si cela (ma non troppo) Kristin Hayter: californiana, classe 1986, che io scherzosamente ho ribattezzato la Lady Gaga dell’Estremo (complice una vaga somiglianza nei tratti del viso).

Per chi conosce nomi come Diamanda Galas o primi Current 93; per chi non teme sonorità black e death industrial (Brighter Death Now, MZ.412 etc.); per chi, infine, è già avvezzo alle asperità professate da generi come black metal e drone-metal, le sinfonie del dolore di Kristin Hayter presenteranno una certa familiarità. Ma sono l'ispirazione, l'energia e l'urgenza comunicativa a rendere fresco e degno di attenzione il prodotto, al netto di presunti richiami stilistici a nomi già noti ad un certo tipo di pubblico. 

La Nostra ha poi una preparazione classica, cosa che le permette di muoversi con cognizione di causa nel territorio dell’avanguardia più oltranzista e di iniettare sostanza dietro al paravento dell’iconoclastia sonora. Le musica di Lingua Ignota non è dunque provocazione fine a se stessa, ma un viaggio genuino nell’universo interiore dell’artista, a quanto pare vittima di abusi e violenze. Vediamo se le premesse gettate dall'ottimo "Caligula" (opera della consacrazione dopo il folgorante debutto "All Bitches Die") troveranno conferma sulle assi di un palcoscenico...

2 ott 2019

CONFRONTI IMPOSSIBILI: MARKUS GROßKOPF e FRANCESCO GUCCINI


E’ cosa nota che arrivati a un certo punto, anagraficamente avanzato. della vita si possa manifestare la tendenza molto umana, e quindi comprensibile, a rinegoziare il proprio rapporto con l’Aldilà. E’ un qualcosa che avviene privatamente, nell’intimità del proprio animo e/o nella ristretta cerchia famigliare. Altresì capita che chi vive della propria arte renda pubblico questo travaglio attraverso la sua forma mediatica privilegiata (libri, interviste, articoli). Soffermandoci all’ambito che più ci sta a cuore, Metal Mirror ha già affrontato la questione con gli esempi di musicisti illustri, quali Blackie Lawless e Dave Mustaine, che arrivati a un certo punto del loro percorso di vita, si sono sentiti di esternare la propria svolta nel rapporto con il Trascendente.