Abbiamo
già avuto modo di dibattere sul tema AC/DC: prima quando vennero fuori i
problemi all’udito di Brian Johnson, successivamente quando è esplosa
come una bomba la notizia che Axl Rose l’avrebbe sostituito, almeno
temporaneamente.
Sulle
prime la cosa mi ha ovviamente turbato, perché le due entità sono
innegabilmente disgiunte ed è difficile concepirle armoniosamente insieme. Gli AC/DC
rappresentano lo spirito più genuino e goliardico del rock’n’roll, i Guns N’
Roses, invece, quello più fighetto ed antipatico. Da un lato un buontempone
vestito da scolaretto che da quarant’anni macina i chilometri sul palco sgambettando
come un deficiente; dall’altro la star bizzosa per eccellenza, il bel faccino bandanato
(oggi ben tirato di lifting) che rapisce i cuori di milioni di ragazze. E
poi il “pianeta fica”: quante ne avrà trombate Rose? E quante invece Angus
Young? Non si creerà forse un attrito, un imbarazzo di fondo, fra un Rose che fuori
dal camerino avrà una fila di groupie pronte a spompinarlo e Young invece
un codazzo di nerd stempiati con forfora che si accontentano di un
autografo o di una foto insieme? Non proprio un bell’uomo il leader
degli AC/DC, in effetti, uno che decise di arruolare il bassista Cliff
Williams solo per il suo bell'aspetto, in modo che attirasse anche le
ragazze ai loro concerti. Questo all’inizio, ma ora che il successo è arrivato…
Come
far conciliare dunque questi due mondi? Ma forse la colpa è solo nostra e
dei nostri pregiudizi: noi che probabilmente aderiamo ad un’idea falsata della
realtà per cui gli AC/DC sarebbero degli integerrimi e simpatici signori votati
al rock ed Axl Rose solo una testa di cazzo bipolare. Ma c’è una cosa che li
accomuna: fanno lo stesso lavoro, che poi noi continuiamo a vedere come una
passione, ma a certi livelli è innegabilmente un lavoro. Band e carriere
artistiche gestite con approccio manageriale. Ed oggi, si sa, nella musica i
soldi non si fanno con i dischi (che non compra più nessuno), ma con i
concerti. E’ noto dunque che, diagnosticati i problemi di salute del povero
Johnson, la necessità di un rimpiazzo si è fatta urgente, anzi urgentissima,
perché bisognava coprire le dieci date rimanenti del “Rock or Bust”–Worldtour
2016, altrimenti la band avrebbe dovuto pagare penali salatissime.
Da
romantici che siamo, ci saremmo aspettati un comunicato stampa in cui la band,
mortificata, dichiarava che avrebbe interrotto il tour per permettere al
cantante di curarsi e rimettersi in carreggiata. Ed invece le cose sono andate
diversamente: liquidato frettolosamente Johnson (che c’è pure rimasto male),
dentro Axl Rose.
E’
facile sparare contro Axl Rose: la sua condotta come professionista è da sempre
vergognosa. Gli son bastati quattro, cinque anni di lavoro per garantirsi una
pensione d'oro (alla faccia degli esodati!). Bastano dunque pochi anni per accaparrarsi
l’eternità ed un posto d'onore nell'Olimpo del Rock? Evidentemente sì (del
resto ce lo insegnano anche tanti altri gruppi, dai Doors ai Nirvana)
e questo è anche il caso di Axl Rose, sparito insieme ai Guns per anni,
ricomparso in una forma psico-fisica imbarazzante ed ancora bandana-munito
in un mondo totalmente diverso da quello che lo aveva innalzato e celebrato: un
mondo dove l’hard-rock lo trovi più che altro nei musei. Ma bisogna anche mettersi
nei suoi panni: ragazzo di strada, di umili origini, abusi nell’infanzia, un
bipolarismo conclamato, da zero a cento nel giro di pochi mesi, alcol, droga,
successo, tensioni e tutto il resto: chi avrebbe potuto reggere ad una botta del
genere? E non è che gli altri Guns fossero proprio degli accorti padri di
famiglia capaci di persuadere il “povero” Axl a non darsi troppo agli eccessi.
Fatto sta che la carriera dei Guns dopo il successo planetario dei due “Use
Your Illusion”, è stata un tragico alternarsi di chiacchiericci, lunghi
silenzi ed uscite discografiche di poco conto.
L’esatto
contrario di quello che è stato il percorso degli AC/DC, sempre uguali a se
stessi, album dopo album, tour trionfali fra un album e l'altro. Con
Young che macina imperterrito i chilometri con le sue gambette glabre. Fin
quando, ed è fisiologico che così sia stato, l’impianto ha iniziato a
scricchiolare: prima l’abbandono per demenza senile del chitarrista ritmico Malcom Young, poi l’arresto e il
confino ai domiciliari per il batterista Phil Rudd per possesso di
stupefacenti e minacce di assassinio, infine lo scaricamento di Brian
Johnson per i motivi che sappiamo. Insomma, tre pezzi su cinque iniziano ad
essere una bella gatta da pelare…quale miglior momento dunque per ritirarsi
dalle scene?
Ed
invece ecco la notizia lampo che avrebbe lasciato tutti a bocca aperta. Lo
scetticismo dilagava, le voci di sconcerto echeggiavano per i salotti bene del
rock, fin quando il 7 maggio scorso ha avuto luogo a Lisbona la prima serata
con Rose a presenziare sul palco insieme agli australiani. La mattina
successiva la radio già trasmetteva un estratto di “Rock or Bust” e….cazzo
se funzionava, era una vera bomba! La voce stridula e tagliente di Axl si
sposava perfettamente al rock granitico degli AC/DC, con qualche sfumatura
inedita che non poteva non giovare al sound sempiternamente identico a
se stesso degli AC/DC.
Ho dunque
pensato a Brian Johnson: ma chi è in realtà Brian Johnson? Brian Johnson
è forse un’icona, un’istituzione potremmo dire (un po’ come Mollica e la
sua storica rubrica del sabato sul TG1 “Do Re Ciak Gulp”): uno che siamo
abituati a vedere in coppola e canotta dietro alle prodezze di Angus Young,
uno a cui vogliamo tanto tanto bene e la cui voce è oramai un marchio
indelebile della musica degli AC/DC. Ma Brian Johnson non è un cantante
insostituibile, non è un Freddy Mercury, tanto per fare un esempio.
Anzi, a pensarci bene, la sua timbrica da Paolino Paperino sempre uguale
a se stessa è un elemento di ulteriore monotonia ad un sound che già di
per sé è (volutamente e in maniera vincente) monotono.
E
così la sera vado su Youtube e mi guardo il video intero di “Rock or Bust”.
E che vedono i miei poveri occhi? Axl Rose che canta seduto su un trono! Guardo
meglio e vedo che non è una semplice trovata scenica, perché il cantante batte
il tempo con la gamba destra, mentre la sinistra è dritta e ben distesa. Che
ad Axl, nella sua triste vecchiaia, gli sia venuta anche la poliomelite? Mi
documento e scopro che in realtà si è rotto un osso del piede. Scopro anche che
era già in quelle condizioni il 9 aprile, qualche giorno prima dell’annuncio
del suo ingresso negli AC/DC, avvenuto il 16. Dunque Axl avrebbe accettato di
aiutare gli australiani già zoppo ed inchiodato ad una sedia? Quando è noto che
a cantare seduti si fa una fatica tremenda? E non è che le serate degli AC/DC
siano roba da un’oretta e bis…
S’impone
così ai nostri occhi un Axl apparentemente più maturo, responsabile, professionista. Perché le date saranno anche solo dieci, e i testi magari glieli faranno scorrere su uno
schermo, ma quelle canzoni Axl avrà dovuto comunque impararsele: canzoni che sono
mediamente più di venti a serata. Insomma, non proprio una faccenda da
ripassare al bar fra un cornetto e un caffè prima di andare a timbrare un
cartellino. Certo, bisogna vedere come andrà a finire: il “ragazzo” è
imprevedibile e l'attacco di panico è sempre dietro l'angolo. Ma forse il fatto
di essere inchiodato ad una sedia può essere un vantaggio: in quelle condizioni
è in effetti più difficile prendere il culo ed andarsene di punto in bianco (cosa
che Axl ha fatto più di una volta). E se anche ci provasse, sono sicuro che dal
backstage sarebbe pronto ad entare in azione un set di canguri pugilatori
addestrati dagli AC/DC per impedire ad Axl di abbandonare il palco. Scherzi a
parte, non è da escludere che proprio i problemi di deambulazione del cantante
abbiano rasserenato i manager nel compiere questa scelta coraggiosa.
Guardando
il tutto con sguardo lucido e distaccato, la scena che ci si para davanti agli
occhi è surreale: non solo è uno shock concepire Axl Rose
in veste di frontman degli AC/DC, ma vederselo oltretutto ingessato è
veramente il colmo! Con malcelato orgoglio lo posso dire: solo nel metal
possono accadere robe del genere! Ebbene sì, il metal è morto, ma sa ancora dare
sorprese, belle o brutte che siano. Peccato che a destarci dal torpore siano
sempre le solite stesse vecchie cariatidi di sempre, ma vabbé, l'importante è ricevere sensazioni, avere emozioni, sentire fremiti lungo la spina dorsale. E la scelta di Axl
si è quanto mai rivelata azzeccata! Laddove l’ottimo (e magari giovane)
cantante “sconosciuto” avrebbe suscitato enormi delusioni o indifferenza nel
pubblico pagante, un nome come Rose crea se non altro curiosità. Tutto sta
vedere se regge il colpo, ma per adesso pare che il colpo l’abbia retto per davvero!
E
quindi avevano ragione loro: non gli AC/DC, non Axl Rose, ma i loro manager,
gente scafata che evidentemente sa fare il proprio mestiere. Perché alla fine,
noi soliti coglioni, pensiamo che certe idee vengano al pub davanti una
birra, tipo: “Ehi, cazzo, sarebbe forte suonare insieme, eh Angus?”. Quando
invece è lecito pensare che le cose siano andate diversamente. A Young, innanzi al
bollettino medico di Johnson, gli sarà sicuramente presa una sincope. Si sarà dunque
immediatamente rivolto al suo manager, il quale a sua volta l’avrà tranquillizzato, sedato e messo a letto baciandogli la fronte e lasciandolo nel buio a digrignare
i denti sotto i colpi di una devastante emicrania. Poi ha preso il cellulare in
mano, ha scorso la rubrica e ha chiamato chi di dovere per risolvere la maledetta
questione.
Dall’altra
parte della cornetta c’era il manager di Rose, il quale, innanzi ad una
opportunità irripetibile come questa per riabilitare l'immagine del proprio assistito, ha
sospirato e ha detto: “Dammi una notte per pensarci”. E’ andato dunque da Axl,
l’ha tirato giù dal letto, ha messo su le basi degli AC/DC e gli ha chiesto di
cantarci sopra per tre ore di fila. Ogni quarto d’ora Axl iniziava a
scoraggiarsi, desiderando di poter tornare a dormire, ma il produttore lo
schiaffeggiava puntualmente, intimandogli di continuare, fin quando si è potuto
rendere conto che la cosa era fattibile. “Hai presente quello che hai fatto
adesso?”, gli ha chiesto alla fine, “ce la fai a farlo altre dieci volte? Solo altre
dieci volte davanti al pubblico?”. Axl annuisce, ma non sembra molto convinto,
allora il manager lo schiaffeggia ancora e glielo richiede altre volte,
finché Axl non lo rassicura gridandolo (e piangendo al tempo stesso).
Non
hanno dunque tirato a sorte. A certi livelli non si fanno le cose a caso: prima
si valuta la fattibilità di una strategia e poi si passa ai proclami. Nessuno
c’avrebbe scommesso una lira, ma alla fine hanno avuto ragione loro: Axl Rose
era il miglior rimpiazzo che in due giorni poteva essere trovato. Non è un
cantante per gli AC/DC di oggi (che, dopo questa ennesima botta, spero decideranno
di andarsene serenamente in pensione), perché per esserlo c’è da essere
simpatici e costanti, e Rose non è né l’uno né l’altro. Ma adesso è il cantante
perfetto, e se avessi io posseduto un biglietto, mi sarebbe piaciuto poter
assistere ad una data di questo strano tour, forse il più sconvolgente
mai approntato dalla band australiana negli ultimi venticinque anni di carriera.
Chiudo
rivolgendo un pensiero all'ennesima trovata di marketing dei Radiohead,
che, proprio nei medesimi giorni in cui accadevano gli eventi sopra descritti,
decidevano di sparire da internet. Rispettiamo la band di Thom Yorke
per l'elevata qualità dei loro lavori, ma questa loro ultima mossa,
sostanzialmente, non sembra essersela filata nessuno. Il fatto è che, oltre
alla loro incontestabile bravura, i Radiohead devono il loro successo anche ad
un pugno di videoclip molto belli fatti circolare nelle emittenti
musicali negli anni novanta: a dimostrazione di come la mente umana, per
appassionarsi, per ricordarsi, per configurare i contorni di un mito, abbia
ancora bisogno di immagini forti, di messaggi chiari e non dei frammenti
intellegibili che schizzano fuori da quella centrifuga impazzita di
informazioni che è internet. Quanto a noi, che non siamo poi così sofisticati,
non possiamo che entusiasmarci ancora una volta innanzi a questa grande baracconata
del rock targata AC/DC-AXL ROSE!