"Parlare di Musica è come ballare di architettura" Frank Zappa

11 nov 2025

AN EVENING WITH...ATTILA CSIHAR - VOID OV VOICES (THE OLD CHURCH, LONDON - 30/10/2025)



Attila Csihar è ovviamente il cantante dei Mayhem, non solamente quello attuale in una formazione da sempre mutevole, ma anche colui che ha cantato sul mitico “De Mysteriis dom. Sathanas”, quando appunto i Mayhem erano ancora i True MayheM. Ancora prima era stato il frontman dei Tormentor e, più in generale, è senza dubbi una figura di prim'ordine nell'empireo del black metal, prestando di traverso l’ugola a diverse altre valide realtà, fra cui i nostrani Aborym e i Keep of Kalessin, giusto per fare i nomi più noti. Ma il Nostro ha anche da sempre espresso, senza snaturarsi, un’anima più sperimentale, prima con il progetto elettronico Plasma Pool, poi collaborando con i maestri del drone-metal Sunn O))). Fra questi solchi non va trascurata l’esperienza solista Void ov Voices, una dimensione spesso rimasta sotto traccia in una carriera a dir poco stellare e densa di passaggi pregni di significato, e storico ed artistico. 

Nonostante abbia già avuto modo di saggiare dal vivo il buon Attila sia con i Mayhem che con i Sunn O))) (peccato, a questo punto, esserselo perso con i Tormentor l’anno scorso al Cosmic Void Festival), non ho resistito alla tentazione di poter essere testimone oculare di una delle sue rare apparizioni in veste di solista. 

6 nov 2025

VIAGGIO NEL METAL TOLKIENIANO - FELLOWSHIP_LA FORZA DELLA 'COMPAGNIA': QUANDO LA DIVERSITA' DIVENTA SALVEZZA

 



Viaggio nel metal 'tolkieniano' - 10) FELLOWSHIP - "The Skies Above Eternity" (2024)

A una quindicina di km a sud di Chieti, in contrada…ehm…Porcareccia (territorio comunale di Bucchianico) sorge La Contea Gentile, un progetto, ancora in progress, con il quale alcuni appassionati tolkieniani hanno voluto ricreare, nella rigogliosa campagna abruzzese, parte della Shire. E, in occasione di determinati eventi che lì si organizzano, ci si veste da hobbit e si ripropongono situazioni tipicamente ‘hobbitesche’.

Ecco, per quei raduni festosi, consigliamo ai simpatici amici abruzzesi di invitare a suonare i Fellowship perché, riteniamo, ci starebbero a pennello! Il five-piece dell’Essex, infatti, sulla loro pagina Bandcamp, descrive in questi termini la loro mission musicale: Il nostro obiettivo è fare del power metal classico e chitarristico in un modo che non ci renda troppo cringe (sic! N.d.R.). Inoltre, ci vestiamo come hobbit, quindi non sta andando molto bene! Speriamo che la musica compensi i costumi un po' ridicoli.

1 nov 2025

VIAGGIO NEL DUNGEON SYNTH: HEDGE WIZARD

 

Più vero di un incantesimo, Hedge Wizard, “More True Than Time Thought”(2014) 
 
Oggi parliamo di un autentico instant classic del dungeon synth della seconda ondata, un lavoro che fin da subito (correva l'anno 2014) ha saputo conquistare i cuori degli appassionati di queste sonorità tanto da figurare con sistematicità ai piani alti di pressoché tutte le principali classifiche dei migliori album di sempre del dungeon synth. 
 
Parliamo di “More True Than Time Thought” del progetto Hedge Wizard. E’ bastata una mezz'oretta a questo misterioso signore dell’Ohio per entrare nella storia del genere e rimanerci (del resto, si è visto, il dungeon synth si muove attraverso dinamiche proprie che sono al di fuori delle logiche tipiche dell’industria musicale). 

27 ott 2025

Capitolo 4 - UNA FRONTIERA UNDERGROUND NEL METAL ESTREMO: GLI MSPAINT

 



Senza ascoltare la loro musica, sarebbe ragionevole supporre che gli MSPAINT facciano parte della nostra rassegna sulla frontiera underground del metal estremo perché sono una band hardcore.

Ed invece no, o forse sì...Il quartetto di Hattiesburg, Mississippi, ha trascorso gli ultimi tre anni aprendo per artisti come Soul Glo e Gel con un fervore che va testa a testa con gli headliner. Ma gli MSPAINT non suonano hardcore, bensì synth-punk (così mi dicono), che è un genere improbabile e maledettamente contemporaneo. Sarà per questo che ho consumato la mezz'ora di "Post American" (2023)?

22 ott 2025

VIAGGIO NEL DUNGEON SYNTH: ERANG

Nella terra delle cinque stagioni – Erang, “Within the Land of My Imagination I am the Only God” (2014) 

Sono affezionato a “Within the Land of My Imagination I am the Only God”. Questo album fu il primo “flash” di dungeon synth moderno ad entrarmi nel campo visivo. E pensare che all'epoca ero fermamente convinto che il dungeon synth fosse un genere futile e velleitario, un'inutile propagazione di ideucce da quattro soldi di qualche black metallaro degli anni novanta... 

Si era nel pieno della pandemia, in quel periodo stavo scrivendo molto sull’atmospheric black metal e ad un certo punto, per via degli algoritmi di YouTube, partì la riproduzione automatica di suddetto album. Oltre ad una copertina fantasy molto naive, a colpirmi fu il titolo, altrettanto naive: nel regno della mia immaginazione io sono l’unico Dio. 

Quanto suonava Mortiis questa cosa! Il Mortiis paroliere di “Cosmic Keys of Time and Creation” e di “I am the Black Wizards”, il Mortiis fantasioso creatore di mondi immaginari con i suoi album solisti. E ho pensato, scuotendo la testa e con un sorriso di sufficienza sulle labbra, quanto nel corso degli anni il dungeon synth fosse rimasto uguale a se stesso e come niente fosse cambiato dagli anni novanta al 2014, anno di pubblicazione dell’album in questione. 

17 ott 2025

"SONGS NO ONE WILL HEAR" - UN BIGLIETTO IN PRIMA FILA PER ASSISTERE ALLA FINE DEL MONDO!

 


Time to learn to live with the fears that lie ahead
Time to hold our own, and meet our bitter end
Can we gather strength, surrender to our fate?
Or will the world collapse, will we never change?

Let's ride it out as the clock ticks down

Il 12 settembre scorso, mentre gli ayreonauti di mezzo mondo (71 Paesi differenti rappresentati, compresi 214 fortunati provenienti dal Bel Paese) si riunivano ad Ayreonland…ehm, a Tilburg per l’”Amazing  Flight Through Time”, gli shows messi in piedi dal Lucassen Nazionale per la celebrazione dei 30 anni del viaggio ayreoniano (a proposito: aspettiamo con trepidazione l’ennesimo, apposito, DVD sull’evento), ebbene, quel giorno, per aggiungere gloria alla gloria, usciva anche il terzo album solista del lungagnone di Hilversum (a distanza di ben 13 anni dal buonissimo “Lost in the New Real”, datato 2012): “Songs No One Will Hear”.

Dopo un mese di ascolti pressoché continui da parte del sottoscritto, posso dire che questo album è la cosa migliore partorita da Arjen nell’ultimo decennio (diciamo dai The Gentle Storm di “The Diary” nel 2015).

15 ott 2025

COME IL METAL ITALIANO E' DIVENTATO SE STESSO - 50 dischi per conoscere il metal italiano (new edition available!)


Cari Lettori di Metal Mirror,
nel ricordarvi che, da inizio febbraio '23, è disponibile la nuova edizione riveduta e corretta del libro in oggetto, linkiamo qui di seguito gli ultimi riscontri avuti da Truemetal.it e da Universorockandmetal.com:

https://www.truemetal.it/articoli/recensione-libro-come-il-metal-italiano-e-diventato-se-stesso

https://universorockandmetal.com/2023/02/25/come-il-metal-italiano-e-diventato-se-stesso/

La Redazione
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Finalmente è uscito! Ci riferiamo a "Come il metal italiano è diventato se stesso: 50 dischi per conoscere il metal italiano": il primo libro realizzato dalla redazione di Metal Mirror! Grazie a questa opera l'approccio "metalmirroriano" che avete imparato a conoscere (e, chissà!, ad amare) sulle pagine di questo blog, trova finalmente spazio su carta!

12 ott 2025

VIAGGIO NEL DUNGEON SYNTH: LORD LOVIDICUS

 


Dalla parte dei Summoning: Lord Lovidicus, “Autumnal Winds and Times of Yore” (2013) 

Abbiamo chiarito la nostra posizione sui Summoning quando abbiamo parlato dei Pazuzu, che - almeno inizialmente - con i Summoning condividevano diversi membri e dunque ne ricalcavano certi aspetti stilistici. In quella circostanza abbiamo specificato che i Summoning sono una band black metal e NON dungeon synth, ma che, nonostante questo, hanno in qualche modo influito sulla genesi e sugli sviluppi del genere, sia a livello tematico che musicale. Ci siamo persino spinti a definirli come una delle entità più seminali del dungeon synth e a circoscrivere il range espressivo del genere fra due poli opposti: il minimalismo di Varg Vikernes/Burzum da un lato e l’approccio più barocco e stratificato dei Summoning dall'altro. 

Per raccontare la rinascita del dungeon synth all’inizio degli anni dieci, dopo un decennio buono di oblio, abbiamo non a caso pescato due nomi che rappresentassero queste due diverse ed opposte tendenze, Til Det Bergens Skyggene e Lord Lovidicus, con il primo nome ad incarnare l’anima più burzumiana del dungeon synth ed il secondo a rappresentare un fortunato approdo agli stilemi introdotti dai Summoning (per intenderci: trombette & drum-machine!). E proprio di questo parleremo oggi.