Qualche giorno fa ho avuto una disavventura in autostrada a
causa della foratura di una gomma, ma non è stato tanto lo spavento o la paura
di sbandare fuori strada a colpirmi, quanto la capacità dei Meshuggah di
coprire ogni suono esterno.
Quella mattina soleggiata infatti dovevo recarmi a lavoro percorrendo qualche
chilometro di autostrada, ma essendo voglioso di distorsione ho deciso di
portarmi "obZen" dei martellatori svedesi.
Capisco tutto infatti, soprattutto la voglia di farsi nuovi idoli e ricercare
prodigi della tecnica, però gli svedesi hanno una voce piatta e non ho mai
trovato in loro enormi soluzioni qualitative.
Capisco la voglia di roteare la testa, apprezzare la ricerca a spirale dei loro
riff, provare a perdersi nei labirinti taglienti della pesantezza, però dopo un
po' non c'è niente che scopro nel profondo oltre la noia. Come quando passi tre
pomeriggi interi a creare un puzzle da mille pezzi, incaselli, aspetti sornione
il tassello giusto, fino a quando scopri che la figura rappresentata era la
classica Torre Eiffel. Così i Meshuggah ti prendono l'attenzione, ti ovattano
le orecchie fino a quando ti lasciano sensazioni già note.
Ti ovattano così tanto l'udito che non ho sentito la ruota della mia macchina
andare in frantumi, arrivando a raschiare il cerchione! Mi sentivo fissato dalle facce perplesse degli altri automobilisti, come se mi volessero avvertire, ma io ero ancora concentrato ed attento ai Meshuggah e poi sono salito sul
carro attrezzi.
Dentro al carro attrezzi ho continuato a percepire un disco dei Meshuggah,
mentre la piccola gru caricava la mia macchina. Forse sono solo io che li sento
ovunque, forse dovrei smetterla di alzarmi presto al mattino.
O forse dovrei
solo guidare ascoltando musica new age.