"Parlare di Musica è come ballare di architettura" Frank Zappa

17 feb 2020

IL METAL AL TEMPO DEL CORONAVIRUS: LA SCENA RETRO' DI WUHAN



Secondo un pensiero espresso dai metallari siriani, che ormai è divenuto un paradigma, quando un paese è afflitto da un problema è doveroso parlare della sua scena metal, ammesso che esista. Questo per evitare che per colpa di guerre e calamità varie il paese in questione finisca per essere ricordato in maniera solo negativa, e la sua scena metal ne soffra. 

Ci siamo quindi muniti di tuta e mascherina e abbiamo voluto addentrarci nelle zone di Wuhan.

La scena di Wuhan conta 8 gruppi. Secondo voci ufficiali l'epidemia di coronavirus sarebbe iniziata nella zona del mercato ittico di Wuhan, lasciando intendere (ma la cosa sembra smentita) che si tratti di un'infezione proveniente dalla fauna ittica. Neanche a farlo apposta, il primo gruppo in ordine alfabetico di Wuhan, sono i Colera o “infetti dal colera”, Choleraic. Ci rendiamo subito conto che Wuhan è terra di metal “venomiano”, quella fusione rapida di thrash primitivo, punk, e attitudine in verità un tantino glamour, come appunto l'avevano i Venom. E' con questo stile e attitudine che il leader del gruppo domina il palco, con indosso appunto la maglietta di “Welcome to Hell”, e se la cambia si mette quella dei Sodom. Il punto di convergenza è alla fine un thrash grezzo e minimale di quei gruppi che applicarono il thrash ai Venom (scuola di Hokuto - Sodom) o i Venom al thrash (scuola di Nanto – Destruction). 

Questo “evil metal” basico non è un incontro casuale, perché passando agli Hellfire si rimane in quell'atmosfera di demo in cassetta con le copertine disegnate a mano alla meno peggio, titoli che raspavano nel solito repertorio di cattiverie “telefonate” tipo Lucifer, il fuoco dell'inferno, distruzione totale, maniaci con asce etc. e le loro infinite composizioni: Evillucifer hellfire, Sabbathical hellfire execution. Il loro esordio nel 2012 era stato un “Seven Gates of Hell”, registrato a tre elementi (su 7 titoli, 4 contengono la parola hell). Dopo anni di riflessione, la line-up si arricchisce, e i Nostri sentono il bisogno di reincidere lo stesso disco, nel 2016. Prolifici di lavori “brevi”, i nostri arrivano al 2019 con un trittico di ep: "Evil", "Eviler", "Evilest". Più Venom dei Venom. Ai concerti degli Hellire si intravedono dei brutti ceffi, tra cui uno con un giacchetto e una toppa dei Blasphemy (quella col caprone arciere). 

I nomi che seguono compongono in maniera coerente quella che possiamo chiamare la “scena di Wuhan”: Maniac, Skullcrusher, WildEvil, tutti attivi negli ultimi due decenni. Il cantante degli Skullcrusher, in tempi non sospetti, già suonava con una maschera (a dir la precisone antigas più che antivirus). 

Il gruppo più evoluto paiono essere i Barbarous, che comunque scelgono il genere obsoleto e legnoso del death-thrash, quella roba per intenderci che suonavano i Kreator della fase crescente: grezzo, spreciso e ciottolante. 

Ma questa Wuhan attualmente non esiste più, non è il momento di concerti in cui magari volano frattaglie animali, pollame sgozzato o pipistrelli addentati. Gli abitanti sono quasi prigionieri all’interno delle loro case. E su questo ci sta bene la seconda anima del Metal made in Wuhan, il depressive, rappresentato da Desolate Hills e Illusions of Dawn, in particolare questi ultimi. Il DSBM non ha bisogno di particolari commenti: in cinese suona come in berbero, eppure se si ha la pazienza di scorrere quei due-tre brani, incredibilmente si comincia a virare dal DSBM a un qualcosa di ibrido tra il depressive e il proto-black. 

La cifra di Wuhan è quindi quella dell’anti-tecnicismo e del frontalismo metallico, tutto ritmiche “in battere” e arroganza. Un inspiegabile focolaio di ripetizione di un genere di metal acerbo e poco riflessivo. 

E mentre la Cina è in stato d’emergenza, e il mondo non sa se preoccuparsi o meno, il Coronavirus fa il suo ingresso nell’immaginario metal, come titolo di un disco appena uscito dei Dozethrone di Singapore (un EP, di più non facevano in tempo a comporre per farlo uscire “sulla notizia”).

A cura del Dottore