"Parlare di Musica è come ballare di architettura" Frank Zappa

7 gen 2021

LA (NON) RECENSIONE DI "GAS LIT" (DIVIDE AND DISSOLVE)

 

Innanzitutto dovete essere pronti alla presa di coscienza che nelle cavità più recondite della nostra marcia società crescono ancora personaggi come loro: le figlie del disagio. Senza questo presupposto, potete fermarvi qui nella lettura di questa non recensione dell'album experimental doom più curioso del momento: "Gas Lit" del duo australiano Divide and Dissolve.

La Grassa e la Magra. La Nera e la Bianca. Le Improbabili. La Coppia che scoppia.

E potrei continuare per ore a trovare definizioni per Takiaya Reed (sassofono, chitarra) e Sylvie Nehill (batteria, live effects) che sono portatrici, per quanto mi riguarda, delle prime emozioni del 2021. 

Veicolano un'identità rivoluzionaria, lo fanno in modo diverso da Earth, Sunn O))) o Melvins perché hanno un DNA innovativo che non ha le radici nella musica metal. Seppur in maniera latente, questo si fa percepire e si aprono scenari diversi nelle loro note; si capisce cioè che il wall of sound non è un doom portato allo stremo o provocatorio, come nei gruppi succitati (che, comunque, restano le pietre miliari di paragone), ma ha un annichilimento diverso, senza remore o preconcetti. Un doom asociale. Un doom profondo che sotto sotto però ti prende in giro. Una cavità che ribolle senza esprimersi

Questo duo di Melbourne stordisce sia per l'immagine che rendono sia per la loro bruttezza disinibita, per la loro ostentazione di diversità.

Direi quindi che è un doom figlio della nostra società: non c’è il tizio misantropo con barba lunga che professa elettricità, ma due donne senza un background metallaro che ci parlano (pur non dicendo niente) di discriminazione, colonizzazione, schiavitù, amicizie impossibili e razzismo.

Sono loro due le ragazze espulse dalla scuola perché decisero di baciarsi in classe; sono loro due le ragazze che i professori giudicavano preoccupanti e asociali; ma sono sempre loro due le ragazze che si trovavano negli scantinati sporchi di Melbourne e stimolavano empatia elettrica.  

Non so se sono lesbiche  ma la sensualità che trasudano va oltre le comuni categorie. Sono gli estremi di ciò che un uomo vorrebbe  avere, spingono e rallentano come se evocassero forze primordiali e disturbi della mente. 

La società rifiuta questo annichilimento, le persone hanno bisogno di rivalsa e trasformazione; anche nel doom cerchiamo di sentirci coccolati dalla lentezza o abbracciati dalle funeree braccia della morte. Qui invece siamo spogliati di fronte a queste due streghe che ci spaventano e mettono a nudo il nostro spirito elitario. 

Da seguire senza dubbi o pregiudizi. 

Voto: 8

Dati: 8 canzoni, 34 minuti 

Etichetta: Invada

Anno: 2021