Tra il nulla e l'ignoto, scriveva George Bataille, esiste una differenza che nessun linguaggio è in grado di stabilire.
Un concetto simile lo ritrovo in
alcuni dischi che ultimamente entrano nel mio spazio sonoro: quella
necessità di mettere le mani nelle viscere di se stessi e del mondo per vedere
mostri o geni occulti.
"It Took the Night to Believe" in "Black One" è un esempio dei Nostri che evocano quel concetto astratto di presenze oscure dove si colloca il nulla al confine con il mistero, ma anche in questo caso si percepiscono tracce di genio per arrivare a definire quel punto di conoscenze cupe.
Faccio un esempio pratico per
completare ed ampliare il punto centrale di questa riflessione citando
anche i Type O Negative di "Bloody Kisses" che ormai quasi trent'anni
fa avvisavano nella copertina di non confondere mai la mancanza di talento con
il genio.
Quel disco è contemporaneamente il capolavoro e la parodia del goth-metal: si inserisce in quello spazio tra il nulla e l'ignoto, tra il genio e la provocazione.
Nella musica estrema ho iniziato a soffermarmi su alcuni passaggi che costituiscono il corpo centrale di determinati segnali, come fossero punti di contatto verso il nulla; si prenda come ulteriore esempio "Ilmestys" degli Oranssi Pazuzu.
Gli stessi abissi vengono
raggiunti da "Rotten Futures" degli Imperial Triumphant che stanno
diventando i perfetti misuratori a buon mercato del gigantesco chiasso che
suscita un tiepido sorriso nella noia delle giornate on line.
Altra traccia che ci guida tra il nulla e l'ignoto è "Dearth" dei Deathspell Omega di "Paracletus", minuti obliqui e dissonanti che ci accompagnano verso sinistri abissi: come Dante per mano a Virgilio passa nelle profondità infernali, così a noi sembra di toccare il mistero sinistro del nulla in queste note.
Canzone chiave per comprendere questo senso di straniamento, questa ricerca del confine non tangibile che sta dentro di noi prima di giungere al mistero del nulla e della non conoscenza è "Ensorcelled in Chaos" degli Emperor: sei minuti che ci guidano dove il nulla evapora nel mistero, le sensazioni elettriche confondono il nostro pensiero, portando l'ascoltatore a riflettere sul magma.
Sono pezzi disturbanti di vario
tipo ma che suscitano in me le medesime visioni, in un'epoca dove chiunque
scrive, giudica o tweetta qualsiasi cosa a commento di un'altra: "Mi piace
Tolstoj e Difendiamo i Koala in Australia"; in quest'epoca cogliona,
queste sono alcune delle canzoni che portano l'ascoltatore estremo negli
abissi.
Canzoni che risvegliano coscienze mostruose che non vogliamo affrontare. La musica estrema evoca in questi casi dei portali magici che traghettano nel mondo occulto, mi lasciano in quella terra di non ritorno tra il nulla e il mistero, toccando corde scoperte di me stesso.