"Parlare di Musica è come ballare di architettura" Frank Zappa

23 apr 2024

VIAGGIO NEL DEPRESSIVE BLACK METAL: MORTIFERA

 


Ventunesima puntata: Mortifera - "Vastiia Tenebrd Mortifera" (2004)

Dalla Germania spostiamoci in Francia, un posto strano per il black metal, anzi per il metal in generale. Per molto tempo il metal francese non è pervenuto, non sapendo offrire alcun nome di rilievo entro il panorama internazionale. Poi - all'improvviso - come funghi sono iniziate a spuntare realtà di prim'ordine come Blut Aus NordDeathspell OmegaPeste NoireAlcest: tutte entità che hanno operato a livello di eccellenza nel campo del post-black metal con proposte collocabili fra l'originale e il geniale. Le stesse Légions Noires, che si sarebbero rivelate al mondo nell'era di internet (dunque anni dopo che quella esperienza si sarebbe conclusa), hanno rappresentato un'altra ragione di orgoglio per la Francia per quanto riguarda il contributo alla causa del black metal, costituendo una fra le più valide alternative al predominio dell'armata scandinava durante gli anni novanta.  

Anche in ambito di depressive black metal i nostri vicini d'Oltralpe si difendono assai bene, offrendo un ventaglio di nomi di tutto rispetto. Fra questi figurano anche i Mortifera, che ho voluto fortemente includere nella presente rassegna sebbene non siano in toto collocabili all'interno del genere. Più che al depressive in senso stretto, il combo francese è riconducibile all'espressione di sensazioni romantiche e decadenti. E non è un caso che per un paio di brani si sia andati a scomodare Charles Baudelaire e i suoi "Le Fleurs du Mal"... 

Dalle origini nel 2001 fino al 2004, anno di pubblicazione del debutto discografico “Vastiliia Tenebrd Mortifera”, i Mortifera sono stati un duo composto da tali Noktu e Neige

Noktu è anche mastermind dei Celestia (un'altra validissima realtà di black metal malinconico che non includiamo nella nostra rassegna per motivi di spazio) nonché membro di molti altri progetti sempre dediti al metal estremo come Genocide Kommando, Gestapo 666Militia Templi. Ha anche costui suonato dal vivo nei Mütiilation quando essi però si erano già distaccati dal movimento delle Légions Noires

Neige, invece, è proprio il Neige a cui state pensando, l'anima degli splendidi Alcest: l’entità che più di ogni altra ha saputo rinnovare il black metal nel terzo millennio avviando la fortunata stagione del blackgaze. All’epoca il Nostro militava anche nei Peste Noire, dimostrandosi un elemento cardine del rinascimento del black metal francese. Già presente nell’EP di debutto dei Mortifera del 2003 in qualità di bassista e batterista, Neige avrebbe guadagnato spazi crescenti nell'organico fino ad occuparsi anche di chitarra e voce, spartendo il lavoro alla pari con Noktu. 

Sorta di super-gruppo (sebbene i Nostri all’epoca fossero giovanissimi e non ancora molto noti al pubblico) i Mortifera ci fanno dono di un gioiello di black metal tanto grezzo quanto commovente. Ai due bastano meno di 35 minuti per entrare nella storia del DBM con otto brani in bilico fra velocità e poesia, suoni crudi e riff carezzevoli, il tutto suggellato da una registrazione grezza ma efficace. 

Si guardi alla copertina di taglio squisitamente amatoriale, così semplice ed al tempo stesso magnetica, calamitante: uno scatto in bianco e nero che ritrae una cappella in un cimitero. Sopra: il logo della band e il titolo dell'album in caratteri grettamente gotici. L'assenza di vita rappresentata in copertina verrà tuttavia compensata da una musica vibrante di lacerante vitalità.    

Dice già tutto l’opener strumentale “Fvrahgments” che contro ogni aspettativa parte pacata con un bel giro di chitarra arpeggiata per poi farsi di colpo sgangherata con l’innesto di batteria e zappate di chitarra elettrica a squarciare la quiete. Essa si concluderà poco dopo con una sfuriata in blast-beat aprendo le porte ad un black metal ferale che a quel punto non ci saremmo aspettati. 

Fra i passaggi più significativi dell'opera v'è da segnalare senz'altro la coda di “A Last Breath Before the Extinction”, a base di arpeggio e grida strazianti: uno sprazzo di depressive in un contesto di melodie dalla grande presa emotiva. Da antologia l’attacco acustico della successiva “Epilogue d'une Existence de Cryssthal” (altra strumentale) che ci riporta in una dimensione di struggente intimità. Proprio la riuscitissima integrazione fra componente acustica ed elettrica è un fattore cruciale negli sviluppi di questa breve ma appagante operetta. 

Contano ovviamente le linee melodiche delle chitarre, sempre animate da una grande ispirazione, e non ci stupiamo affatto di questo aspetto considerata la presenza di Neige - uno che di melodia ed emozioni se ne intende. A tal riguardo si raggiunge l’apice con la toccante “Ciel Brouillé” - tutta farina del sacco di Neige - che va ad anticipare certe prelibatezze degli Alcest (importante ricordare che gli Alcest avrebbero debuttato discograficamente l'anno successivo con l'EP "Le Secret"). 

Noktu e Neige si alternano al microfono sfoderando entrambi uno screaming affilato portato su toni esasperati: più chiuso il latrato di Noktu, maggiormente fragile ed incrinato il canto di Neige (ma attenzione: non aspettatevi vocalità pulite come accadrà negli Alcest!). Le voci, invero, sono un altro elemento vincente dell'album e Neige, sebbene in futuro di distinguerà per la fluidità dell sua voce eterea, si conferma già da adesso un maestro dello screaming più sentito e viscerale. 

L’ultima traccia, “Fruits of a Tragic End”, è la riproposizione di un brano già edito dai Celestia e va a sancire il definitivo gemellaggio fra le due formazioni che vedono come punto di intersezione il buon Noktu. Sotto la guida di quest'ultimo (Neige lascerà di lì a poco per potersi dedicare a tempo pieno ai suoi Alcest) i Mortifera arriveranno fino ai giorni nostri, senza tuttavia mai ripetere la bellezza di questo imperdibile debutto. 

I Mortifera di “Vastiliia Tenebrd Mortifera” graffiano ma sanno anche spezzare il cuore, centrando il perfetto punto di unione fra i toni esasperati e crudi del DBM e certa poesia post-black targata Alcest: componente, quest'ultima, che mitiga ed addolcisce la proposta e che costituisce la vera marcia in più per questa band che non deve assolutamente essere ignorata dagli appassionati del metal estremo più struggente e pregno di emotività. 

 Appalusi. Lacrime ed applausi. 

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