"Quando c'è in ballo il passato, tutti diventiamo romanzieri" (Stephen King, da “Joyland”, 2013).
Questa citazione mi ha fatto riflettere. In primo luogo, partendo dalla parola “nostalgia” che è composta dal termine greco nostos, che significa “ritorno a casa”, e algos che è traducibile con "sofferenza". L’idea è, quindi, di un dolore nel trovarsi in un luogo lontano da ciò che è sicuro, confortevole, amato.
Non voglio però passare come quel vecchio che evoca il passato con il potere di edulcorare, di trasformarlo in un’antica età dell’oro da rimpiangere, ma ho cercato di pensare alla musica metal di 30 anni fa e, però, ditemi voi se non c'è da aver nostalgia (o, ancora peggio, deprimersi).
Correva l'anno 1995, avevo 16 anni e acquistavo vagonate di dischi, ma non è la quantità che mi stupisce oggi, quanto la qualità delle uscite.
Tanto per fare esempio di pietre miliari che hanno cambiato la mia vita musicale, uscirono esattamente 30 anni fa: "Symbolic" (Death), "Battles in the North" (Immortal), "The Gallery" (Dark Tranquillity), "Land of the Free" (Gamma Ray), "Pierced from Within" (Suffocation), "Imaginations from the Other Side" (Blind Guardian), "Slaughter of the Soul" (At The Gates), "Bergtatt" (Ulver), "Storm of the Light's Bane" (Dissection), "The Angel and the Dark River" (My Dying Bride), "Orchid" (Opeth), "Dead Winter Dead" (Savatage), "Once Upon the Cross" (Deicide) e, tanto per chiudere in bellezza, ma potrei andar avanti, con "The Silent Enigma" (Anathema). Pazzesco!
Di per sé provare nostalgia non avrebbe nulla di negativo; anzi, spesso ci permette di rivivere momenti, emozioni e sensazioni positive e di condurre una rilettura introspettiva dei nostri vissuti. Purtroppo se leggo in serie questi album e li confronto con il 2025 temo di deprimermi e perdere un sano approccio. Perchè il problema si pone quando la nostalgia diventa causa di dolore. Quando cioè quel desiderio di “tornare a casa” si trasforma in una non accettazione del presente e della realtà.
Nonostante tutto voglio chiudere con un messaggio ottimista. L'arte, la letteratura e la musica vivono periodi e ondate di crisi e rinascita. L'anno scorso ho visto una luce con "Absolute Elsewhere" dei Blood Incantation e chissà che quel capolavoro non possa indicare la strada nel 2025.
Certo che per crederci veramente, dovrete cestinare e non leggere queste righe; ma non preoccupatevi: non sono permaloso e soprattutto scambierei volentieri l'anonimato per ritrovare metà dell'ispirazione di quei dischi succitati di trent'anni fa.