"Parlare di Musica è come ballare di architettura" Frank Zappa

7 nov 2016

IL METALLARO E LE DONNE: I RHAPSODY E LA SUBLIMAZIONE DELLA SESSUALITA' NEGATA


“Questo stava lì co' uno che dice che c'avea la spa..la spa..la spada de foco!!!”
Uno dei momenti migliori del film “Un Sacco Bello” di Verdone, quando il figlio hippie Ruggero, che vive in una comune agricola, è incastrato in una specie di riunione familiare allargata con prete, vicino di casa e cugino che tentano di riportarlo alla ragione. Il grandissimo Mario Brega, che interpreta il padre, ascolta sbigottito il figlio che racconta di come ha scelto di unirsi ai "Figli dell'Amore Eterno" dopo aver trascorso la notte in un bosco con il santone: “E di notte proprio sentivo questi spiriti che aleggiavano tutto intorno, e io mi sentivo prima un sacco caldo, poi un sacco freddo, però cioè io non avevo paura perché lui mi proteggeva con una lunghissima spada di fuoco”.

Lo stesso mi suggeriscono i mondi dei Rhapsody e in generale i topoi dell'epica fantasy. Non è che tra monti, lande da conquistare, spade di varia foggia e dai poteri più impensati, stiamo parlando del dramma del metallaro medio, ovvero: il metal non fa sciogliere le donne?

La metafora sessuale pare essere un timore del padre del film di Verdone che non può comprendere la spiritualità del contesto, ma quando il racconto prosegue non ne siamo più così sicuri. Nella comune si coltiva e si caccia, poi si condivide la cena, dopo di che arriva il momento del bagno purificatore, un momento di aggregazione “in questo mondo cosmico, panteistico in cui è il male che perde, e il bene che vince”, ma che consiste sostanzialmente nel fare un bagno di gruppo tutti nudi in piscina. Alé!

I metallari devono inventarsi cose di cui non frega loro granché, come bere (e pagare da bere), fare il dito medio a ogni occasione (perché? nda) e sopratutto fare delle ballate (!) solamente per ingraziarsi le tope della situazione.
Non stiamo parlando di realtà metalliche o para-metalliche come lo street rock, il glam, in cui si tromba alla grande, ma proprio da questo confronto si conferma il concetto: i glamsters e gli street-rockers si vestono da troie, sputano, ti mandano 'affanculo ogni strofa, fanno i dementi scanzonati... e come per magia, secondo leggi non euclidee, sono circondati da stuoli di ammiratrici con la bava alla bocca. 
Perché? Bevono, fanno ballate, fanno gli scemi.

Il metallaro medio vorrebbe parlare alla sua donna di terre proibite, di epiche cavalcate verso il destino del guerriero o castelli svettanti da violare. Alla sua vicina di casa non importa una mazza di tutto ciò, lei non si vede in questi scenari e invece si scioglie in testi d'amore (che siano gotici o pop poco importa, va bene anche “A te che sei il mio grande amore ed il mio amore grande” di Jovanotti). 
A chi fa il rockettaro invece è tutto permesso. Brian Jonhson si mette una coppola che lo faceva sembrare mio nonno già a 20 anni, gracchia testi che esprimono sulle donne concetti alla Donald Trump (un testo degli AC/DC su due è sul pompino nda), eppure sono convinto che alla fine del concerto ha la fila davanti al camerino.

Al metallaro epico non tocca tutto questo e quindi il suo immaginario si popola di metafore sessuali.
Voi potreste obiettare che questo vale anche per le band metal di successo e quindi i Rhapsody, con la fama che hanno, avranno a ogni concerto il camerino pieno di ammiratrici pronte all'accoppiamento. Plausibile. Guardate i Manowar, che per far passare un epic metal di prim'ordine e riuscire trombare nonostante ciò, ogni tanto devono buttar lì dei pezzi su quanto siano ribelli i rockettari, motociclette, birre. La loro vena più triste e insignificante.

Il metallaro medio resta un sognatore solitario che si sfoga a più non posso sublimando il desiderio con le peggio saghe epiche: il metal alla fine è un dialogo con se stessi, non è dedicato proprio a nessuno. Onanismo spirituale. Le principesse sono le grandi assenti nell'epica metallica. A differenza delle fiabe, le saghe de fantasy metal possono sembrare a prima vista una questione solamente virile. Invece la figura della donna c'è eccome, soltanto che è nascosta in metafora.

Tra l'altro saprete che i Rhapsody attingono all'antica musica popolare e una delle fonti è la stessa (tanto da far erroneamente pensare al plagio) del brano “Donna ti voglio cantare” di Branduardi.
In questo brano Branduardi snocciola una serie di metafore della femminilità, non molto dissimili da quelle a cui ricorrono i Rhapsody.

Veniamo così ai fondamentali delle metafore sessuali.
Nella trasposizione metaforica il maschile è peniforme, quindi lungo, a punta e il femminile è invece largo, accogliente, ma chiuso da una porta, una serratura, una parola magica o separato da un fossato, un fiume o qualcosa del genere. 
L'allegoria delle saghe rhapsodiane è l'eterna lotta tra uomo e donna, di come alla fine entrambi vincano e entrambi perdano. La donna, perché si concede, che è un piacere ma una sconfitta; l'uomo, perché si lascia legare, che è ugualmente un piacere, ma una sconfitta. 
Il cavaliere che combatte contro il drago è una rappresentazione del corteggiamento. Il cavaliere corteggia il drago che gli sputa contro il fuoco. Potrebbe annientarlo quando vuole, non lo fa. Lo lascia combattere fino a farlo vincere, ci riuscirebbe anche un coglione senza spada, ma lui nel frattempo si è convinto che la sua forza risiede nella spada di smeraldo, forgiata da chissà quale mago con chissà quale incantesimo.

Quindi sono maschili la spada di smeraldo (cioè la fava di Hulk), oltre a qualsiasi altra spada e a chi la brandisce, il swordmaster. L'erezione è efficacemente suggerita dal titolo “il trionfo del mio magico acciaio”, il cavallo e il cavaliere sono entrambi maschili, mentre femminile è ciò che sostiene la cavalcata, quindi la pianura, la prateria, i venti (Riding the winds).
Sono maschili le torri che svettano o edifici similari. Quanto al tuono e al fulmine, il tuono è maschile, e il fulmine femminile, roboante e velleitario l'uno, come l'uomo; decisivo e definitivo il secondo, come la donna.

Sono femminili le ali aperte, che reggono il destino (Wings of destiny), gli spazi aperti come le vallate (Heroes of the lost valley, Elnor's magic valley) e anche il mare, il cui connotato sessuale è esaltato dalla tempesta come dalle fiamme (Sea of flames). Sono femminili i passaggi, gli ingressi, le porte da aprire, come beyond the gates of infinity (ovvero la topa al cubo). Virgin skies è poi un titolo che parla da solo, e che conferma la femminilità del cielo nell'immaginario metal, come nei menstrual skies della contessa Bathory cantata dai Cradle of filth.

Poi ci sono le metafore combinate, affiancando il maschile al femminile, prendiamo ad esempio le montagne che guardano il mare infuocato, ma soprattutto quelle sugli unicorni: la foresta degli unicorni, metafora dell'ingresso del maschile nel femminile e anche l'ultimo unicorno alato, con l'animale che riassume in sé le due parti nel corno e nelle ali, rispettivamente. Prospettive incrociate nella torre nera dell'abisso, elevazione fallica o sprofondamento vaginale?

Altra cifra per identificare il maschile e femminile sono la fissità e la mutevolezza.
I cancelli sono donna (si aprono e si chiudono), le torri stanno ferme e sono maschie, ma le finestre femmine, le mura maschie e i fossati femmine, le nuvole danno femminilità al cielo perché si muovono e modulano la luce, il sole ha una luce maschia, fissa; la luna ha una luce femmina, sempre controbilanciata da un lato oscuro e così via.

Ora sapete come decifrare i paesaggi e le figure delle insulse saghe che girano in tondo tra foreste, castelli, battaglie e incantesimi
Niente di complicato: sostanzialmente epic fantasy esprime la frustrazione del guerriero nel non poter condividere la sua dimensione romantica con le donne del popolo. Noi preferiamo giocarcela difficile con la donna-drago, pensare di essere forti e che quel che conquistiamo sia prezioso, come il cavaliere che viola le mura del castello.
Per il sesso facile quindi, ci sono alcune regole (birra-dito medio-ballata) che si applicano a tutti i generi, presentissimi anche nel metal essendo ad esso completamente estranei. L'animo del true metaller si consola con la qualità e aspetta di conquistare il drago/principessa.

A cura del Dottore