Il black sinfonico nacque come un sottogenere tronfio, celebrativo di un successo inatteso che il black metal stava avendo. Per ciò stesso si distaccava dallo spirito black originario, e rigettava l'àncora più direttamente verso il metal. Non è un genere che ha sostanzialmente innovato, se mai contaminato alcune vecchie idee del metal (la melodia, l'impianto sinfonico, le tastiere) con alcuni elementi del black (la velocità, il blast beat, lo screaming, le chitarre a zanzara). Niente che gli Europe non avessero già fatto, e proprio in Scandinavia.
Il
black sinfonico ha il suo elemento distintivo nell'intrappolamento
della melodia dentro un flusso iperveloce e diretto verso l'alto:
un'idea di ascensione (il tempo in levare), quindi, parallela ad un
senso di struggimento e ad una urgenza comunicativa che è espressa
dalle velocità e dal blast beat.
Il
vero blackster “non piange”, almeno secondo la teoria too old,
too cold che riporta l'essenza del black ad una scarnificazione
sentimentale. Dal punto di vista del “raw” sono ugualmente
“molli” il black sinfonico
come il depressive, eppure è
innegabile che ci siano personaggi che hanno declinato la loro vena
black sia in senso “crudo” che in senso melodico (IT, per
esempio). Ragion per cui la teoria dei Darkthrone ci pare più
funzionale al loro auto-riciclaggio che non utile a individuare la
radice del black quale esso è stato dai '90 a oggi. Per quanto
riguarda cosa sia il vero black, è uno spasimo oscuro e viscerale,
con un baricentro nichilistico e negativo, sia nell'estetica, che nei
testi, che nei riferimenti ideologici. Per il resto, ha diverse
forme, di cui il symphonic è quella più romantica. Ma cosa significa "romantica"? Non ci stiamo riferendo alla melodia, anche se la melodia
è uno strumento di espressione del romanticismo. Romantico è il
sentimento di struggimento che deriva dal conflitto tra nichilismo e
spinta sentimentale. Anzi, diciamo che nel romanticismo l'aspirazione
di esperienza del mondo è talmente alta e intensa, che il mondo non
potrà che deluderla o lasciarla incompiuta. Non a caso, nella
pittura romantica, uno dei soggetti tipici è il paesaggio come
specchio dell'anima, o un paesaggio con un uomo di spalle, a
suggerire che l'uomo si identifica con la natura, e ad essa guarda
con un desiderio grandioso. La stessa etimologia di de-siderio, cioè
“cielo senza stelle”, richiama al senso di struggimento che
l'uomo ha quando non trova, nel cielo, un segno da poter
interpretare, un appiglio per immaginarsi il futuro e ciò che è più
grande di lui.
Il
black sinfonico è quindi la musica del desiderio (o siderale, come
abbiamo detto prima): la rincorsa delle stelle, lo spasimo verso le
stelle e l'incolmabile lontananza da esse. Una delle copertine più
rappresentative di questo concetto è quella di un gruppo sinfonico
secondario, gli Odium, Il triste regno delle stelle ("The sad
realm of the stars", 1998). Si vede in primo piano un castello ricavato su
una roccia, sulla cui cima un sovrano, seduto sul suo trono, guarda
sconsolato verso uno sfondo di stelle e pianeti.
Anche
il presunto satanismo dei Dimmu Borgir è in realtà una
rappresentazione astrale, in cui l'elemento “nero” è anche
utilizzato con ironia: L'anima è in partenza dal gate 666... (l'incipit di "Tormentor of christian souls"). Il diavolo in cielo ci
sta e non ci sta, in realtà non è il suo elemento, piuttosto è la
rappresentazione della volontà umana di superamento di sé stesso,
un satanismo romantico, di pura facciata quindi, che non tocca un
vero tema filosofico.
Per
fare un parallelo con un filone e un'immagine simile, potete vedervi
alcuni dei quadri di Johann E. Fuessli, del periodo neoclassico. Uno di questi
si intitola, più o meno, “la disperazione dell'artista di fronte
alle rovine”, e rappresenta uno scultore inginocchiato e
sconfortato di fronte a due rovine giganti di una statua classica,
una mano e un piede. Il neoclassicismo infatti, che si proponeva di
riprodurre il senso di perfezione e armonia già realizzato dalle
opere classiche, si fondava poi sull'idea che l'età classica avesse
già espresso al massimo il potenziale artistico umano. Insomma,
anche l'asettico neoclassicismo, scolastico, tradiva l'ambizione di
superare la realtà, la tradizione, la perfezione stessa. In realtà
la perfezione non era solo insuperabile, ma anche irraggiungibile. Le
rovine, per quanto riproducibili, non potevano essere ri-create, e
quindi nessuna opera, per quanto perfetta, poteva placare questo
desiderio di compiutezza che l'uomo coltiva dentro di sé.
Gli Emperor di "In the nightside eclipse” esordiscono con “dentro
l'infinità dei pensieri”, un ossimoro che esprime già subito il
gusto per la fusione tra grandezza e limite. Gli ...and Oceans
intitolano l'esordio La galleria cinematica dei pensieri ("The
dynamic gallery of thoughts"), con la suggestione che i pensieri
diventano emanazione diretta delle emozioni, e infatti i loro testi
fondono assurdità cerebrali a frullati di percezioni. I Limbonic
art, rappresentano Satana come un demone astrale ("Moon in the
Scorpio"), e i Dimmu Borgir stessi in “Enthrone...” mettono in
copertina una specie di Satana alieno.
Insomma,
tra immaginario astronomico e astrologico, il black sinfonico si
scrolla rapidamente di dosso il tema religioso per concentrarsi
sull'emozione siderale (il desiderio).
E
al termine di ogni disco sembra di sentire il rumore dell'aereo che
tira fuori il carrello con l'altoparlante che annuncia, come al
termine di “Tormentor of christian souls”: L'anima è in
arrivo al gate 666....
A cura del Dottore