"Parlare di Musica è come ballare di architettura" Frank Zappa

18 lug 2021

ZODIACO METAL: "CANCER" (ORPHANAGE)

 


Da anni sto portando avanti una personalissima battaglia (contro i mulini a vento…) avente come scopo il cambio del nome per il segno zodiacale del Cancro.

Mi, e vi, chiedo: perchè il segno del Toro viene raffigurato, coerentemente col suo nome, da un toro? E così la Bilancia da una bilancia, lo Scorpione da uno scorpione e i Pesci da dei pesci? Perché, quindi, un granchio non lo si deve chiamare, qui in Italia, granchio, anziché cancro, che di certo non ispira bei pensieri e piacevoli situazioni? 

Ok, lo so, lo so: colpa della lingua latina, certo. Da “cancer” (granchio) a “cancro” in italiano il passo è breve. Ma potrei controbattere: il segno della Bilancia, in italiano, non lo chiamiamo mica Libra!

Sta cosa mi dà un po' addosso perché il cancro è il mio segno e, tutte le volte che mi è stato chiesto in passato di che segno fossi, rispondevo…granchio! (con parziale moto di sorpresa dell’interlocutore di turno). La verità è che sono affezionato al mio segno zodiacale. Mi piacciono le caratteristiche che gli vengono attribuite, mi ci ritrovo: amante e fortemente protettivo nei confronti della famiglia, un po' timido, molto emotivo e sensibile

Usiamo la nostra Rassegna sullo Zodiaco Metal, e il Cancro come Cavallo di Troia, per intrufolarci nell’analisi di una band davvero poco conosciuta nel panorama metal: gli ormai sciolti Orphanage. Nati ad Utrecht, e supportati dalla coraggiosa label olandese DSFA, furono, a metà anni novanta, addirittura accostati da alcune riviste specializzate ai The Gathering (coi quali in realtà non condividevano quasi una mazza…). In realtà io li ho sempre considerati i cugini più grandi, e sfigati, dei Within Temptation con cui, invece, condividevano molto di più: oltre alla nazionalità, l’impostazione vocale del beauty and the beast, l’etichetta stessa che li ha lanciati e il fatto che il successo ottenuto con i primi album li avrebbe portati alla firma con una major (la Roadrunner per i Whitin Temptation; addirittura la Nuclear Blast per gli Orphanage).

L’album col quale fecero il botto, “By time alone” (1996), che precedeva di un anno “Enter”, il capolavoro dei cuginetti Within Temptation, lo consumai. Recensito col massimo dei voti da Metal Hammer, lo comprai con i pochi risparmi mensili e ne fui rapito: un gothic/doom che non disdegnava escursioni in territori death, una spruzzata di stilemi groovy, alternanza di parti tirate e rilassate, momenti delicati e carezzevoli, guidati dalla voce sottile di Rosan van der Aa. Un mix davvero intrigante e originale, segno della versatilità e fantasia del mastermind della band, Lex Vogeelar.

L’album era davvero ottimo, inficiato però da una certa legnosità di fondo, dovuta in particolar modo a un paio di fattori: il cantato growl di George Ooesthoek (davvero monocorde e sfasciazebedei); e le escursioni chitarristiche di cui sopra in campo nu/groove metal (che ci stavano come i cavoli a merenda). La stessa Rosan seppur bravissima, con il suo timbro flebile flebile, non riusciva a scaldare i cuori di noi-giovani-amanti-delle-sonorità-goth che ci eravamo follemente innamorati giusto l’anno prima della Divina Anneke (altra galassia rispetto alla Van der Aa).

Come detto, il comunque meritato successo di critica di "By time alone" li accasò presso la Nuclear Blast. Che il passo sia stato più lungo della gamba? “Inside”, fatidico terzo lavoro della band orange, è un album più che buono ma che soffre degli stessi, identici problemi del suo predecessore

Nella sua versione giapponese contiene un paio di bonus tracks, tra cui la qui trattata “Cancer”, song già contenuta nella loro primissima demo, “Morph” dell’agosto ’93. "Morph" presentava brani articolati, vari, debitori del technical death di stampo schulderiano. “Cancer”, in questo contesto compositivo, rispetto alle altre song della demo, va dritta al punto: una bella, tiratissima botta di thrash/death racchiusa in meno di 200”, guidata da un riff efficacissimo e di facile presa che non disdegna rallentamenti e solos di buonissima fattura.

Non ci è dato sapere, ahinoi, se con questo titolo gli Orphanage si riferissero alla malattia o proprio alla Costellazione del Cancro (la lingua inglese, in questo, soffre dello stesso problema dell’italiano). Ma, data l’ispirazione-guida dei Nostri (sviscerati amanti dei racconti e delle ambientazioni di H.P. Lovecraft) propendiamo per la seconda ipotesi…

Insomma, la fine poco gloriosa degli Orphanage (che si sciolsero dopo la pubblicazione di "Driven" nel 2004, platter che vedeva la dipartita di Vogelaar), e la trascurabilità della traccia da noi prescelta, fa il paio con l’altrettanto poco gloriosa fine del personaggio, mitico, che dà il nome alla Costellazione del Cancro. E cioè Carcino, un enorme granchio che, per aiutare l’Idra nella sua lotta contro Ercole, pizzicò l’eroe greco al piede…non l'avesse mai fatto! Ercole, infuriato, lo calpestò come uno scarafaggio, riducendolo ad un ammasso informe…la dea Era, nemica di Ercole, per ripagare Carcino del contributo offerto, per quanto minimo e trascurabile ai fini dell’esito dello scontro tra l’Eroe e il velenoso Mostro a nove teste, lo premiò, riservandogli un posto tra le stelle dello zodiaco

Nel nostro piccolo, la redazione di Metal Mirror, dea ex-machina delle proprie Rassegne, inserisce gli Orphanage, con il loro modesto contributo alla Storia del nostro genere preferito, tra le band dello Zodiaco metal...

A cura di Morningrise

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