"Parlare di Musica è come ballare di architettura" Frank Zappa

3 mar 2025

10 ANNI DI METAL MIRROR



Salve, il mio nome è Metal Mirror, sono un blog ed oggi è il mio compleanno: compio dieci anni

Dieci anni son passati dal giorno in cui il mio primo post è stato pubblicato, ma non starò oggi a sfrangiarvi i coglioni con ampollose auto-celebrazioni. A chi importa, in fondo, che cosa c'è scritto su Metal Mirror? 

A nessuno importa, nemmeno a chi ci scrive, perché oggi niente è importante, tutto sprofonda ed affoga in un gorgo di comunicazione spesso futile e sempre incalzante, in cui non si distinguono più le priorità e le cose importanti da quelle trascurabili. 

Nascevo con un supremo intento: approfondire. Approfondire, preferibilmente, portando alla luce un punto di vista originale. La mia speranza era dire semplicemente qualcosa di nuovo, di inedito, di originale; chissà, anche qualcosa di stupido, purché non detto da altri. 

Rispetto a dieci anni fa, tuttavia, il mondo della comunicazione è cambiato: oggi si corre alla velocità della luce, si viaggia sui social, un medium che, al fine di veicolare contenuti, richiede sintesi e la capacità di saper dire qualcosa in spazi ristrettissimi, che so, lo spazio di una frase, di una foto, o meglio ancora, di un video di una manciata di secondi. 

Per carità, anche per far questo ci vuole talento e mestiere, ma non è questa, nel bene o nel male, una qualità che mi appartiene. La sintesi, intendo. E non prendete questa uscita come la solita sparata contro i social, contro l'analfabetismo funzionale ecc. Prendetela semmai come una candida ammissione di incapacità: non so esprimermi tramite foto, video o frasi ad effetto, davvero, non lo so fare. Ma vi dirò, dopo dieci anni mi rendo conto che non è nemmeno così importante comunicare. Con il trascorrere del tempo sono diventato autoreferenziale, un fine in sé. 

Sono diventato l'involucro esterno - e neppure più indispensabile - di una salda amicizia che nel corso degli anni ha eroso ogni ambizione editoriale. Sì, certo, ci siamo anche tolti lo sfizio di scrivere un libro, ma sempre con l'intento di fare qualcosa insieme, perché - lo dico con la mandibola tremante per l'emozione - se questo blog ha un valore, è quello di aver permesso lo sviluppo di una grande e duratura amicizia fra quattro persone fantastiche. 

Il bello di Metal Mirror sta dietro a Metal Mirror: le risate, le freddure, la condivisione di riflessioni ed idee, le infinite discussioni su WhatsApp. Sì, il vile WhatsApp, ma non mi sto contraddicendo, del resto i miei padri vivono in città/paesi diversi e - strano ma vero - si sono fisicamente incontrati tutti e quattro per la prima volta lo scorso Natale! Non mi contraddico perché questi quattro figuri di WhatsApp fanno un uso a dir poco anomalo, antitetico al modo isterico di comunicare oggi: messaggi vocali così lunghi da far sudare nella tomba maestri di lentezza come Antonioni o Tarkovskij. 

Ognuno con le sue fissazioni e le sue idiosincrasie. Roberto, bravissimo ragazzo, molto alla mano, ma mi raccomando non vi azzardate a fare ironia su Anneke Van Giersbergen, Arjen Anthony Lucassen o Devin Townsend. Matteo, pura metafisica del metallo, con le sue penetranti visioni, quasi delle allucinazioni, vede cose lui che nemmeno i musicisti di cui parla si sognano lontanamente di aver detto o fatto (ma parlategli bene di Deep Purple o Pink Floyd e guardate come gli sfuma il sorriso sulle labbra). La sempiterna crociata di Francesco contro gli aggettivi e le definizioni eccessivamente entusiastiche (descrivetegli un disco come meraviglioso, incredibile, stupendo, strabiliante, fantastico, epocale, definitivo ecc. ed è la volta buona che non lo ascolta). E che due coglioni Marco, incontinente verbale di prima classe con 'ste rassegne infinite, ed adesso pure con questa storia del dungeon synth... (a proposito, ma lo sapevate che il 2025 è l'anno del dungeon synth?). 

Ma io voglio bene a questi ragazzi, mi ci sono affezionato, e sappiate che sulle mie pagine c'è finito il 2% di quell'incredibile laboratorio intellettuale che si è venuto a consolidare nel corso degli anni su tutto lo scibile metallico. Per questo non mi importa cosa scrivono: mi diverte guardarli, osservarli, ascoltarli, contento e fiero di essere anche solo una scusa, un espediente, nel migliore dei casi un canale per irrigare le loro interazioni. Stiam bene fra noi, che ce ne frega dunque di raggiungere il mondo che sta là fuori? 

So che l'affetto è ricambiato, è reciproco, anche loro mi vogliono bene perché sanno che li rendo persone migliori. Avete presente le piante che assorbono anidride carbonica e ce la restituiscono sotto forma di ossigeno? Io per loro sono la stessa cosa: li spingo ad analizzare e scrivere, togliendoli dalla fruizione passiva dei contenuti effimeri, dallo scorrere vorticoso del tempo che niente lascia dietro di sé. Meglio impiegare in modo attivo quella mezz'ora faticosamente ritagliata fra lavoro ed impegni famigliari (a proposito, un saluto all'ultima arrivata: benvenuta in questo mondo, piccola Matilde!) che sprofondare miseramente nella melma di YouTube, di Facebook, di Instagram, di Tik Tok. 

Ragazzi - ed adesso mi rivolgo a voi lettori - non sprecate il vostro tempo a guardare i culi su Instagram, non scambiatevi meme e gif, non inoltrate gag che trovate sui social, ma create le vostre narrazioni, i vostri tormentoni, modellate le vostre idee e i vostri pensieri. Non siate piatti, opachi, bensì siate creativi, e se non ne siete capaci, siate almeno intellettualmente attivi. Comprate un libro, costa un'inezia, e leggetelo, vanno bene anche poche paginette al giorno. Iniziate ad attivare e mettere a sistema abitudini virtuose, allenate il cervello: è la cosa migliore e più utile da fare di questi tempi in cui regna il sonno della ragione

E non perdete mezzore intere sui social a guardare chi parla di musica o a guardare chi esegue cover; il vostro tempo è prezioso. Ridate valore alla parola scritta come veicolo di suggestione, segnalazione, invito e guida all'ascolto. E poi ascoltatela, la musica: non i brani, gli album. E connetteteli, gli album e gli artisti: capite chi è venuto prima e chi dopo, chi nasce da chi, chi ha generato chi, chi si è ispirato a chi. E se vi imbattete in un lungo articolo su internet il cui titolo vi incuriosisce, non fermatevi al primo paragrafo: leggetelo tutto. E' una questione di minuti, come leggere un libro. 

Perché un culo su Instagram vi lascia così come siete, e forse un poco più frustrati di prima, mentre un articolo di Metal Mirror potrebbe cambiarvi la vita...