"Parlare di Musica è come ballare di architettura" Frank Zappa

7 ott 2025

VIAGGIO NEL METAL TOLKIENIANO - SMOKE OF ISENGARD_PAROLE CORROTTE: GLI ORCHI E IL RUOLO DEL LINGUAGGIO NEL LEGENDARIUM

 



Viaggio nel metal 'tolkieniano' - 9) SMOKE OF ISENGARD - "Orc Metal" (2022)

Gli Orchi parlavano molte lingue turpi, poiché essi prendevano parole da altri idiomi e le corrompevano a loro uso; ma Sauron creò per loro una lingua unica, la Lingua Nera di Mordor. Tuttavia essa non divenne mai lingua comune se non fra i suoi più fidati servitori” (da “Il Signore degli Anelli” – Appendice F)

Lo diciamo subito: la razza degli orchi sono un problema spinoso. Un problema irrisolto dallo stesso Professore. Per oltre sessant’anni (dagli anni della Prima Guerra Mondiale fino ai primi ’70 circa) Tolkien se ne occupò. In particolare, a partire dagli inizi degli anni ’50, cercò di formulare una coerente teoria circa la loro genesi e il loro destino, ponendosi in merito domande cruciali (gli orchi sono redimibili? Possiedono il libero arbitrio?). Ben sei furono le formulazioni sul tema, nessuna delle quali, però, lo soddisfò causa la loro non perfetta armonizzazione con il resto del Legendarium (problema, quello dell'armonizzazione temporale degli accadimenti, che assillò Tolkien fino alla fine della sua vita). Non staremo qui né ad elencarle e/o spiegarle né a esprimerci su quali di esse ci pare la più probabile o convincente.

2 ott 2025

VIAGGIO NEL DUNGEON SYNTH: TIL DET BERGENS SKYGGENE

All'ombra delle montagne - Til Det Bergens Skyggene, "Til Det Bergens Skyggene" (2011)

Si è già detto che gli anni novanta furono anni fecondi di esperimenti che intendevano traghettare gli umori del black metal verso la dimensione atmosferica di album composti ed eseguiti con solo tastiere. Le opere di Mortiis, Burzum, Pazuzu e Wongraven erano state solo la punta dell’iceberg di un sottobosco di produzioni artigianali che sarebbero rimaste ignote ai più e che sarebbero state riscoperte solo molti anni dopo, intorno al 2010 per l'esattezza. Solo allora questi lavori sarebbero stati finalmente ascoltati, apprezzati, rivalutati e riconosciuti come base fondante di un genere che fino a quel momento non era stato nemmeno definito: il dungeon synth

Questo rinnovato interesse fu dettato da un mix di fattori: probabilmente si erano riaffermate le condizioni storico-sociali affinché un certo tipo di discorso potesse essere ripreso. Da un lato il medium di internet permetteva di accedere a molti lavori che erano stati ignorati fino ad allora. Dall'altro qualcuno decise di cimentarsi in quegli stessi esperimenti, rievocando lo spirito delle produzioni originarie. Fatto sta che intorno ai primi anni dieci, dopo circa un decennio di mortifera quiete, qualcosa iniziò a muoversi nuovamente. Ma era come riniziare da capo, come se un corpo intorpidito da un lungo sonno dovesse faticosamente animarsi, rialzarsi, camminare. Ed infatti in questa primissima fase di risveglio i progetti sembravano votati allo stesso tragico destino dei loro avi novantiani, vegetando nella dimensione delle auto-produzioni, della distribuzione amatoriale, nascendo e morendo nell’arco di pochi anni e dopo essersi lasciati alle spalle solo una o due demo. Qualcuno di questi lavori sarebbe rimasto nella storia, altri no, ma l’importante è sottolineare che dopo una decade di oblio (la cosiddetta “Dark Era”) il fenomeno ha principiato a rianimarsi.