Dopo una meritata pausa estiva e aver rinunciato a un paio di eventi che avevamo ‘puntato’ (il “2 Days Prog +1” di Veruno e l’Avantgarde Fest a Milano con i DHG come headliner), riprendiamo a spron battuto gli appuntamenti concertistici con l’evento che aspettavo di più. Ossia il...
Metal Italia Fest (27/09
- “Live Club”_Trezzo s/Adda): l’ottimo Live club ospita questo happening
da anni ma, per la prima volta, le due date schedulate sono andate entrambe sold-out! E
non poteva essere diversamente visto il bill della ‘due-giorni’ che presentava,
per la giornata di sabato (cioè quella cui abbiamo presenziato), otto band una più interessante/diversa dell’altra:
tra Italia (Bedsore & Messa), Germania (Equilibrium & Kanonenfieber) e Svezia
(Soen & gli headliner Dark Tranquillity che celebravano i 30 anni del capolavoro "The Gallery" e i 20 di "Character") abbiamo assistito a 10 ore filate di
grande musica in cui i momenti tirati e da headbangin’ (soprattutto con gli
andorriani Persefone e gli scenografici Kanonenfieber) si sono alternati a
quelli più intimisti e commoventi. Personalmente gli Iotunn erano quelli che
attendevo con più ansia, visto l’amore che provo per il loro ultimo “Kinship”
ma, purtroppo, la band danese è stata quella maggiormente penalizzata dai suoni.
In ogni caso, esperienza da rivivere e una delle giornate musicali più intense
della mia vita!
The Ossuary (04/10
– “Crazy Bull Cafè”_Genova): ne parleremo a breve qui su Metal Mirror, ma posso
anticipare che questa band pugliese, già a giro da oltre un decennio e autori
di ben 4 full lenght, hanno rilasciato nel 2025 il miglior album doom che abbia
ascoltato (“Requiem for the Sun”). Accompagnati di spalla dai genovesi Winternius,
interessante realtà melo-black e freschi del buon “Underwater Darkness”, i The
Ossuary hanno dato prova sulle assi di professionalità e ottime capacità
esecutive, regalando un profluvio di sano e ispirato doom metal!
Opeth (06/10 –
“Alcatraz”_Milano): non mi presentavo alla corte del Michelone da fine
anni ’90 ma, vista la qualità dell’ultimo “The Last Will and Testament”, le
attese per questo live erano altissime. In un Alcatraz imballato al
limite del sold-out, l’aspettativa è stata più che ripagata da una setlist, che
ripescava, per 7/11esimi, brani del periodo pre-Heritage. Emozioni a più
riprese con “The Leper Affinity” e la ‘doppia doppietta’ “To Rid a Disease” –
“The Night and the Silent Water” (prima) e “Ghost of perdition" – “Deliverance”
in conclusione. La prestazione tecnico/esecutiva della band è stata ai limiti
della perfezione (straordinario il nuovo innesto Waltteri Vayrynen) mentre il
gioco di luci e video, impattante ma mai pacchiano o sopra le righe, hanno reso
l’esperienza ancora più immersiva per uno show che non può che collocarsi sul
podio dei live 2025!
Sunn O))) (26/10 - ”Audiodrome”_Moncalieri):
cosa aspettarsi da un live del duo di terroristi sonori?! Locale stracolmo,
montagne di ampli impilati uno sull’altro, tensione palpabile nell’aria…tra fitte
coltri di nubi i due energumeni salgono sul palco (ma nessuno li vede
ovviamente…) e partono i loro accordi a volumi inverosimili che friggono in
aria e stanno lì a scavarti le budella e a farti vibrare pure i vestiti! Dopo
pochi minuti, in molti si defilano, si creano malumori tra gli astanti, tra
spintonate e attacchi di panico. Ne approfittiamo per trovare una posizione più
centrale e lontana dal palco e a quel punto riusciamo a entrare in una sorta di stato di trance grazie alla premiata coppia O’Malley – Anderson che, per 90’
filati, ci martoria i timpani, per un’esperienza da provare, sì, ma non senza
prevedere opportune protezioni uditive! Bello, bello…ma anche solo once in a
livetime è sufficiente!
Leprous (07/11 –
“Live Club”_Trezzo s/Adda): dell’ampio cappello del c.d. “neo-prog”, la band
che ha dimostrato la più sorprendente parabola evolutiva sono senza dubbio i Leprous che, dai brillanti esordi dell’accoppiata “Tall Poppy Syndrome” –
“Bilateral”, sono giunti nell’ultimo decennio a una personalissima versione di
rock a 360°. Guidati dalla visione artistica di Einar Solberg e da una
proprietà di mezzi tecnici e compositivi fuori dal comune, i Nostri sono
arrivati a questo tour di supporto alla loro ultima fatica, “Melodies of
Atonement” (2024), all’apice della forma che, sulle assi, si riversa sugli
astanti in modo potente e plastico. Contando su una marea di hit songs, i
Nostri dimostrano di saper anche improvvisare e intrattenere, confermandosi
come tra le realtà oggettivamente più significative dell’intero panorama
rock/metal mondiale. Usciamo dal Live con un sostantivo che ci martella le
meningi: superiorità…
Helloween (19/11 – “Unipol
Forum”_Assago): i 40 anni di vita delle Zucche, ormai con la formazione
a sette in pianta stabile, non poteva essere celebrata meglio grazie ad uno
show ricchissimo: per durata (135’ di live!), palco (con tanto di passarella
perpendicolare che si incunea tra la folla), luci e videowall da stropicciarsi
gli occhi; fumi, fuochi & festoni a profusione e una scaletta strabordante in
cui c’è tutto-ma-proprio-tutto, dagli esordi di “Walls of Jericho” all’ultimo
nato “Giants&Monsters”. Un palazzetto intero a cantare a squarciagola inni immortali con i quali ogni buon vecchio metallaro è cresciuto (ma non mancavano
parecchie giovani leve altrettanto entusiaste) per una serata che rimarrà
incistata a vita dentro di noi, tra cuore & stomaco!
Folkstone (21/11 –
Teatro “Verdi”_Genova): non siamo rimasti neppure un minuto seduti nelle comode
poltrone del Teatro perché i Folkstone ci hanno voluti tutti lì da subito:
sotto al palco a pogare, danzare e cantare con loro, in un clima da centro
sociale anni novanta! Quasi due ore di tripudio folk e chorus anthemici di brani vecchi e nuovi (tratti dal loro ultimo, validissimo, "Natura Morta") a
ritmo di flauti, arpa, bombarda, ghironda, tamburino e bagpipes! Lorenzo
Marchesi e Roberta Rota, mattatori della serata, si sono dimostrati convincenti
cantori del loro messaggio di pace, libertà e anticonformismo sociale. Ottimi!
Necrodeath (29/11 –
“Chapeau Club”_Savona): terz’ultima tappa (ultima in Liguria) per la storica band genovese che, a fine di questo mese, si scioglierà dopo “40 years of hate” di
onoratissima carriera. Non finiremo mai di ringraziare una delle realtà seminali del metal estremo italiano (assieme a Schizo e Bulldozer), da sempre
fautori di un malvagio incrocio di thrash, death e black old-school. Molti dei
14 album in studio della loro discografia sono stati toccati nella ricca
scaletta d’addio. Dall’iconica “Mater Tenebrarum” (presente addirittura nel
demo d’esordio del 1985) fino a giungere alla title track dell’ultima fatica
“Arimortis”, uscita proprio quest’anno. A far da trait d’union, un inossidabile
Marco “Peso” Pesenti (60 anni e non sentirli…) che, prima dei bis, si è
lasciato andare ad un sentito e commovente discorso da vero rocker underground.
L’acida voce di Flegias non ha mollato di un cm mentre Gianluca Fontana al
basso e Pier Gonella alle sei corde hanno dato la verve giovanile utile a
infiammare un pubblico che non si è lasciato pregare per scatenarsi in un pogo irrefrenabile.
Le datate ma sempreverdi “Choose Your Death”, “The Creature”, “Hate and Scorn”,
“Necrosadist” e le più recenti “Lust”, “The Whore of Salem” e “Storytellers of
Lies” hanno parimenti lasciato il segno, nel corpo e nell’anima, dei presenti.
È un addio, ok; ma con un’eredità che, scommettiamo, durerà ancora a lungo…
E con i Necrodeath concludiamo la carrellata sui live dell’anno che si sta per concludere. Il 2026, se non esploderà quella che in tanti considerano una “bolla” destinata a sgonfiarsi, ci ha già riservato diversi annunci concertistici di portata massimale. E per alcune di queste date abbiamo già il biglietto in tasca.
Ma questa è un’altra storia. Da
raccontare, magari, in un altro live recap il prossimo dicembre…
A cura di Morningrise


