"Parlare di Musica è come ballare di architettura" Frank Zappa

22 dic 2025

"CONCERTS' RECAP": UN ANNO DI LIVE! (settembre - novembre)

 




Dopo una meritata pausa estiva e aver rinunciato a un paio di eventi che avevamo ‘puntato’ (il “2 Days Prog +1” di Veruno e l’Avantgarde Fest a Milano con i DHG come headliner), riprendiamo a spron battuto gli appuntamenti concertistici con l’evento che aspettavo di più. Ossia il...

Metal Italia Fest (27/09 - “Live Club”_Trezzo s/Adda): l’ottimo Live club ospita questo happening da anni ma, per la prima volta, le due date schedulate sono andate entrambe sold-out! E non poteva essere diversamente visto il bill della ‘due-giorni’ che presentava, per la giornata di sabato (cioè quella cui abbiamo presenziato), otto band una più interessante/diversa dell’altra: tra Italia (Bedsore & Messa), Germania (Equilibrium & Kanonenfieber) e Svezia (Soen & gli headliner Dark Tranquillity che celebravano i 30 anni del capolavoro "The Gallery" e i 20 di "Character") abbiamo assistito a 10 ore filate di grande musica in cui i momenti tirati e da headbangin’ (soprattutto con gli andorriani Persefone e gli scenografici Kanonenfieber) si sono alternati a quelli più intimisti e commoventi. Personalmente gli Iotunn erano quelli che attendevo con più ansia, visto l’amore che provo per il loro ultimo “Kinship” ma, purtroppo, la band danese è stata quella maggiormente penalizzata dai suoni. In ogni caso, esperienza da rivivere e una delle giornate musicali più intense della mia vita!

The Ossuary (04/10 – “Crazy Bull Cafè”_Genova): ne parleremo a breve qui su Metal Mirror, ma posso anticipare che questa band pugliese, già a giro da oltre un decennio e autori di ben 4 full lenght, hanno rilasciato nel 2025 il miglior album doom che abbia ascoltato (“Requiem for the Sun”). Accompagnati di spalla dai genovesi Winternius, interessante realtà melo-black e freschi del buon “Underwater Darkness”, i The Ossuary hanno dato prova sulle assi di professionalità e ottime capacità esecutive, regalando un profluvio di sano e ispirato doom metal!

Opeth (06/10 – “Alcatraz”_Milano): non mi presentavo alla corte del Michelone da fine anni ’90 ma, vista la qualità dell’ultimo “The Last Will and Testament”, le attese per questo live erano altissime. In un Alcatraz imballato al limite del sold-out, l’aspettativa è stata più che ripagata da una setlist, che ripescava, per 7/11esimi, brani del periodo pre-Heritage. Emozioni a più riprese con “The Leper Affinity” e la ‘doppia doppietta’ “To Rid a Disease” – “The Night and the Silent Water” (prima) e “Ghost of perdition" – “Deliverance” in conclusione. La prestazione tecnico/esecutiva della band è stata ai limiti della perfezione (straordinario il nuovo innesto Waltteri Vayrynen) mentre il gioco di luci e video, impattante ma mai pacchiano o sopra le righe, hanno reso l’esperienza ancora più immersiva per uno show che non può che collocarsi sul podio dei live 2025!

Sunn O))) (26/10 - ”Audiodrome”_Moncalieri): cosa aspettarsi da un live del duo di terroristi sonori?! Locale stracolmo, montagne di ampli impilati uno sull’altro, tensione palpabile nell’aria…tra fitte coltri di nubi i due energumeni salgono sul palco (ma nessuno li vede ovviamente…) e partono i loro accordi a volumi inverosimili che friggono in aria e stanno lì a scavarti le budella e a farti vibrare pure i vestiti! Dopo pochi minuti, in molti si defilano, si creano malumori tra gli astanti, tra spintonate e attacchi di panico. Ne approfittiamo per trovare una posizione più centrale e lontana dal palco e a quel punto riusciamo a entrare in una sorta di stato di trance grazie alla premiata coppia O’Malley – Anderson che, per 90’ filati, ci martoria i timpani, per un’esperienza da provare, sì, ma non senza prevedere opportune protezioni uditive! Bello, bello…ma anche solo once in a livetime è sufficiente!

Leprous (07/11 – “Live Club”_Trezzo s/Adda): dell’ampio cappello del c.d. “neo-prog”, la band che ha dimostrato la più sorprendente parabola evolutiva sono senza dubbio i Leprous che, dai brillanti esordi dell’accoppiata “Tall Poppy Syndrome” – “Bilateral”, sono giunti nell’ultimo decennio a una personalissima versione di rock a 360°. Guidati dalla visione artistica di Einar Solberg e da una proprietà di mezzi tecnici e compositivi fuori dal comune, i Nostri sono arrivati a questo tour di supporto alla loro ultima fatica, “Melodies of Atonement” (2024), all’apice della forma che, sulle assi, si riversa sugli astanti in modo potente e plastico. Contando su una marea di hit songs, i Nostri dimostrano di saper anche improvvisare e intrattenere, confermandosi come tra le realtà oggettivamente più significative dell’intero panorama rock/metal mondiale. Usciamo dal Live con un sostantivo che ci martella le meningi: superiorità

Helloween (19/11 – “Unipol Forum”_Assago): i 40 anni di vita delle Zucche, ormai con la formazione a sette in pianta stabile, non poteva essere celebrata meglio grazie ad uno show ricchissimo: per durata (135’ di live!), palco (con tanto di passarella perpendicolare che si incunea tra la folla), luci e videowall da stropicciarsi gli occhi; fumi, fuochi & festoni a profusione e una scaletta strabordante in cui c’è tutto-ma-proprio-tutto, dagli esordi di “Walls of Jericho” all’ultimo nato “Giants&Monsters”. Un palazzetto intero a cantare a squarciagola inni immortali con i quali ogni buon vecchio metallaro è cresciuto (ma non mancavano parecchie giovani leve altrettanto entusiaste) per una serata che rimarrà incistata a vita dentro di noi, tra cuore & stomaco!

Folkstone (21/11 – Teatro “Verdi”_Genova): non siamo rimasti neppure un minuto seduti nelle comode poltrone del Teatro perché i Folkstone ci hanno voluti tutti lì da subito: sotto al palco a pogare, danzare e cantare con loro, in un clima da centro sociale anni novanta! Quasi due ore di tripudio folk e chorus anthemici di brani vecchi e nuovi (tratti dal loro ultimo, validissimo, "Natura Morta") a ritmo di flauti, arpa, bombarda, ghironda, tamburino e bagpipes! Lorenzo Marchesi e Roberta Rota, mattatori della serata, si sono dimostrati convincenti cantori del loro messaggio di pace, libertà e anticonformismo sociale. Ottimi!

Necrodeath (29/11 – “Chapeau Club”_Savona): terz’ultima tappa (ultima in Liguria) per la storica band genovese che, a fine di questo mese, si scioglierà dopo “40 years of hate” di onoratissima carriera. Non finiremo mai di ringraziare una delle realtà seminali del metal estremo italiano (assieme a Schizo e Bulldozer), da sempre fautori di un malvagio incrocio di thrash, death e black old-school. Molti dei 14 album in studio della loro discografia sono stati toccati nella ricca scaletta d’addio. Dall’iconica “Mater Tenebrarum” (presente addirittura nel demo d’esordio del 1985) fino a giungere alla title track dell’ultima fatica “Arimortis”, uscita proprio quest’anno. A far da trait d’union, un inossidabile Marco “Peso” Pesenti (60 anni e non sentirli…) che, prima dei bis, si è lasciato andare ad un sentito e commovente discorso da vero rocker underground. L’acida voce di Flegias non ha mollato di un cm mentre Gianluca Fontana al basso e Pier Gonella alle sei corde hanno dato la verve giovanile utile a infiammare un pubblico che non si è lasciato pregare per scatenarsi in un pogo irrefrenabile. Le datate ma sempreverdi “Choose Your Death”, “The Creature”, “Hate and Scorn”, “Necrosadist” e le più recenti “Lust”, “The Whore of Salem” e “Storytellers of Lies” hanno parimenti lasciato il segno, nel corpo e nell’anima, dei presenti. È un addio, ok; ma con un’eredità che, scommettiamo, durerà ancora a lungo…

E con i Necrodeath concludiamo la carrellata sui live dell’anno che si sta per concludere. Il 2026, se non esploderà quella che in tanti considerano una “bolla” destinata a sgonfiarsi, ci ha già riservato diversi annunci concertistici di portata massimale. E per alcune di queste date abbiamo già il biglietto in tasca. 

Ma questa è un’altra storia. Da raccontare, magari, in un altro live recap il prossimo dicembre…

A cura di Morningrise