"Parlare di Musica è come ballare di architettura" Frank Zappa

3 ago 2015

RECENSIONE: PRIMAL FEAR "BLACK SUN"


Qualcuno presenti alla SIAE i Primal Fear! Non voglio fare né il bigotto, né il precisino, però qualcuno che si occupa di diritti musicali e plagio dovrebbe chiamare un attimo Ralf Scheepers e Mat Sinner.
Compro quasi sempre i loro dischi usati a 5€ alle fiere musicali e difficilmente mi deludono, però una domanda sorge spontanea: hanno la consapevolezza di essere una cover band dei Judas Priest?
Quando nel 1995 ci fu uno dei casting più famosi della storia del Metal, ovvero la gara per la sostituzione di Rob Halford nei Judas Priest, Ralf Scheepers era tra i finalisti e, anche se alla fine la spuntò  Tim "Ripper" Owens, in quel momento indirettamente nacquero i Primal Fear.

Cosa provavi, cosa avevi dentro Ralf dopo quel rifiuto?
Un misto di delusione e rabbia, solo te puoi sapere quanto ti sei sfondato di pesi in palestra per dimenticare la sconfitta. I tuoi amici del body building avevano già preparato un rinfresco con pop-corn e succo ACE per festeggiare il tuo ingresso nei Judas Priest e, nonostante le tue corde vocali fossero perfette, Tipton e K.K. Downing scelsero Ripper.
Nel frattempo si era anche logorato il rapporto con Kai Hansen che decise di allontanarlo dai Gamma Ray e, nel mezzo della Germania, nessuno era più solo di Scheepers. Solo con i pesi in palestra e, al milionesimo chilometro percorso sul tapis roulant, come avrà risposto alla telefonata di Mat Sinner per fondare i Primal Fear?
Aveva la morte nel cuore, nessuna speranza verso il futuro, ma nel 1997 è riuscito a trovare una nuova ragione di vita. Sinner non brilla certo per originalità, però le cose vanno a posto e la legge del contrappasso blocca i Judas Priest in dischi poco incisivi. I fans seguono con piacere la proposta uguale-diversa dei Primal Fear che diventano la cover band dei Priest, in altre parole, compongono i dischi che K.K. e Tipton non riescono più a fare senza Halford.

In questo contesto si inserisce "Black Sun" che non si discosta dai precedenti o dai successivi album, ma ha una qualità musicale che mi fa riascoltare più spesso le sue note.
La verità però è che Ralf al quarto album ci ha preso gusto, si è fatto un film personale della rivalsa verso i Judas Priest che, da quando sono tornati con Halford, hanno assestato il tiro ed hanno il diritto di invecchiare come vogliono. D'altronde però cosa fare? 
Ralf se lo è chiesto più volte: dare uno schiaffo ad Halford e mandarlo in coma farmacologico per anni? No è pur sempre la storia del Metal e si merita di andare avanti così e, senza falsa modestia, è meglio che ognuno faccia i suoi dischi: le vecchie glorie da una parte e dall'altra i perfetti replicatori di quel suono speed-heavy metal che ha fatto innamorare milioni di fans.

Nel mondo c'è spazio per tutti e, in conclusione debbo ricredermi, non chiamate la SIAE per segnalare il plagio dei Primal Fear fareste ancora un torto a Scheepers, quel Ralf che si meritava di essere il sostituto di Rob, quel Ralf che stavolta non vi perdonerebbe la soffiata e vi manderebbe all'ospedale stringendovi tra i suoi bicipiti...

Voto: 7,5
Canzone top: "Armageddon"
Momenti top: il ritornello di "Mind Control"
Canzone flop: "Cold Day In Hell"
Anno: 2002
13 canzoni, 57 minuti
Etichetta: Nuclear Blast