"Parlare di Musica è come ballare di architettura" Frank Zappa

27 gen 2016

IO NON C'ERO: LIVE DEI DREAM THEATER - WACKEN OPEN AIR 2015


La vecchiaia non mi porta più a girare per concerti, spaccarmi la schiena in attesa dei beniamini o mangiare un panino pressato tra migliaia di energumeni sotto la pioggia, ma l'interesse per la resa live dei gruppi è sempre alta e perciò Metal Mirror inaugura la rubrica "Io NON c'ero" e decide di condividere impressioni sulle performance on stage di alcuni grandi personaggi della musica estrema, pur avendo visto i concerti solo sul divano di casa in dvd o sul computer.

Live Report Dream Theater - Wacken Open Air, 31 luglio 2015

Ognuno di noi ha le sue fragilità, anche perché siamo fatti di carne, ossa e orecchie collegate ad un cuore.
Uno dei miei punti deboli è l'affetto che mi lega ai Dream Theater, ammetto infatti che la prossima uscita di "The Astonishing" mi sta mettendo in fibrillazione, tanto da inaugurare con loro questa nuova rubrica e parlare del loro concerto per ingannare l'attesa del nuovo disco.

Sono molte le cose che mi colpiscono: a partire dalla scaletta!
Passi la partenza con "Afterlife" tratta dal debut album, ma la presenza di inutili tracce da "Systematic Chaos" o "Falling into Infinity" è imperdonabile in un setlist ridotto a causa del festival. 
Nel momento in cui LaBrie annuncia con uno strano ghigno alla folla che, fieri di essere a Wacken per la prima volta e fieri di vedere così tanta gente, suoneranno un pezzo... da "Falling into Infinity", tutto mi sembra chiaro: si tratta di una beffa di Petrucci! 
Ci sono gruppi infatti che aspettano Wacken per fare una reunion, riproporre i classici o suonare un disco storico per intero, ma i Dream Theater no! I Dream Theater usano il festival per ricordare che tutta la loro discografia è sullo stesso livello qualitativo e, se proprio devono privilegiare qualcosa, rivalutano le ultime cose che proprio l'audience tradizionale (più rappresentata a Wacken) ha snobbato.

Mi sembra evidente la mission di Petrucci che, in modo elegante e con arguzia, decide di far pagare a tutti la scelta di non farli suonare da headliner, ma in un anonimo pomeriggio. Decide di far pesare a tutti che hanno una sola ora a disposizione (sufficiente per poche canzoni dei nostri), ma John sceglie anche di ricordare che nessuno può permettersi di non chiamarli per un evento metal che si ritenga tale.
A Wacken i Dream Theater trascurano "Awake", portano più o meno una canzone per disco e rispondono così all'affronto di averli chiamati solo ora per la prima volta in centomila edizioni!?! Sarà forse solo una mia suggestione però Petrucci tace, accetta e aspetta, come Myung insegna, il cadavere sulla riva del fiume.

Vincono la loro vendetta con classe però, la vincono perché sono impeccabili ed hanno suoni corposi, uniti da una mostruosità tecnica da lasciar a bocca aperta. Basti citare l'interpretazione in "Metropolis Pt. 1: The Miracle and the Sleeper": gioiello di tecnica messo sul palco, quando LaBrie però tace...
Ho visto infatti più volte i Dream Theater dal vivo e, proprio l'ultima volta nel tour di "A Dramatic Turn of Events", ho notato che i volumi della voce di James sono cambiati rispetto al passato. Hanno alzato l'uscita del microfono rispetto agli strumenti, forse perché a volte si perdeva, ma soprattutto anche lui ha un tono strano, troppo alto soprattutto nei pezzi tratti da "Images and Words".
Non deve essere facile cantare comunque da anni accanto a Petrucci che giudica, infatti in ogni nota c'è il suo ghigno che lo squadra per bilanciare tutto nel nome del dio del progressive. Si racconta che chi giocasse in squadra con Roberto Mancini fosse continuamente sotto stress e che il suo talento fosse pari solo alla sua presunzione, tanto da non accettare errori dai compagni. Tu inizia a correre che la palla te la metto io sui piedi, ecco questo sembra anche il concetto di Petrucci: tu canta in modo decente che la canzone l'ho già composta io!

In questo live emergono inoltre le figure del cesellatore Myung, ma soprattutto della grandezza positiva di Jordan Rudess! Inutile parlare del talento di questo musicista fantastico, ma ogni volta che lo vedo lo percepisco sempre più come a casa propria e dal vivo emerge ancora di più. Rudess sta nei Dream Theater come il topo nel formaggio!

Apro infine il capitolo su John Petrucci: non vedo un chitarrista vivente migliore di lui nel metal.
Non voglio scomodare paragoni impegnativi, ma la forza contemporanea di John è stupefacente, a volte sbaglia disco o canzone, ma solo chi non osa non sbaglia. Petrucci non è chiuso nel suo mondo e non esce con cose nuove ogni venti anni, ma è sul mercato spesso, ama la musica e la segue. Ascolta e si documenta, perciò talvolta viene affascinato da altri mondi come i Tool, i Muse, i Metallica o altri paradisi jazz ma fa tutto parte di lui e della sua formazione. È un chitarrista contemporaneo, è attento ed è soggetto ad errori di valutazione come ognuno di noi.
Picasso non ha smesso mai di cercare, o meglio come diceva lui, di trovare. Se Pablo ha creato tante cose di bassa qualità in nome della ricerca, possiamo condannare John per qualche album errato? Vederlo suonare a Wacken è uno spettacolo, ma ogni volta che l'ho seguito dal vivo, ho avuto la netta sensazione della caratura di un grandissimo della musica. Un direttore di orchestra sempre attento e prolifico, con un orecchio strepitoso e che il suo genio sia conservato anche nel prossimo "The Astonishing"!

Setlist
Afterlife
Metropolis Pt. 1: The Miracle and the Sleeper
Burning My Soul
The Spirit Carries On
As I Am
Panic Attack
Constant Motion
Bridges in the Sky
Behind the Veil

Per vedere il concerto, clicca su Io NON c'ero/DT