"Parlare di Musica è come ballare di architettura" Frank Zappa

21 gen 2016

L'ICONOGRAFIA DEGLI IMMORTAL


La presentazione visiva degli Immortal è un tema abusato lo so, anche perché prima o poi ci siamo domandati tutti se fosse necessario creare copertine con le loro facce in pose improponibili, ma noi amiamo l'estremo e perciò amiamo Abbath & soci! 

Dal principio c'erano dei loschi figuri che sputavano fuoco in "Diabolical Fullmoon Mysticism", ma nel 1992 ci poteva stare. Niente di incredibile, a parte che la mia attenzione non si focalizzava sul fuoco quanto sugli altri che guardavano la scena, perché? Osservare la fiamma in stile circense o evocare qualcosa di occulto in una sagra di paese? Poco importa in realtà, ma era ben poca cosa rispetto a ciò che avremmo apprezzato in seguito.
"Pure Holocaust" è una copertina che è un manifesto del Black metal, solo i Dark Throne forse hanno raggiunto così in pieno l'obiettivo. Mentre però Fenriz e soci avevano un alone più misterioso, gli Immortal hanno sempre sfiorato il ridicolo in questa disposizione triangolare in una sorta di santa trinità estrema. Solo sfiorato? Avete ragione dopo ci sono stati album con immagini spettrali e comiche di una genialità assoluta, chi ha detto "Battles In the North"? Indimenticabile un giorno in piena estate che, per motivi ancora ignoti, mi ritrovai a camminare in spiaggia con la copia del capolavoro che vede i nostri accucciati nei ghiacci con gli strumenti! Apice di una politica visiva che non ha eguali nel mondo estremo, tanto che Demonaz sembra in una seduta di pilates...

Non contenti di queste performance, ecco il colpo di genio: le smorfie! Non bastava cioè la loro presenza, d'ora in avanti inizieranno con "Blizzard Beasts" a digrignare i denti o assumere pose inspiegabili; senza contare che il libretto del suddetto disco emana una puzza di marcio che mi ha spinto ad ascoltarlo pochissimo
Ho sempre avuto il dubbio che fossero selfie ante litteram, ma è la strategia del cattivo gusto a compiere adesso un ulteriore salto di qualità.

Immagino la riunione alla Osmose Productions durante la scelta della copertina del successivo "At the Heart of the Winter":
- "Ragazzi questa volta possiamo evitare la solita pagliacciata? Guarda Abbath che meraviglioso disegno da mettere in copertina?"
- "Che coooosa?! Proprio adesso che mi stavo esercitando a dipingere la lingua di bianco e nero? Demonaz digli qualcosa anche tu..."
- "Scusate sono mesi che cerco l'equilibrio su questo tronco rovesciato e voi mi boicottate?"
- "Non è boicottaggio, ma volevo solo cambiare un po'... Sai qualcuno, non capitemi male, vi prende per il culo! Facciamo almeno un tentativo!"
- "Ok ok un tentativo lo facciamo, però la prossima volta possiamo esagerare?"
- "Va bene" (sospiro)

Così fecero... Guardate come riprova la copertina di "Damned in Black": un terzetto da far paura anche al Circo Barnum, anche se la palma del peggiore (o migliore) la vince stavolta il nuovo entrato Horgh sulla sinistra che sembra vestito da un vichingo cieco con il gusto del macabro.
Seguirà "Sons Of Northern Darkness" dove la scena non migliora, ma sarà purtroppo l'ultima copertina che ci regaleranno con le loro stupende presenze sceniche e devo dire che mi mancano terribilmente. Mi mancano anche perché i dischi si sono sempre rivelati di buona qualità, mi mancano perché nessuno è come loro!
Infatti mi viene il dubbio che siano proprio loro a prendersi beffe di noi e dire:
"Parlate di noi, parlatene male, ma parlatene perché We Are Immortal!"