"Parlare di Musica è come ballare di architettura" Frank Zappa

7 set 2015

LIVE REPORT: SHOW DEGLI AGALLOCH A LONDRA


Voi dovete eravate? No, perché tutti, ma proprio tutti dovevano essere presenti al concerto degli Agalloch di martedì 11 agosto a Londra... 

Non sono quello che si esalta per andar a vedere i concerti all'estero o in location particolari, anzi se i gruppi mi suonassero nel bar sotto casa sarei l'uomo più felice del mondo. Visto che il bar sotto casa ha preferito investire in un distributore automatico di sigarette, i miei concerti si sono diradati con l'età e la mia visita londinese estiva aveva previsto un controllo superficiale del calendario eventi fin quando l'occhio non mi cade sul live degli Agalloch!
Devo andare, anche se sono già passati in Italia, devo riuscire ad andare a vederli presso l'Islington Assembly Hall di Londra perché il sesto senso mi dice che sarebbe stato giusto.
Non è stata solo cosa buona e giusta, ma uno dei più grandi momenti live vissuti dal fragile sottoscritto.

Mentre entro in questo ottimo locale più vicino al foyer di un teatro che a un posto per musica estrema, inizio come sempre per deformazione personale ad analizzare il pubblico: gente rasata con occhiali, qualche metallaro vecchio stampo con borchie e maglie degli Amorphis (pochi per la verità), qualche donna magra magra e dark sia nell'animo, sia nel colore latteo della pelle, ma soprattutto tanta gente in jeans e capello brizzolato (io compreso).

Il gruppo spalla del quale non ricordo neanche il nome è stato cassato senza chance dopo aver capito che puntavano su un black atmosferico con drum machine, chiamatemi all'antica, ma io è dai tempi dei Limbonic Art e Summoning che faccio fatica a tollerare il black metal con la drum machine... Vado a bere qualche birra.
Dentro me ero felice di essere in quel contesto, felice di dialogare con il gestore del banchetto di magliette degli Agalloch, felice di andare al bagno sentendo nella sala accanto quel rumore di casino ovattato, insomma felice di essere a questo concerto, ma senza grosse aspettative in termini di scaletta. Il tour era comunque quello di "The Serpent and The Sphere", perciò le canzoni di questa ultima fatica dovevano prevalere e, sempre con ragionato ottimismo, mi aspettavo momenti migliori con canzoni dei dischi precedenti seppur scettico su una resa dal vivo del loro sound.

Setlist in realtà strepitoso, ma quante emozioni che ho vissuto in terra straniera e non voglio parlare di esecuzione, suoni o resa scenica quanto proprio del Cuore degli Agalloch! Decidono di suonare con il cuore in mano, come se dovessero regalare alla platea il migliore show della vita e risento quello spirito che ho provato solo vedendo gli Iron Maiden e i Cure, ma non capite male il paragone... Chiaro che la band di Portland non potrà mai rivaleggiare con i due mostri della musica, ma come le band di Steve Harris e Robert Smith, anche gli Agalloch mettono avanti a tutto l'esecuzione con il cuore e gioia di emettere le note. Aggiungo un altro particolare non da poco: dopo la prima parte del concerto sapevo che qualsiasi cosa stesse per cominciare successivamente si sarebbe trasformata in una grande emozione, proprio come i due grandi gruppi citati, gli Agalloch possono pescare a occhi chiusi da una discografia così varia e di alto livello da emozionare sempre.

Dopo la terza canzone che è stata "Limbs" da "Ashes Against The Grain" sono diventato un pugile con i guantoni abbassati, pronto a ricevere colpi di emozione da ogni dove e in ogni modo: picchiate! picchiate qui al cuore, io sono con voi!
Cosa succede? Succede che i nostri pescano da "Pale Folklore" e "The Mantle" delle gemme di avanguardia black che mi fanno venire i brividi ancora ora se ci penso, ma riassumo soltanto con la mia postura del corpo: il sottoscritto è stato un continuo oscillare su e giù / destra - sinistra con la testa e il pugno chiuso che batteva alternativamente sulle gambe o roteava in aria. Basta, ero sempre così, in piedi, neanche un applauso, solo pronto a lasciarmi coinvolgere ogni minuto di più e ho dimenticato tutta la mia vita passata, presente e futura; non mi ricordavo dove ero e non guardavo nemmeno la gente intorno a me avvolta nella bluastra oscurità, ero solo io con le mie emozioni davanti agli Agalloch!

Inaspettato apice conclusivo, subito prima dei canonici bis, è stata "Into The Painted Grey" tratta da "Marrow The Spirit" che ha scosso tutte le mie cellule, dal blast beat agli arpeggi sono stati minuti intensi in cui ho pensato alla grandezza del black metal e della musica estrema: se ben fatta, mi sa emozionare in maniera infantile. Tralascio lo stato estasiato in cui ero al termine di questa canzone, prima di riprendere tre bis che mi mettono definitivamente a terra, tanto che proprio alle ultime note decido di uscire.

Fuori solo con me stesso, piove, sento i ringraziamenti conclusivi, gli applausi delle persone, sono sotto la leggera pioggia londinese ancora accaldato e scosso dalle emozioni, inizia di nuovo la vita vera, ma dentro me ho scelto la frase da mettere sulla mia lapide : "And All Of Our Shadows Are Ashes Against The Grain".

Scaletta
(serpens caput)
The Astral Dialogue
Vales Beyond Dimension
Limbs
Ghosts of the Midwinter Fires
Hallways of Enchanted Ebony
The Melancholy Spirit
...and the Great Cold Death of the Earth
Into the Painted Grey
Falling Snow
Plateau of the Ages
Our Fortress Is Burning... III: The Grain