"Parlare di Musica è come ballare di architettura" Frank Zappa

9 feb 2016

RECENSIONE: HYPOCRISY "ABDUCTED"


Esattamente 20 anni fa usciva questo grande disco degli svedesi Hypocrisy e con esso celebriamo al contempo lo Swedish Metal, ricordiamo la figura di Peter Tägtgren e ci emozioniamo come ai vecchi tempi quando avevamo i capelli lunghi...

Sembra ieri che mi chiudevo in camera e ascoltavo "Abducted", anche se non sono mai rimasto così affascinato come mi accade oggi nel riprenderlo dopo anni. Sono io il primo ad averlo sottovalutato, perché dal precedente "The Fourth Dimension" è rimasta dentro la sonorità doom eppure c'è stata una svolta. Non sono mutamenti enormi dal punto di vista strutturale, però con il tempo li noto ancora di più. 

Partiamo dalla fine con le ultime due tracce che riprendono le idee più plumbee dei Tiamat, umori in stile "A Deeper Kind Of Slumber" anche se dentro un sound classicamente Hypocrisy. Proprio questo sound Hypocrisy è stato il marchio di fabbrica anche di Tägtgren produttore e, volendo esagerare, di gran parte dei dischi griffati dalla Nuclear Blast!
La distorsione e la produzione tipicamente svedese si evolve con questo album, laddove i Dark Tranquillity, Entombed o At The Gates avevano firmato un trademark Swedish Death Metal, qui si cerca di fare un leggero passo avanti aprendo al mondo gotico. 
Ascoltando "Buried" si capisce cosa intendo per sound Swedish Death Metal, mentre ascoltando "Paradox" si percepisce il passo in avanti che fanno gli Hypocrisy con "Abducted".
A completare il quadro c'è la voce di Tägtgren che diventa più bacata rispetto al passato, abbandona il classico growl per acquisire un tono inconfondibile e quando diventa pulita, ad esempio in "Slippin' Away", suona al limite del grunge più cupo.

Ho provato a mettere questo disco nel lettore in macchina, rientrando da lavoro nel traffico cittadino; ho provato a chiudere tutti i finestrini e ascoltarlo guardando la città frettolosa che rientra a casa e, in maniera stupefacente, mi ha restituito una marcia maturità. 
Quello che pensavo fosse solo un vecchio cd da collezione, vive a distanza di venti anni con una nuova linfa e mi trasmette acide emozioni.

Voto: 8
Canzone top: "Roswell 47"
Momento top: il ritornello di "The Arrival Of The Demons (part 2)"
Canzone flop: "Reflections"
13 canzoni, 47 minuti
Anno: 1996
Etichetta: Nuclear Blast