"Parlare di Musica è come ballare di architettura" Frank Zappa

26 feb 2025

ALBION DUNGEON FEST - DAY 2

 



Albion Dungeon Fest - giorno due

Domenica 16 febbraio, un sole pallido splende sullo sfondo di un cielo grigio, cosa che secondo gli standard di Londra è quasi da considerare come una bella giornata. E' comunque freddo. Giungo con moltissima calma al New Cross Inn, un po’ intimorito  innanzi alla prospettiva di dover stare altre otto ore in piedi ad ascoltare dungeon synth (cliccate qui se volete vedere cosa è successo il primo giorno - sabato 15 febbraio). 

Otto ore che - è sempre bene ricordarlo - culmineranno con l'esibizione di Mortiis, il padre del dungeon synth, e dunque coronamento perfetto di suddetta maratona. Forza e coraggio, ce la faremo!

25 feb 2025

ALBION DUNGEON FEST - DAY 1



Il barrocciaio è colui che conduce il barroccio. Il barroccio è un carro a due ruote, una specie di calesse antidiluviano che si utilizzava per trasportare carichi pesanti da un centro abitato all'altro prima dell'avvento dei mezzi di trasporto a motore. Nel gergo toscano (in particolare lo usano in senso spregiativo i livornesi per riferirsi ai pisani) il termine barrocciaio indica una persona grezza e sguaiata. Io personalmente - non so se in modo improprio - ho sempre inteso la parola in una accezione più ampia, estendendone il significato a sinonimo di cialtrone, grossolano, non raffinato. 

Ecco, fino a qualche tempo fa ho considerato l'intera carovana del dungeon synth come una congrega di barrocciai. Quelle nenie elementari suonate da mani inesperte, le tre note ripetute allo sfinimento, le trombette, i timpani al silicone, i famigerati "organetti Bontempi": per tutto questo insieme di cose mi son sempre tenuto debitamente alla larga dal dungeon synth, tuttavia qualcosa ultimamente è cambiato nella mia testa e per imperscrutabili motivi ho iniziato ad ascoltarlo, diventandone anche - molto recentemente - un appassionato. 

Per chi non lo conoscesse, il dungeon synth è un tipo di musica elettronica originata negli anni novanta come costola atmosferica del black metal e che - in estrema sintesi ed in termini profani - potremmo definire come un incrocio fra dark-ambient e musica medievale fatta con le tastierine. Ci sarebbero poi molte altre cose da aggiungere sul conto del dungeon synth, e per coloro che fossero interessati posso solennemente annunciare che molto presto, proprio sulle pagine di Metal Mirror, sarà resa pubblica una lunga, esaustiva ed avvincente rassegna sull'argomento. 
 
L'idea di scrivere una serie di articoli sul dungeon synth si è intrecciata in modo indissolubile con quella di partecipare il 15 e il 16 febbraio scorsi all'Albion Dungeon Fest, il primo grande festival nel Regno Unito dedicato a queste sonorità. Inizialmente la cosa mi pareva altamente improbabile, considerati sia il costo di 85 sterline che lo scarso interesse storicamente nutrito per il genere da parte del sottoscritto. Ma poi con il tempo, mano a mano che mi addentravo nei meandri di queste sonorità e ne imparavo a cogliere gli aspetti positivi, questa maratona di due giorni mi è risultata sempre più appetibile, fin quando non mi è sembrato inevitabile andarci. E allora andiamoci, mi son detto!

21 feb 2025

VIAGGIO NEL DEPRESSIVE BLACK METAL: NO POINT IN LIVING



Quarantasettesima puntata: No Point in Living - "I Will Die Tomorrow..." (2017) 
 
Se con i Be Persecuted ci siamo spinti fino in Cina, non ce le sentiamo di liquidare l'intero Oriente con un solo (ottimo) album. Di sicuro ci saranno in area asiatica milioni e milioni di band valide dedite al depressive black metal, quanto a noi decidiamo di fare tappa in Giappone, per la precisione a Sapporo, che non è solo il luogo che dà il nome ad una delle più note birre giapponesi, ma anche la base operativa di Yu, attivo dal 2015 con il progetto disumanamente prolifico No Point in Living
 
Dico disumanamente prolifico, perché una discografia così sterminata non si è mai vista: dopo manco nove anni di attività, già siamo quasi a quota quaranta full-lenght e si è perso il conto delle altre release fra EP, singoli e split. Non scherzo: si pensi solo al fatto che il progetto esordiva discograficamente nel 2017 con il singolo "End of My Life" e che entro la fine dello stesso anno avrebbe rilasciato ben cinque (dico cinque) full-lenght. E per non farsi mancare nulla ci ha fatto incastrare anche il singolo di Natale ("A Mournful Christmas").  
 
Come orientarsi in casi come questo? Andare a caso e sperare di avere fortuna... 

16 feb 2025

CUORE O CERVELLO? UNA RIFLESSIONE SUL 2024 DI D. TOWNSEND & OPETH

 



No, nonostante l’età avanzata non ce ne siamo dimenticati.  Non ci siamo rincoglioniti a tal punto.

E come avremmo potuto, del resto?

Parlo del nuovo album del Devin. E di quello degli Opeth.

15 feb 2025

COME IL METAL ITALIANO E' DIVENTATO SE STESSO - 50 dischi per conoscere il metal italiano (new edition available!)


Cari Lettori di Metal Mirror,
nel ricordarvi che, da inizio febbraio '23, è disponibile la nuova edizione riveduta e corretta del libro in oggetto, linkiamo qui di seguito gli ultimi riscontri avuti da Truemetal.it e da Universorockandmetal.com:

https://www.truemetal.it/articoli/recensione-libro-come-il-metal-italiano-e-diventato-se-stesso

https://universorockandmetal.com/2023/02/25/come-il-metal-italiano-e-diventato-se-stesso/

La Redazione
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Finalmente è uscito! Ci riferiamo a "Come il metal italiano è diventato se stesso: 50 dischi per conoscere il metal italiano": il primo libro realizzato dalla redazione di Metal Mirror! Grazie a questa opera l'approccio "metalmirroriano" che avete imparato a conoscere (e, chissà!, ad amare) sulle pagine di questo blog, trova finalmente spazio su carta!

11 feb 2025

VIAGGIO NEL DEPRESSIVE BLACK METAL: PSYCHONAUT 4



Quarantaseiesima puntata: Psychonaut 4 - "Dipsomania" (2015) 
 
Dopo svariate puntate in cui abbiamo avuto modo di esplorare diverse e molteplici sfaccettature dell'universo del depressive black metal è tempo di considerare un nome grosso del genere, uno di quelli da top-ten: ecco dunque a voi gli Psychonaut 4
 
E chi cazzo sono gli Psychonaut 4?!? si domanderanno tutti quelli che non sono proprio dentro dentro il DBM. Si tratta di un sestetto proveniente dalla Georgia che includiamo nella nostra rassegna non per motivi folcloristici (anche se la mera curiosità di ascoltare del prelibato metallo georgiano sarebbe pure lecita), ma perché suddetta band è riuscita a dare alla luce (od alle tenebre, fate voi!) uno degli esempi più brillanti di DBM di ultima generazione: “Dipsomania”. In una ipotetica classifica dei dieci migliori album di DBM di sempre, credo che il tomo in questione dovrebbe proprio presenziare. Vediamo insieme perché... 

6 feb 2025

VIAGGIO NEL METAL TOLKIENIANO - RIVENDELL_ANCHE GLI ELFI, A VOLTE, PIANGONO...

 



Viaggio nel metal 'tolkieniano' - 1) RIVENDELL - "Elven Tears" (2003)

I sang of leaves, of leaves of gold, and leaves of gold there grew:

O wind I sang, a wind there came and in the branches blew.”

(taken from “Galadriel’s Song of Eldamar”, by J.R.R. Tolkien)

Lacrime elfiche.

Cominciamo così, in allegria, la nostra rassegna sul ‘metal tolkieniano’. E lo facciamo con i Rivendell, one man band austriaca proveniente da Hallwang, piccolo paese a nord-est di Salisburgo.

La nostra scelta per "battezzare" questa Rassegna ricade su Gerold Laimer (in arte Falagar), mastermind del progetto, per diverse ragioni. In primis per il monicker adottato: Rivendell (Imladris in sindàrin, la principale lingue elfica) è, infatti, il nome originale di Gran Burrone (o Forraspaccata o Valforra, a seconda di quale traduzione italiana preferiate), cioè il più conosciuto reame elfico della Terra-di-Mezzo, governato dal saggio Elrond (il re Noldor interpretato, nella trilogia jacksoniana, dall’ottimo Hugo Weaver).

1 feb 2025

VIAGGIO NEL DEPRESSIVE BLACK METAL: GHOST BATH


Quarantacinquesima puntata: Ghost Bath - "Moonlover" (2015)

Parlando dei Woods of Desolation abbiamo già visto come, a partire da un certo punto in poi (direi intorno agli anni dieci), siano iniziate a proliferare proposte gravitanti in un’area grigia fra il depressive black metal e il blackgaze. Andiamo a rimpolpare la categoria con i Ghost Bath, una delle realtà più spinte in questo senso. Sono più depressive o blackgaze questi Ghost Bath? 

Di sicuro son dei gran burloni, visto che all’inizio della loro carriera si sono spacciati per cinesi (ma perché poi? Perché il black metal cinese vende di più?!?) per poi rivelare nel 2015 di essere invece americani con base nel North Dakota. Ma è cosa nota che negli ambienti del depressive pullulano i simpaticoni, ecco perché alla fine abbiamo deciso di includere pure loro nella nostra rassegna...