Poveretti.
Parlo degli AC/DC, naturalmente. Hanno una miriade di problemi in questo periodo e non è davvero colpa loro, dovremmo fargli pat pat sulla schiena e dargli una mano, magari con dentro una pasticca di viagra per rendere meno depresso il loro umore. Prima la notizia di demenza legata a Malcolm Young, poi i problemi all'udito di Brian Johnson. Penserete che li sto commiserando, ma non è così!
Gli AC/DC sono rockstar, lontani anni luce dalle stanzacce buie dove siamo seduti a scervellarci su cosa scrivere nel prossimo post, perciò non ho pietà per loro anche se alcuni fatti ispirano tenerezza.
Ad esempio non so se sapete che, a seguito dei problemi di salute di Brian Johnson, sono stati costretti a sospendere il loro tour negli Stati Uniti. Il frontman rischierà - penso - di diventare sordo per il casino accumulato dagli shows dal vivo, avrebbe anche una sua logica, ma non è così! A tal proposito infatti Brian dichiara: "Ho qualche problema di perdita di udito. È una cosa non legata alla musica, ma al fatto che ho fatto molte corse d'auto senza portare con me i tappi per le orecchie. Quando ero in macchina sentivo il timpano bruciare, perché avevo dimenticato di mettermi i tappi sotto al casco".
Quanto sono ingenuo a credere che la musica metal spacchi le orecchie, poi perché proprio a lui e non a Ozzy o Halford ad esempio?
In questa recente notizia però si salva ancora la forza delle rockstar, cosa che purtroppo non era accaduta esattamente un anno fa quando si apprendeva l'abbandono di Malcolm Young per demenza, cioè una malattia degenerante per la quale non ci sono cure.
A colpirmi era stato il comunicato scarno: "Malcolm soffre di demenza, la famiglia vi ringrazia e chiede il rispetto della sua privacy", ma che dispiacere misto a tenerezza! La band deciderà di continuare con il nipote Stevie, ma Malcolm era il leader silenzioso del gruppo e ci mancherà.
Che succede quindi se gli AC/DC smettono di suonare o fare dischi?
In primo luogo diremmo: vabbè pazienza, poi in seconda battuta potremmo guardarci allo specchio e accusarci di essere freddi o disincantati. Volenti o nolenti ci siamo cresciuti con gli AC/DC ed è possibile che, in questo schifo di mondo, non c'è rispetto per i vecchi?
Gli AC/DC sono infatti rimbambiti, non importa quanto vi possano piacere o quando li abbiate ascoltati l'ultima volta, ma è lo stato dell'energia che riescono ancora a trasmetterci che realmente conta. Il modo di ballare e saltare di Angus, le urla di Brian, i cannoni, le hit che suonano, insomma tutto questo c'è ancora? Ci può ancora contagiare?
Purtroppo no, gli AC/DC hanno l'aria dei drogati all'ultimo stadio, per quanto uno continui ad essere eccezionale alla fine la gente si stufa e le variazioni sul tema dei nostri australiani sono sempre state onestamente poche.
Cosa si può quindi dire sugli AC/DC? Forse che sono finiti, anche perché sento un alone di tristezza che mi induce a commentare le loro canzoni sempre allo stesso modo: "Tutto qui?".
La tristezza arriva quando si confronta non solo un album, ma il senso complessivo del messaggio che stanno trasmettendo ora, con il significato che avevano in passato.
Le persone oggi sembrano aver bisogno di ascoltare un disco che gli dica dove dirigersi per i prossimi dieci anni, ma questo è difficile indicarlo per chiunque. Se a questo però vengono a mancare anche coloro che ci hanno fatto muovere il culo senza mettere comunque nulla di nuovo sotto il sole, allora è dura essere ottimisti.
Lancio così una sfida finale agli AC/DC, che è anche un auspicio: avete ancora il coraggio di fare una ultima tournée per il mondo e farmi ricredere dal vivo proprio davanti a voi?