“Qualcuno
mi ha spiegato che la scena black metal di oggi si è ispirata ai
Bathory: com'è possibile? I Bathory non fanno black metal, i Bathory
sono un gruppo che ha suonato death-metal, poi epic metal e viking
metal, ma non mi ricordo di aver mai fatto un disco black! Sono
contento di essere un'influenza per qualcuno, ma continuo a non
capire come!”.
Così
parlava Ace Borje Thomas Forsberg, in arte Quorton, il
cui cuore si è fermato il 3 giugno 2004. Undici anni senza
Bathory sono tanti, per questo abbiamo deciso di andare a
trovare il buon vecchio Quorton nella sua attuale dimora su nel
Valhalla…
MM:
Ciao Quorton, come stai?
Q:
Non mi lamento.
MM:
Sei noto per essere un personaggio schivo che ama stare fuori dai
riflettori, quindi volevo dirti che apprezzo molto il fatto che tu ci
stia dedicando il tuo prezioso tempo...
Q:
Andiamo al dunque, per piacere.
MM:
Ok, bando alle ciance! Voglio anzitutto ringraziarti da parte
di tutti della bellissima musica che ci hai donato nel corso
della tua carriera...
Q:
….....
MM:
E ritengo che la tua produzione sia stata grandiosa almeno
fino al fantastico “Twilight of the Gods”...
Q:
Arriva al punto.
MM:
Ecco, quello che mi chiedo è: come hai fatto, subito dopo una tale
sequela di capolavori, a sfornare due album come “Requiem” ed
“Octagon”?...
Q:
Stai forse dicendo che fanno cagare?
MM:
No no, però non si possono certo definire all'altezza della passata
produzione...
Q:
E' bello essere scomodati nell'Aldilà per sentir dire che i tuoi
album fanno schifo...
MM:
No, non volevo intendere questo...
Q:
Ci siamo capiti, ma non importa, voglio comunque risponderti.
(Ci pensa un attimo),
ecco, potrei replicare in due maniere...
MM:
Sono tutt'orecchi....
Q:
Dunque, ti potrei dire che sono semplicemente un genio. Del resto è
questo quello che scrivete su di me, no? Che ho inventato il black
prima e poi il vinking, no?
MM:
In effetti sì....
Q:
Tutte cazzate, cari i miei scribacchini! Ma se vogliamo stare al
vostro gioco, ossia ritenere che io sia un genio, allora bisogna
capire che un genio è un genio: un genio non segue una logica, fa
quello che vuole, subisce solo i dettami dell'istinto. Di cosa vi
stupite dunque? Io ho creato e distrutto a mio piacimento, non
potevo?
MM:
Certo....
Q:
Dunque ho fatto “Requiem” ed “Octagon” perché sono un genio.
Oppure perché mi piace fare le cose alla cazzo di cane, e questa è
la seconda risposta che ti posso fornire sull'argomento, se ti va
bene. Del resto non mi posso certo definire un perfezionista...
MM:
Eppure, se mi posso interporre, sono proprio le imperfezioni delle
tue produzioni a conferire un fascino tutto particolare alla tua
arte...
Q:
Vedi? Si ritorna al discorso della genialità: se avessi preso
lezioni di canto, magari oggi sarei il Freddy Mercury della
Scandinavia (ci credo poco, ndr), se avessi preso lezioni di
chitarra sarei magari il Malmsteen svedese....
MM:
Ehm, Malmsteen è svedese...
Q:
Oibò, ci siamo capiti, lo sai che non sono un perfezionista...
MM:
Si si, stavo solo puntualizzando....
Q:
No, mi fai perdere solo il filo…che dicevo?
MM:
Che se prendevi lezioni potevi essere il Freddy Mercury della
Svezia...
Q:
Ah già, grande gruppo i Queen... sciò mas go ooooooooooooooooon (ma
quel che esce dalla sua bocca è un urlo stridulo che schianta i
vetri di una finestra....)
Una
voce: Quorton, accidenti a te! Riprova a cantare e ti spacco la
testa, imbecille che non sei altro....
Q:
(abbassa la voce, strizzando
l'occhio) è Odino, lascia perdere, gli piace
brontolare…dunque, cos'è che dicevo?
MM:
Che se prendevi lezioni...
Q:
Si, ecco, ci siamo capiti, se avessi fatto album perfetti non sarei
stato io, i Bathory non sarebbero stati i Bathory! Del
resto se vai ad ascoltare quei fracassoni del black metal (mi ha
fatto sentire qualcosa Euronynous, che qualche volta mi viene a
trovare) ci ritrovi proprio quei suoni marci e sfibrati
dei miei primi lavori. La mia musica, del resto, viene dal punk, dai
Motorhead, suonavo in un garage, fra i fustini di detersivo, spesso
seduto sulla tazza del cesso del bagnetto nel garage,
la mia genialità emergeva preponderante, proprio perché non era
mediata dalla tecnica, dalla razionalità, non era imbalsamata dagli
aragiamenti, arragiameti, arr…via ci siamo capiti, quelli lì, non
so nemmeno pronunciarli...
MM:
Gli arrangiamenti...
Q:
Si, gli araggiamenti…io non avrei mai potuto ritoccare la mia
musica in studio. Oltre alla passione,
erano i limiti la mia forza (colpo di tosse)...
MM:
Ok, ma la domanda allora sporge spontanea. Ma proprio perché vieni
dai Motorhead e dai Venom...
Q:
Dai Motorhead, i Venom non so chi siano...
MM:
Proprio perché vieni dai Motorhead, com'è che ad un certo punto ti
è venuto in mente di svoltare verso il folk?
Q:
Bah, si trasferì accanto a noi un nuovo vicino di casa, un
rompicoglioni numero uno che non potevi scorreggiare
che quello chiamava la polizia. Figurati provare album come
“The Return...” nel garage. Fu così che il babbo per
Natale mi comprò la chitarra acustica ed iniziai a strimpellarla.
Cos'era? La fine degli anni ottanta? Da un lato non si faceva che
sbraitare Satana di qua e Satana di là, tanto che pure gli Slayer
s'erano rotti i coglioni e si misero a parlare di serial killer.
Dall’altro, avevo questa passione per la mitologia, e dunque feci
uno più uno: e se mescolassi metal e quella roba acustica che stavo
componendo? E se mi presentassi al mondo con
un'alternativa a Satana? La figura di Satana, utilizzata fin dai
tempi dei Rolling Stones era del resto consunta e il mondo era pronto
per accogliere Odino, corvi neri e compagnia vichinga...
Odino: Porta rispetto, irriconoscente che non sei altro,
sciacquati la bocca quando parli di me...
Q:
(ignorandolo) E dunque
andò così...
MM:
Dobbiamo dunque supporre che verso il '94 l’odioso
vicino di casa traslocò, visto che di colpo tornasti
alle efferatezze delle origini?
Q:
Daie, ancora con 'sta storia di “Requiem” ed “Octagon”? Mi
spiace che facciano così schifo a tutti, ma che devo fare?
Denunciarmi? Andare in galera? E’ andata così,
quante storie, non mi pare che oggi si vada a rompere i coglioni a
Paul McCartney perché “Let it Be” è un po’ sottotono. Sono
cose che capitano, uno non può essere il migliore, sempre…Ricordate,
tutti voi saputelli, che ho scritto album come “Blood Fire Death”
e “Hammerheart” con lo stesso spirito con cui ho scritto
“Octagon”. Abbandonare il growl per passare al pulito con la voce
che mi ritrovo poteva essere un suicidio, me lo diceva anche il
babbo, ma con la stessa leggerezza con cui ero passato all’epic
metal, mi sono poi rimesso a fare thrash metal. Sono le due
inevitabili facce della medaglia, un po’ come avere una moglie
bellissima ed avere un cesto di corna in testa (ride)…se
era per voi, dovevo rimanere a urlare come un gallinaccio castrato
per il resto della vita…
MM:
Però dicono voci di corridoio che ad un certo punto, ai tempi di
“Destroyer of Worlds”, nelle tue intenzioni c’era l’idea di
fare qualcosa di più progressivo, ma le pressioni dei fan ti
costrinsero a fare retromarcia…
Q:
Ora inizio a ricordarmi perché non amavo rilasciare interviste…
MM:
Ti faccio qualche domanda un po' più pungente solo perché ti
ritengo una persona intelligente che non ha peli sulle lingua…
Q:
Ok, così va meglio...però senti, non so che dirti… mi ritengo un
autore prima ancora che una rock star (ride),
non ho fatto un concerto in vita mia, sai, non mi piace cambiare
abitudini, montare su quei pullman del cazzo e dormire come
una sardina in quelle scatolette. In più sono
un bel timido, non mi piace stare a contatto con il pubblico e…
sinceramente non mi ricordo un assolo…Compongo, ma poi le
canzoni mica le riporto sui fogli, come si chiamano, sugli spartiti.
Come ti dicevo, non facevo proprio la vita del
musicista, pensa te che la maggior parte del materiale l’ho
composto in camera mia in pigiama prima di andare a letto, per la
gioia del vicino (ride di
nuovo), però…
MM:
Però?
Q:
…Però su una cosa sono un po’ come una comare: ti sembrerà
strano, ma alla fine mi interessa il pettegolezzo, il giudizio dei
miei fan. Non puoi capire le delusioni che ho provato innanzi alle
critiche piovute per “Requiem”! Per questo feci “Octagon”,
per dimostrare a tutti che potevo ancora fare un cazzuto disco
thrash…ma niente, avevo perso l’ispirazione…
MM:
E dunque che facesti?
Q:
Che volevi che facessi? Ero mio malgrado un
mito vivente, nonostante facessi l'impossibile per farmi i
cazzi miei, la gente continuava ad adorarmi, molti miei fan
avevano fondato gruppi ispirandosi ai miei dischi, si
era creato un movimento, tutti si aspettavano grandi cose da
me, meno male che i più giovani iniziavano a non cagarmi presi da
altre cose, dai Pantera, dai Rage Against the Machine e da
tutta quella roba americana, urbana…e così tirai fuori
prima “Destroyer of Worlds” e poi la saga “Nordland”… che
palle, ancora 'ste storie di vichinghi, non ne potevo
più, ma mi trovavo in una situazione assurda, avevo due tipi di
pubblico con esigenze diverse. Quanto a me, la situazione era
quasi tragica: mettevo tutto me stesso nei dischi solisti e la
risposta del pubblico erano solo sputi e fischi. Poi bastava una
mezza scoreggia con il retrogusto vichingo e tutti in piedi ad
applaudirmi…
MM:
Vuoi dirmi che nell’ultima parte della carriera sei andato con il
pilota automatico?
Q:
Il music business ci cuce addosso una veste e non dobbiamo
indossarla. Ma guarda, la musica per me non è mai stata una croce:
comporre, suonare era il modo con cui preferivo passare il mio tempo,
non potevo chiedere di meglio. Che suonassi thrash, viking o grunge,
alla fine mi stava bene comunque. Evidentemente il viking mi riusciva
meglio. Se nell'ultima fase mi sono spostato su quest'ultimo fronte,
è successo per comodità mia e per rispetto nei confronti dei fan,
non per soldi, visto che di musica non ci ho mai campato veramente.
Ed infatti ero sempre incasinato a rincorrere i mille lavoretti per
mantenermi, ma almeno avevo l'indipendenza per fare quello che mi
pareva. Ed è stata questa la mia forza. Nel bene e nel male...
MM:
Ok Quorton, direi che per questa volta siamo a posto così, il tempo
a nostra disposizione è finito. Vuoi aggiungere qualcosa a beneficio
dei nostri lettori?
Q:
No