"Parlare di Musica è come ballare di architettura" Frank Zappa

23 nov 2015

INTERVISTE IMPOSSIBILI: RONNIE JAMES DIO


Il 16 maggio 2010 ci lascia per sempre una figura simbolo di tutto il fenomeno Heavy Metal: Ronnie James Dio. La sua voce, la forza delle interpretazioni e le sue canzoni hanno cambiato il mondo metallaro, ma come si sente adesso Ronnie nell'aldilà? Andiamo a trovarlo e chiediamolo direttamente a lui, attraverso una delle nostre interviste impossibili.

RJD: perché ti inginocchi? Sono troppo basso anche per te?
MM: è un segno di rispetto per tutto ciò che hai rappresentato nel Metal, posso chiamarti Maestro?
RJD: so che molti cantanti si sono ispirati a me o che sono cresciuti con la mia voce, però penso anche di aver potuto e dovuto far meglio in alcuni casi, perciò Maestro mi sembra una definizione eccessiva.
MM: per esempio?
RJD: beh il primo periodo con i Sabbath ho litigato troppo e cantato poco. Solo due dischi per quella formazione stellare sono veramente un insulto, avremmo dovuto ingoiare qualche attrito e comporre ancora insieme.
MM: il nuovo vigore che hai dato ad inizio anni Ottanta ai Black Sabbath è stato però incredibile. Cosa hai pensato quando ti hanno chiamato?
RJD: mi sono buttato! Dai Rainbow il salto era importante, però mi sentivo pronto anche se mi preoccupava interpretare i vecchi classici, perché Ozzy ha una voce particolare. In seguito però è Ozzy che si è dovuto preoccupare di schivare le canzoni di "Heaven and Hell" e "Mob Rules" (ride)
MM: scusa se cambio discorso, ma ora che ti vedo bene: sei veramente basso!
RJD: e tu sei veramente alto!
MM: ahahah... nel senso che sul palco dominavi la scena, nonostante la statura, la tua voce aveva una forza da leone! Dove la trovavi questa potenza?
RJD: forse ho strappato tutto dal mio stomaco, visto che è lì che mi ha colpito il cancro. Aggiungo una cosa: quando sei morto hai purtroppo qualche avvisaglia per i vivi che stanno per trapassare e ho tanta paura per Tony Iommi. Portategli il mio caro saluto, ma soprattutto spero di vederlo il più tardi possibile qui con me.
MM: sarà fatto. Ora mi devi togliere due curiosità che ho fin da bambino: è vero che hai inventato tu il gesto delle corna nel Metal?
RJD: ma dai lo sanno tutti! Anche da morto le solite domande... io sono di origine italiana e la nonna mi faceva le corna in segno di scaramanzia, così le feci dal vivo e diventò subito virale!
MM: e perché hai scelto il nome Dio?
RJD: non ha implicazione religiosa, o meglio, mi piaceva il doppio senso però mi aveva ispirato un gangster che si chiamava Johnny Dio. Potevo infine chiamarmi Ronald James Padavona?!
MM: in effetti... Quel palco che vedo è per te? Canti anche qui?
RJD: organizzo delle serate con i metallari morti di tutti i tempi, ci troviamo il venerdì sera nel mio locale che ho chiamato Purgatory... Dopo Heaven e Hell dovevo trovare qualcosa di diverso! (ride)
MM: cosa suoni pezzi tuoi o quelli dei Sabbath?
RJD: solo roba mia, non vorrei mai che quei tirchi della casa discografica mi chiedessero i soldi anche da morto. La mia carriera solista è stata sottovalutata, almeno da buona parte della critica.
MM: gli inizi con "Holy Diver" sono stati amatissimi, poi certo se componi album piattini tipo "Magica", cosa ti aspetti?
RJD: "Magica" non era male per me, era comunque un concept interessante, anche se devo riconoscere che se lo avesse fatto King Diamond sarebbe stato un trionfo per i giornalisti.
MM: vedi in qualche cantante di oggi un tuo possibile erede?
RJD: ci sono molte voci di qualità oggi come Russell Allen o Jorn Lande e li ritengo due miei ottimi eredi, ma devono confrontarsi ancora con una grande band alle spalle e la pressione che comporta.
MM: sei stato un punto di riferimento in tutto il panorama metal, ma perché non hai curato un po' di più il look? Insomma sempre 'sto chiodo Ronnie, ma non potevi osare qualcosa in più?
RJD: io sono puro, coerente e credo in me stesso. Certi acuti e certe performance le fai soltanto se credi fermamente in ciò che sei, amico mio tu sei ancora giovane, ma ricorda che la forza è dentro te ed ognuno è arbitro della sua vita. Poi se mi vedo bene con il chiodo che problema c'è?
MM: nessuno ed è per questo che sei una vera icona per tutti noi, ma anche quei capellacci che avevi da vivo? Ti piacevano?
RJD: vuoi fare una gara a chi ha scopato di più o la finiamo qui senza umiliarti?
MM: ahahah sei un grande e hai vinto Maestro! Sei proprio come mi immaginavo che fossi...
RJD: tu invece sei un coglione come quelli che leggono il tuo blog!

Chiude questa frase ridendo fragorosamente e tossendo così forte da far illuminare la volta oscura che ci copre: purtroppo incontrarlo è stato solo un bellissimo Rainbow in the Dark!