"Parlare di Musica è come ballare di architettura" Frank Zappa

21 apr 2015

LA QUESTIONE ITALIANA: INCH PRODUCTIONS


PARLIAMOCI CHIARO, AI RAGAZZI DELLA MEDITERRANEAN SCENE NON HA MAI IMPORTATO NULLA DI VENDERE DISCHI O IMPORSI COME VERA E PROPRIA SCENA. QUESTI HANNO IN COMUNE LA PASSIONE PER LA MUSICA E, COME TESTIMONIA IL NOSTRO ARTICOLO SU INCHIUVATU, METAL MIRROR LI SOSTIENE E LI OSPITA CON PIACERE NELLA NOSTRA RUBRICA 


MM: A casa ho tanti cd pubblicati dalla Vostra etichetta, ma per chi non vi conosce chiederei come prima cosa un "riassunto delle puntate precedenti". Come nasce e quali obiettivi si pone? 
Per il riassunto ecco subito i links: inchproductions sito ufficiale di tutti i progetti firmati Mediterranean Scene. Da lì puoi andare su http://inchproductions.bandcamp.com/ dove si possono ascoltare in uno scadente streaming e comprare, gran parte delle nostre produzioni. https://soundcloud.com/inch-productions su Soundcloud la qualità di ascolto è migliore. Poi ci sono tutte le nostre pagine facebook con aggiornamenti quasi quotidian. Posso dirti che, a distanza di tempo, la Mediterranean Scene si sta affermando sempre più. Questo perché quel che circola in giro è davvero pessimo, e peggior cosa, ha perso di identità. Ora, se debbo essere sincero non ho mai giudicato le nostre cose all’altezza di un circuito internazionale. Sono pessimamente registrate, arrangiate, e anche banali, ma le idee e la personalità non hanno eguali. I più possono continuare ad ignorarci, cosa che puntualmente noi riserviamo loro. Per tutti gli altri seguiteci sui nostri siti, cercheremo di essere originali e di darvi musica interessante. Il nostro obiettivo è divertirci, comunicare e far divertire.

MM: In Italia il fenomeno metal è sempre stato un movimento underground , lontano dalle cronache o dall'attenzione pubblica. Perché accade questo secondo te? Quante colpe sono "interne" al Metal stesso o "esterne"?
Non saprei risponderti. Noi siamo sempre stati abbastanza isolati da tutto. A malapena mandiamo qualche promo per le recensioni e, spesso, non abbiamo neanche fatto promozione. Quel minimo di visibilità che abbiamo avuto, in passato o anche nel presente, viene dall’interesse specifico di gente, come te in questo caso, che senza alcuna pretesa, ritiene che quel che abbiamo fatto meriti una certa attenzione e amplificazione. Non conosco i circuiti, i locali, i gruppi. Posso dirti che l’Italia ha forse un complesso d’inferiorità nei riguardi dell’estero e ciò sarebbe grave, perché se tu conosci la storia musicale del nostro paese, saresti fiero di portare nel tuo modo di fare musica germi di Banco, Osanna, Balletto di Bronzo, e chi più ne ha più ne metta. Insomma, personalmente credo che la musica in Italia manchi di originalità, probabilmente dovuta a un complesso. Dopodiché, siamo un paese abbastanza ‘cortilizzato’, per cui invidie e rancori non lasciano fiorire nessuna aggregazione positiva. Cosa diversa, e ritorniamo agli anni ’70, in cui il collante era la politica. Che vuoi che ti dica… siamo un popolo di corrotti, boriosi e meschini, incapaci nelle intenzioni, complessati. Ti cito Tomasi Di Lampedusa ‘’nei siciliani la vanità è più forte della loro miseria’’ ma la puoi estendere a tutta la penisola.

MM: Mi piacerebbe avere un vademecum delle vostre condizioni per inserire un album nella vostra discografia. Non suono, perciò da "uditore" mi chiedo quali caratteristiche deve avere un Vostro disco?
L’originalità. La Mediterranean Scene deve essere un punto di riferimento per la ricerca di melodie, arrangiamenti, suoni e testi originali. Quanto meno sforzarsi di esserlo. Si può anche citare, noi l’abbiamo fatto con Astimi, per esempio. Ci siamo ispirati a bands americane come Deicide, Morbid Angel e Nile, ma nei meandri di ogni canzone, c’è sempre una buona dose di ricerca e unicità. Ultimamente stiamo molto attenti al suono. Cioè, è importanate che ogni nostri progetto lavori sul suono tanto quanto sulla composizione. Dunque sempre e comunque: se scegli di far musica, scegli di fare la tua, non copiare. 

MM: Parlando in generale del metal nostrano negli ultimi trent'anni . Quali cambiamenti noti e riesci a costruire una playlist degli album chiave del metal italiano?
No. Ho conosciuto diversi musicisti eccezionali come KozaNoztra e Malnatt, ma non conosco la scena. Nel 1995 ricordo che c’era un bel disco degli Opera IX, Tronus Abyss, Schizo e Necrodeath. Mi è sempre piaciuto il primo periodo dei Death SS con Paul Chain. Di nuovi ho ascoltato i Enisum, ForgottenTomb, Heretical, Abysmal Grief, Handful of Hate. Non fraintendermi, c’è davvero un sacco di gente brava in giro…non so, vado un po’ a naso citandoti questi…

MM: Quali pensi siano i tratti distintivi del metal tricolore? Ambiente, cultura o società italiana li ritieni elementi influenti in modo specifico o no?
Lo sarebbero eccome, ma nessuno, a quel che so, ne fa uso. Noi abbiamo cercato di narrare il nostro territorio pur non rinunciando ad un nostro punto di vista comunque originale. Direi che il nostro approccio, al di là della provenienza specifica, è diverso per tanti aspetti. L’Italia è piena di attrattive. Fossimo stati in Piemonte o in Molise, avremmo cercato di tirar fuori qualcosa di peculiare. Per non parlare poi degli artisti, autentiche miniere da cui attingere: Giotto, Pasolini, Burri. Tutto è interessante e stimolante. Anche i b-movie degli anni ‘70 con i vari Umiliani, Morricone, Frizzi. Gli anni 70 sono stati un bellissimo periodo per l’Italia. Il metal italiano dovrebbe avere un po’ di spaghetti-horror in corpo.

MM: Nel nostro blog si parla di musica, ma come direbbe Frank Zappa: Parlare di musica è come ballare di architettura. Noi andiamo in direzione ostinata e contraria, forse anche a voi molti hanno consigliato di smettere perché le difficoltà sono troppe. Come si reagisce ai momenti di sconforto lavorativo?
Il nostro non è un lavoro, altrimenti avremmo smesso da tempo. Per noi la musica è un ornamento al dramma del vivere quotidiano. È la nostra colonna sonora. Non smetteremo mai di fare musica perché in parte non abbiamo neanche iniziato. Vedi, tutto quello che è successo attorno alla Mediterranean Scene, è il frutto di un gruppo di persone che, negli anni, ci ha supportato e a incoraggiato le nostre masturbazioni musicali. Altrimenti noi non ci saremmo minimamente interessati a far della musica un lavoro. E andando avanti, sarà sempre ‘’peggio’’. Cioè, la musica viene all’ultimo posto nella mia vita. Molti mi chiedono come faccio a comporre per circa 22 progetti, be’, me ne sbatto completamente. Poi capita che strimpelli un riff, un accordo, una melodia e capisci che per quel tipo di progetto, i Lamentu per esempio, andrebbe benissimo, allora vien fuori un disco senza neanche cercarlo. Con la musica, se la si ama, non bisogna essere possessivi e ossessivi. Lasciala libera. Io lo faccio.

MM: Come operate nella scelta di copertine o artworks dei singoli dischi? Seguite le linee guida del gruppo in questione o avete studiato una linea specifica per la label? 
Avviene tutto spontaneamente. Spesso si parte da un disegno, da un’idea di chi scrive i testi o realizza le atmosfere. In realtà, essendoci un disinteresse totale, da parte di tutti i membri della Mediterranean Scene, non ci sono conflitti. Ecco dunque che molte scelte sono anche casuali. Personalmente posso dirti che mi sono sempre piaciuti i dischi seriali. Un po’ alla Iron Maiden. Che si ripetono o si evolvono rispettando dei canoni prestabiliti. Diciamo che è una cosa tipica di un collezionista. So che non è facile mantenere sempre lo stesso stile per decenni, anch’io sto adottando un nuovo logo per Inchiuvatu, ma se ci fai caso, i nostri lavori sono sempre abbastanza sequenziali l’uno con l’altro.

MM: In ambito musicale e lavorativo, mi devi dire almeno tre cose che ti fanno incazzare e altre tre che invece ti fanno essere fiero delle tue produzioni...
A parte il fatto che il termine ‘lavorativo’ mi è ignoto, perché, modestia a parte, non ho mai lavorato in vita mia. E pur di non farlo mi butterei anche in politica. Riguardo alle nostre produzioni, non mi piace la qualità della registrazione, ma, appunto, il fatto è che non c’ho voglia di lavorarci su per renderle migliori. Non c’ho voglia di migliorare, magari aggiornandomi di conoscenze e tecnologie, anche questo sarebbe lavoro, e francamente non vivo alcun senso di competizione. Per cui, avere una registrazione figa rispetto alle altre bands al di fuori delle nostre, che poi sarebbe come dire ‘’io ce l’ho più lungo e grosso del tuo…’’ non mi serve a niente, né m’interessa. Ho sempre sostenuto che la musica fosse la mia croce, e a quanto pare ogni essere umano ne ha una. Non a caso chiamai il mio progetto principale Inchiuvatu, proprio perché così mi sento. Vorrei tanto smettere, ma è dura. Dunque né m’incazzo, né m’interessa pormi questione. Poi vedo come mi sveglio e magari tiro su un disco nuovo…

MM: Guardando nella sfera di cristallo, richiedo infine una previsione sull'evoluzione del metal italiano. In termini di produzione, marketing, qualità ed esposizione mediatica dove andremo a finire nel prossimo futuro ?
Sarà un lento e patetico declino.