"Parlare di Musica è come ballare di architettura" Frank Zappa

6 gen 2020

BUON 50ENNALE, METAL!





What is this that stands before me? / Figure in black which points at me…

Ci siamo (quasi). Lo aspettavamo da tempo il 2020; un anno “marcato a fuoco” sul nostro calendario. Il Metal, simbolicamente, compie 50 anni! E precisamente li compie il 13 febbraio prossimo.

Già, il 13/02/2020: 50 anni prima, il 13/02/1970, usciva l’omonimo debut dei Black Sabbath, disco contenente anche il brano che dà il nome al gruppo, posto proprio come opener del platter.

Si, se dovessimo ob torto collo stabilire una data di nascita per il nostro Genere Preferito, beh, non potremmo che fissarla con l’uscita di quell’album: lo scrosciare minaccioso della pioggia, il lugubre rintocco di campana a morto, la tragica calata del riff pesantissimo di “Black Sabbath”. Se anche i Nostri avessero scritto solamente questa canzone, sarebbero comunque entrati di diritto nella Storia, perché in essa sfila già molto dell'Heavy Metal che verrà: doom, heavy-classico, epic metal e persino thrash nella clamorosa accelerazione del finale. Certo, non tutto l’album proseguirà sullo stesso tenore, palesando il fatto che i quattro di Birmingham stavano inventando l’Heavy Metal senza esserne consapevoli, restituendoci “semplicemente” quella che era la loro visione (pesante, funerea, visionaria) dell’hard rock.

Già prima di loro, va sottolineato, tanti, tantissimi gruppi avevano gettato le basi per l’indurimento del Rock, con un livello di pesantezza, distorsione, tematiche e attitudine che segnavano un approccio nuovo alla materia. Lo sappiamo e lo abbiamo sviscerato ripetutamente sul nostro Blog, sin dai suoi primi giorni. Il tema del proto-metal e di cosa esso fosse non ci sfugge, così come non ci sfugge che, andando a ritroso nel ricercare le radici del Metal, si potrebbe risalire fino a…fino a?

Stabilire quale sia stato il primo gruppo Heavy della Storia è un po' come andare alla ricerca di Atlantide…le elucubrazioni in merito potrebbero essere infinite. Anche perché il Metallo nasce prima di tutto come l’esagerazione, l'indurimento (e aumento del volume!) di ciò che già c’era. E cosa c’era prima dei Sabbath? C’era il rock and roll, signori, imbastardito da dosi più o meno variabili, a seconda degli interpreti, di blues, psichedelia e progressive. Incesti tanto vari e numerosi quante erano le possibilità di miscellanea. E le possibilità erano davvero molteplici…

Se, al pari dei Sabbath, possiamo mettere tra i Padri Nobili del Metal i Led Zeppelin, i Deep Purple e i Blue Oyster Cult, state certi che i membri di questi Mostri Sacri vi citeranno come principali influenze per la loro musica band pregresse, come ad esempio i Beatles o i Vanilla Fudge, passando obbligatoriamente da Hendrix

Ma questo è, come detto, un gioco a ritroso che potrebbe non avere mai fine. Sparatemi pure ma alla base del Metallo ci sono i gruppi succitati tanto quanto ci stanno a pieno titolo Chuck Berry o Jerry Lee Lewis o addirittura Robert Johnson, già associato al Maligno in quel del Delta del Mississipi (siamo nella seconda metà degli anni…30!).

Ma non siamo qui per ritornare agli albori del XX secolo, bensì sottolineare come la svolta heavy la si abbia non solo da un punto di vista prettamente sonoro, ma, soprattutto visivo e di contenuto, di messaggio. Il grado di potenza, di provocazione, di oscurità, di eccessoambiguo orrore, di eccesso: sono tutti questi gli elementi che determinano il passaggio, la transizione all’heavy. Lasciando nel cuore, nella fantasia e soprattutto nella pancia del pubblico qualcosa di nuovo. Un “nuovo” talmente potente da essere, ancora dopo 5 decenni, inestinguibile, nonostante l’alienazione delle simpatie della massa (pre)giudicante verso sonorità il più delle volte ritenute “rumore”. 

Com'è noto, ma altrettanto giusto ricordare, l'uso dell'espressione heavy metal risale all’inizio degli anni settanta, adottata dalla stampa musicale statunitense, ispirandosi – si dice – ad una strofa del brano “Born to be Wild” degli Steppenwolf (anno 1968), dove compariva la locuzione "heavy metal thunder" ("tuono sferragliante") con riferimento al rumore del motore delle Harley-Davidson. Il critico Lester Bangs avrebbe poi fatto sua quella stessa espressione nel 1971 per descrivere il sound "sferragliante" delle esibizioni dal vivo dei Blue Oyster Cult.

Se invece vogliamo andare a guardare alla sostanza (aspetto che è più nelle nostre corde), possiamo sostenere che il ritmo battente di “You really got me” (agosto ’64) dei The Kinks potrebbe essere un buon inizio per parlare di vagiti protometallici; e da lì passre agli sperimentali rumorismi di feedback e distorsioni del genio visionario di Jimi Hendrix. E poi: Cream (che grandi i Cream!), Velvet Underground, The Doors, i già citati Steppenwolf, MC5, Blue Cheer, i primi due imprescindibili dischi degli Zeppelin e tanto, tanto altro, fra cui va citato doverosamente il pesantissimo esordio degli High Tide (“Sea Shantis”), uscito nell’anno di grazia 1969, e già sabbathiano nel linguaggio. Tutti questi super Artisti, e molti altri, hanno influenzato il Metal che verrà (cioè quei fruitori/musicisti che, a loro volta, formeranno le band degli anni 80 e 90). 

Ma tornando ai Sabbath, Iommy&Co., rispetto ai loro contemporanei, oltre a dare come mai prima una connotazione oscura, tetra e “malvagia” alla musica, composero qualcosa di nuovo, di diverso: con quel cazzo di riff di “Black Sabbath”, con quei due semplici accordi (Sol e Do#), con quell’iconografia se vogliamo ancora naif e il cantato alienato di Ozzy,“zac”!, recisero di netto il cordone ombelicale che ancora, per tutti quei gruppi succitati, li legava al Mondo pre-13/02/70. Che era il grande e musicalmente ricco mondo del jazz, del blues e del R&B.

Ascoltando attentamente la musica dei Black Sabbath si ha l'impressione infatti che l'heavy metal sia stato un cortocircuito del rock, un qualcosa di “sbagliato” e sviluppato morbosamente, fuori da ogni controllo: privo di sensualità, per niente ammiccante come sapeva essere l'hard rock, lontano dall'eleganza del blues o del jazz, estraneo alle melodie ed ai passaggi sfavillanti del prog. No, il Metal forgiato dai Sabbath fu un qualcosa di mostruoso nelle forme e irrazionale nel suo muoversi, che poi si sarebbe sviluppato a dismisura, attraversando le decadi, arrivando ai giorni nostri.

Eccoci dunque al 2020, in occasione del quale ci è sembrato giusto e doveroso tributare questo cinquantennale stilando una lista di 500 titoli che, nelle nostre intenzioni, vorrebbero rappresentare, per Importanza e Qualità, il fenomeno nella sua evoluzione e nelle sue svariate forme e sfumature. Al netto, però, di EPlive-album e di quelle opere che, realizzate da artisti metal, sono ricadute al di fuori dai confini stilistici dell’heavy metal stesso. 

Insomma, una rappresentazione, la nostra, che vuole essere ampia, ma non troppo, e che vi terrà compagnia per un anno intero, attraverso dieci puntate, una per mese, dove andremo semplicemente ad elencare cinquanta titoli per volta, in modo da avere il tempo per metabolizzare e riflettere su questi appassionanti cinquanta anni di metal.

Buon viaggio!

A cura di Morningrise & Mementomori

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