"Parlare di Musica è come ballare di architettura" Frank Zappa

29 dic 2020

GUIDE PRATICHE PER METALLARI: PER MANO AL DI FUORI DEL REAME DEL METALLO


Chi ci legge lo sa: Metal Mirror, al metal consacrato, è un luogo di riflessione in cui il metal viene raccontato da una molteplicità di punti di vista, restituendone una visione complessa e per niente univoca. 

Il metal, si è detto molte volte, è un mondo vasto in cui tutto può convivere, tutto e il contrario di tutto, e ci dispiace per gli ultimi irriducibili che pensano ancora al metal accostandolo ad un concetto di purezza stilistica. Il metal è bastardo!


Il metal è bastardo e lo ha dimostrato in particolar modo negli anni novanta, laddove i processi di contaminazione furono operati su quegli stilemi che si erano originati e poi sviluppati nel corso delle due decadi precedenti. Non mi riferisco solamente ai fenomeni più vistosi, come le pratiche del crossover già attuate negli anni ottanta o quelle sonorità alternative che si imposero durante e a seguito dell’esplosione del grunge nei primi anni novanta. 

Si è visto, infatti, come altri generi, quali il progressive rock, la psichedelia, la dark-wave, l’industrial, l’ambient, il trip-hop e persino l’electro-pop abbiano saputo incrociare il cammino del metal, formando ibridi a volte molto interessanti. Pink Floyd, Killing Joke, The Cure, The Sisters of Mercy, Depeche Mode: questi furono i nomi a cui, più di altri, guardarono molte band metal che intesero ampliare la gamma di influenze da integrare nel proprio processo compositivo. 

Veri e propri nuovi filoni nacquero da questi presupposti, e citiamo per motivi di spazio solo un paio di esempi: l’industrial metal e il gothic metal. In particolare entro il recinto del Metal Estremo hanno preso vita i laboratori più interessanti; molti degli artisti di punta dei settori gothic e black metal (Paradise Lost, Anathema, Tiamat, Ulver, Katatonia ecc.) si sono ritrovati ad un certo punto del proprio cammino a deviare talmente tanto dal tracciato originario, da ritrovarsi fuori dal Reame del Metallo. A questo abbiamo dedicato una rubrica apposita, atta ad indagare quei processi di migrazione (i più virtuosi, aggiungerei io) che hanno portato band metal a realizzare album che con il metal non avevano più niente a che fare. 

Ovviamente questi esperimenti non sono stati ben accolti da tutti, ma molti di questi esperimenti hanno saputo conquistare i loro spazi di gradimento nel pubblico metal, tanto che in certi casi (vengono in mente Anathema ed Ulver) le band non solo sono riuscite a sopravvivere, ma hanno saputo anche avviare una carriera credibile al di fuori del metal, potendosi permettere di continuare per la loro via con grande onestà artistica, senza bisogno di elemosinare gli spiccioli dei vecchi fan con goffe retromarce che li riportassero ai gloriosi tempi che furono. 

Eccoci dunque al pubblico metal. Fra coloro che si sono fatti trascinare fuori dallo “steccato”, c’è chi ha osato gettare lo sguardo ulteriormente in là e provare a dare un ascolto a quegli artisti non-metal che ebbero influenza sui percorsi delle band sopra citate. Alcuni di questi artisti ancora gravitavano entro l’empireo del rock e dunque il processo di accettazione e comprensione è stato più semplice. In altri casi, invece, il passo da compiere è stato più lungo e faticoso: c’è chi di corsa se ne è tornato a "casa", chi per varie ragioni ha approfondito le carriere di questi artisti non metal, scoprendo nuovi mondi, stilisticamente distanti dal metal, ma non poi così lontani quanto ad umori descritti e ambientazioni prescelte.

Dai Voivod ai Pink Floyd, dagli Opeth ai King Crimson, dai Tiamat ai Sisters of Mercy, dagli Anathema ai Radiohead., da Burzum ai Dead Can Dance. Ma non solo nomi popolari: la scoperta ha riguardato anche artisti di culto in genere meno noti. C'è chi, per esempio, ascoltando i Neurosis ha avuto modo di conoscere gli Swans; chi, tramite Katatonia, è approdato a Jeff Buckley; chi, infine,  insieme agli Alcest ha scoperto Sigur Ros e Slowdive. E questi sono solo pochi esempi in cui band metal hanno indicato la strada verso la scoperta di artisti seminali, più o meno noti, che hanno eretto importanti edifici al di fuori del Reame del Metallo. Sono sbocciati dunque veri e propri amori che, beninteso, non necessariamente hanno costituito un atto di tradimento nei confronti del metal, ma anzi hanno offerto ad esso un valido ed utile complemento.

Intercettare questi “amori” è l’obiettivo di questa nuova rubrica, che in verità proprio nuova non è. Già da tempo, infatti, ci prodighiamo nelle nostre “Guide pratiche per metallari”, tramite le quali abbiamo avuto modo di raccontare artisti come The Cure, Depeche Mode e Nick Cave: nomi ben noti al pubblico del metal, perché artisti già ampiamente coverizzati e citati da band metal. Oggi pertanto non vogliamo lanciare una nuova iniziativa (di solito partiamo con una introduzione e poi, a scadenza mensile, trattiamo una decina di titoli o di nomi secondo un piano definito), ma semplicemente creare un “luogo” dove poter raccogliere tutti i nostri contributi riguardanti questi artisti non metal che per varie ragioni potrebbero interessare e piacere ad un pubblico metal: guide pratiche, appunto, che in poche righe intendono riassumere intere epopee artistiche che il più delle volte hanno fatto la Storia della Musica

Attenzione, però: il nostro obiettivo è offrire solo qualche utile spunto, accendere la scintilla della curiosità per permettere al neofita di addentrarsi ed orientarsi in mondi sconosciuti, libero di fermarsi e tornare indietro, oppure procedere ed approfondire ulteriormente. Quello che noi garantiamo è un taglio argomentativo che parta da un punto di osservazione specifico, quello del metallaro, evidenziando i tratti salienti di certi percorsi artistici, senza ambizioni di esaustività, ma semplicemente in base alle nostre conoscenze, alla nostra sensibilità, alla nostra passione. 

Ecco una lista “aperta” (nel senso che potrebbe essere arricchita nel tempo) di nomi già trattati o che intendiamo trattare in futuro… quando ne avremo voglia... 

Buona scoperta! 










 






Gli italiani: 



 


...e molti altri...